Digimon fanfiction

The seventh

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  1. TakeruTakaishi
     
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    Episodio 134: A carte scoperte
    Parte 1: XVII – la Stella


    Lucemon si portò due dita alla fronte e sospirò: “Astri del firmamento, mostratemi l’avvenire. Il Prescelto del Giudizio sta arrivando e manca poco allo scontro finale!”
    Dispose le carte sul tavolo secondo un ordine prestabilito. Afferrò la prima carta in alto e la voltò.
    “Oh, Apollomon, sei arrivato giusto in tempo!” Esclamò Lucemon ridacchiando.
    “Grande Jupitermon…” Disse il Digimon appena entrato inchinandosi.
    Jupitermon, lì presente, abbassò il capo: “Sì. È così. Aiuteremo Lucemon a sconfiggere il Prescelto del Giudizio.”
    Apollomon sussurrò qualcosa, ma nessuno degli altri due presenti lo sentì.
    “La carta delle stelle è uscita capovolta.” Affermò Lucemon sorridendo: “Significa sfortuna. Il Prescelto del Giudizio sta andando incontro a qualcosa di brutto e non lo sa. Peccato. Apollomon, Kyrp ti sta aspettando nella sua stanza. Seguirai i suoi ordini.”
    Il Digimon Olimpico annuì e si allontanò dalla biblioteca del malvagio.
    “Ebbene, grande Lucemon, immagino che il veleno estratto da Bacchusmon…”
    “E’ qui.” Lo interruppe Lucemon estraendo una fiala da una tasca: “Lo terrò io per usarlo in momenti di difficoltà, anche se, ammetto, non credo ce ne sarà bisogno!”

    “Ci ha lasciati a Kyoto…” disse Sonia guardandosi intorno: “Io e i miei siamo venuti qui una volta. Mio fratello era vivo all’epoca.”
    Dave guardò il cielo notturno: “Continuo a non capire… il castello di Lucemon si trova sul monte Fuji o almeno così dice Aaron. Perché allora Apollomon ci ha lasciati qui?”
    Sonia scosse le spalle, poi cominciò a spedire sms col cellulare, blaterando qualcosa su come fosse ingiusto il fatto che anche se tutti gli esseri umani erano spariti, doveva ancora pagare un sacco di soldi per spedire un sms Giappone – Italia.
    “A chi lo spedisci?” Chiese Lopmon volando giù dalla testa di Dave.
    “Non lo immagini? Gli ho detto che siamo arrivati e che va tutto bene.”
    Il suono che fece il cellulare di Sonia fece capire a Dave che Aaron le aveva risposto.
    “Dice che qualcuno ha appena bussato alla sua porta. Sarà qualche Prescelto Nero che si è fatto vivo a reclamare il Digiuovo delle Tenebre.” Concluse.
    “Questa città è illuminata – notò Dave – è illuminata nonostante l’assenza di esseri umani. Così potrò finalmente ammirarla in tutta la sua bellezza.”
    “Non credo ti resterà troppo tempo di ammirarla!”
    Per quanto a Skoob piacessero le entrate in scena ad effetto, quella volta scelse di apparire di fronte ai ragazzi.
    Il viale alberato vedeva ora come protagonisti tre ragazzi che avrebbero da lì a poco dato vita ad una battaglia tra le strade di Kyoto.
    “Sapevo che saresti arrivato, prima o poi. È un cliché di voi cattivi mandare avanti i nemici minori prima di affrontare il vero malvagio.”
    “Ma sentilo… cosa ne sai tu dei nostri piani?” Ruggì Kerpymon.
    “Sono freddi e scontati!” Commentò Lopmon: “Usate sempre un genere di mezzucci prevedibili.”
    Skoob scoppiò a ridere: “Non questa volta, fidatevi.”
    Schiccò le dita e Apollomon apparve dietro di lui con un intero esercito di Digimon.
    “Sarò veloce, ve lo prometto.” Disse poi mettendosi la maschera di Kyrp: “Stanotte parteciperemo ad una caccia. Le prede, miei cari, siete voi.”
    Sonia sgranò gli occhi: “Avete intenzione di rincorrerci per tutta Kyoto? Non mi sembra corretto. Voi siete in tanti e noi in tre.”
    “Ringrazia il cielo, Dave. Se Sonia non fosse venuta con te, sareste stati solo in due. Addosso!”
    Sonia afferrò Dave per un braccio e lo strattonò lungo il viale: “Da questa parte!” Poi spinse Dave in avanti e si voltò verso i nemici: “A loro ci penso io, almeno per ora credo di poterli rallentare!”
    “Cosa? Sono centinaia di Digimon!”
    “Petali Armonici!” Disse scatenando una tempesta di rose che fece cadere a terra ogni Digimon che li inseguisse.
    “Corriamo!” Disse poi facendo cenno a Dave di seguirla.
    Percorsero un viale circondato da alberi illuminati da lampioni, poi, quando stettero per mettere piede su un ponte, un Digimon gli si parò di fronte.
    “Raggio Marino!” Disse Mermaimon sparando un lampo blu dall’ancora che teneva in mano.
    “Vi ho trovati!” Esclamò poi.
    “Sì e non sei stata molto fortunata!” Rispose Sonia: “Dardo di Venere!”
    Il Digimon scomparve in dati dopo essere stato perforato da parte a parte da una rosa che Sonia le lanciò.
    “Per di qua!”
    “Ma sai almeno dove stiamo andando?”
    “No, è passato troppo tempo da quando sono venuta qui per la prima volta.”
    Dave la fermò: “Ok, allora dobbiamo trovare un modo per riposare un attimo, mettere a posto le idee e preparare una controffensiva!”
    Sonia annuì: “Hai ragione. Mi chiedo se… Ascolta, separiamoci!”
    “Cosa? Scherzi? È meglio se restiamo uniti!” Ribatté Dave, ma ormai Sonia aveva deciso. Dovevano separarsi, Skoob avrebbe affrontato Dave e Sonia avrebbe neutralizzato l’esercito di Lucemon. Ormai era questione di poco tempo e li avrebbero trovati, quindi occorreva agire subito mantenendo il sangue freddo.
    “Ok, allora cosa ci consigli?”
    “Nascondetevi in un posto dove sia impossibile sopravvivere dopo avervi trovati. Un vicolo cieco, qualsiasi cosa vi venga in mente. Io eliminerò uno dopo l’altro i Digimon dell’esercito. Si sono divisi anche loro per venirci a cercare, ricordate?”
    Lopmon alzò la mano: “Che succede se uno di noi è nei guai?”
    “L’unico Digimon a farci paura è Kerpymon, ricorda! Se Kyrp ti trova, fammi uno squillo. In ogni altro caso mandami un sms, a meno che non sia una situazione di vita o di morte. Se io sarò in pericolo farò lo stesso.”
    Dave annuì ancora: “Ebbene, noi ci dividiamo qui, allora. Buona fortuna!”
    “Altrettanto, Dave!”

    Per quanto cocente fosse il dubbio che persisteva nella testa di Aaron, nemmeno quello poteva sopprimere la strana sensazione che provava nel combattere contro il suo migliore amico d’infanzia. La verità era che Aaron Saturn non poteva accettare il fatto di essere stato messo da parte da Lukas, che aveva preferito frequentare compagnie più ribelli, un po’ come Alex.
    Senz’altro, Lukas sentiva dell’odio verso di lui, un odio inspiegabile per Aaron. Lukas sosteneva che Aaron lo avesse abbandonato, ma quest’ultimo non ricordava un evento simile.
    Aaron vide il bolide avvicinarsi pericolosamente a lui, ma saltò appena in tempo per evitarlo.
    “Che ti prende, Saturn? La tua mente sta navigando verso Saturno?”
    L’altro scosse il capo: “No, mi stavo solo chiedendo le ragioni del tuo odio.”
    Lukas cambiò rapidamente espressione ed Aaron proruppe dicendo: “Mi sembri sorpreso del mio appunto, e anche un po’ arrabbiato. Sì, mi sembra che tu stia provando della rabbia verso di me! Ma non capisco cosa posso averti fatto!”
    “Vuoi proprio saperlo, Aaron?”
    L’altro lo guardò con un’espressione annoiata e rispose: “No, te l’ho chiesto perché voglio far passare il tempo!”
    “Piantala di usare l’ironia in un modo così banale. Non è da te!”
    Aaron posò la falce a terra e si sedette, ascoltando con sguardo assente le parole di Lukas.
    “Ti ho visto ridere della mia morte.”
    Fu in quell’istante che Aaron sobbalzò e riafferrò la falce: “Come? Io? Non dire sciocchezze! Come potevi vedermi ridere di te se eri morto?”
    “I miracoli della fisica…” rispose Lukas: “… non sai mai cosa aspettarti dalla morte. Ma adesso basta blaterare! Mostrami di cosa sei capace davvero e piantala di limitarti a schivare i miei attacchi!”
    Che fosse stata la determinazione di Lukas, che continuava a rialzarsi nonostante le ferite che costellavano i suoi arti, o che fosse stata la sua tenacia nel non mollare mai l’obiettivo, non importava ad Aaron. Ora lui aveva fatto la sua scelta.
    Allungò la mano verso Lukas e il Digiuovo delle Tenebre comparve dal nulla.
    “Bene, se è questo che vuoi te lo cedo. Sparisci adesso.” Disse lanciandogli il Digiuovo tra le mani.
    Senza fiatare, Lukas si dileguò a bocca aperta.

    “Ehi Junomon! Mi dicono che sei rimasta solo tu.” Affermò Giuly facendo sparire la sua Lancia.
    “No, aspetta!” Esclamò l’altra indietreggiando: “Non dovete attaccarmi! Io sto dalla vostra parte.”
    Aaron apparve subito sulla scena. Teneva la testa bassa, come se avesse appena subito una severa batosta.
    “Junomon dice di essere dalla nostra parte.”
    Aaron alzò lo sguardo verso il Digimon e rispose aspramente: “Ah davvero?”
    Junomon si inchinò più volte con fare rapido: “E’ stata un’idea di Jupitermon! Noi vogliamo sconfiggere i Signori Oscuri almeno quanto voi! Ci hanno portato via il nostro status di imperatori di Digiworld.”
    Aaron scosse la testa: “Forse dici il vero, ma non ti aiuteremo solo perché dici di voler eliminare i Signori Oscuri.”
    Junomon alzò il capo verso di lui: “Come? Perché?”
    “Perché Demon è più potente di te, di me e di chiunque altro qui presente. Non farà differenza che tu ci aiuti o no.”
    “Ma che dici, Aaron? Lasciamola andare!” Esclamò Examon abbassando la lancia.
    “No. Non possiamo fidarci al cento per cento di questa qui. E preferisco prevenire che curare.”
    Junomon si alzò, allora, puntò contro Aaron la sua mano destra esclamando: “Cesta d’Amore!”
    “Requiem del Silenzio!” Ribatté Aaron sparando un violento lampo di luce verde cruciforme contro Junomon, che venne distrutta all’impatto.
    “Sapevi che diceva la verità, te lo leggo in faccia!” Disse Theo una volta regredito.
    Aaron annuì più volte, ma non diede una risposta.
    “Lukas dov’è?”
    “E’ andato via.”
    “E il Digiuovo?”
    Marco apparve dietro ad Aaron e interruppe il discorso: “Fratellone, perché hai dato il Digiuovo a Lukas?”

    “Siluri Digitali!” Sbottò un Pteramon sparando un siluro contro Rosemon.
    L’altra rispose allungando la sua frusta verso di lui e stritolandolo con essa.
    “Uffa. In questa città ci saranno un centinaio di Digimon, ma tutti a me devono capitare?”
    Nel frattempo, Dave vide un edificio che doveva essere uno dei famosi templi di Tokyo.
    Decise di entrarvi e uscito sul retro vide un giardino zen illuminato da luci verdi. Al centro del giardino sorgeva una pianta di ciliegio.
    “Non posso crederci.” Disse: “Come…?”
    “… Ho fatto a trovarti? Come facevo a sapere che saresti entrato qui? Sono tutte domande retoriche che, più che averne una semplice, non hanno una risposta.”
    Skoob e Kerpymon erano seduti in mezzo alla sabbia bianca.
    “E così siamo alla resa dei conti, Skoob.”
    Lopmon scese dalla testa di Dave: “In guardia!”
    “Aspetta!” Lo interruppe Dave: “Prima voglio sapere perché ti sei sentito escluso dal mondo, Skoob. Avanti, parla! Né io né Sonia, né tutti gli altri Prescelti ti abbiamo mai fatto una cosa simile!”
    “Ah no? Vivevate in un gruppo così armonioso… non eravate i più fighi della scuola, eppure tutti invidiavano la vostra compattezza. Io ero solo e nessuno di voi è mai venuto a chiedermi di unirmi a voi.”
    “A noi sembravi così in pace con te stesso… cantavi le tue canzoni rap ed eri sempre circondato di amici.”
    “Amici? Quali amici? Quelli che una volta a casa si dimenticavano di me? Io questi li chiamo compagni di scuola!”
    Dave allora gli chiese il motivo per cui non ne avesse mai parlato con loro, ma Skoob scosse la testa e rispose acidamente: “Quali idiota aprirebbe il suo cuore a dei completi estranei? Non io!”
    “Allora la colpa è solo tua. Non possiamo fare nulla per te.”
    “Oh sì invece!”

    Mentre Rosemon si guardava intorno, sentiva dentro sé crescere uno strano senso di irrequietudine. Cosa stava succedendo? Aveva ucciso già tutti i Digimon dell’esercito di Lucemon? Possibile? Si guardava costantemente attorno, alla ricerca di un qualche segnale di vita che, tuttavia, non arrivava mai. Solo le piante sembravano sussurrarle qualcosa. Una parola confusa:
    “Spenta? Ritenta? Non capisco… Oddio, attenta!”
    Schivò una palla di fuoco e si rimise in assesto.
    “Ancora tu, Apollomon?”
    “Sono il capitano delle armate di Lucemon e ti dichiaro guerra!” Rispose a Rosemon.
    L’altra alzò le spalle: “Oh, bene… ho l’impressione che tu sia un olimpico, ho ragione? D’altronde il tuo nome lo lascia intendere.”
    “E’ così. Sono l’Olimpico del Sole.”
    Rosemon sbuffò, si stiracchiò un po’ e poi sorridendo si passò la lingua sulle labbra: “Accetto la sfida, Apollomon.”
    L’altro non si fece attendere: “Freccia di Apollomon!” ringhiò.
    “Uh! Che rapidità!” Commentò l’altra saltando su un edificio e rispondendo a tono: “Baci d’Attacco!”
    Apollomon venne colpito in pieno, ma quando stette per precipitare del tetto su cui si trovava, ribatté sparando un dardo infuocato contro Rosemon, che perse l’equilibrio e cadde con lui.
    Ma Rosemon aveva un’arma in più: tese il braccio in direzione di un lampione e allungò la sua frusta, usandola come una liana per non finire spiaccicata sull’asfalto.
    “E va bene, come vuoi tu, leone da circo! Annientamento Fotosintetico!”
    Colpito e affondato dall’attacco a sorpresa di Rosemon, Apollomon rimase a terra apparentemente svenuto.
    “Non sei ancora morto, eh!?”
    Rosemon ebbe la prontezza di saltare all’indietro non appena vide il Digimon risollevarsi.
    “Colpo di Febo!” Disse sparando un bolide infuocato dalla mano.

    “Saetta Micidiale!” Ringhiò Kerpymon.
    “Lopmon mega digievolve… Cherubimon!”
    “Saetta Polverizzante!” Ribatté il Digimon appena digievoluto, annullando l’attacco del nemico.
    “Disco Lampante!” Aggiunse Skoob, seguito dall’attacco di Dave, mirato a rendere inefficace l’offensiva del Prescelto Nero.
    Per la millesima volta, il risultato della battaglia fu nullo.
    “Dicono che Serafin sia il più forte di voi Prescelti Neri. Io non credo, Skoob. Secondo me sei tu. In fondo, nessun attacco di Lukas è mai andato a segno, a differenza tua!”
    “Sono lusingato da questa confessione, Dave. Mi sento ammirato. Ma permettimi di rispondere nel modo che so fare meglio!” Allungò un braccio verso Dave e dall’anello nero che portava all’indice destro si allungarono dei lacci che avvolsero Dave da capo a piedi.
    “Catene Paralizzanti!” Esclamò poi rilasciando dei fulmini neri dall’anello.
    Cherubimon strattonò Dave spezzando le catene che lo tenevano attaccato all’anello e rispose dando una manata a Skoob, che scivolò verso l’altra parte del giardino, lasciando una lunga scia sulla sabbia bianca.
    “Raggi Negativizzanti!” Intervenne Kerpymon.
    Una moltitudine di lampi rossastri cominciò a piovere sul campo di battaglia.
    “Cosa facciamo?”
    “Riparati sotto la pianta! Io penso a Kerpymon!” Disse Cherubimon afferrando il Digimon nemico per le braccia e scaraventandolo contro una roccia.
    Ma Dave non poteva starsene con le mani in mano e decise di approfittare della confusione per attaccare anche lui Kerpymon: “Scure del Giudizio!”
    Ma qualcosa afferrò il suo braccio da dietro: Skoob. Nessuno si era accorto che si era rialzato e aveva raggiunto Dave.
    “Catene Paralizzanti!” Ripeté.
    Il Prescelto del giudizio avvertì una forte scarica elettrica attraversargli la spina dorsale. Le sue gambe cedettero e cadde chino sulla sabbia.
    “Ma cosa credevate di fare?” Disse poi liberandolo dai lacci con cui teneva fermo il suo braccio: “Ucciderò te, Cherubimon e poi Aaron e Patamon. Sarò io il preferito di Demon!”
    “Non dire sciocchezze.” Disse Dave con voce tremolante: “Sappiamo entrambi chi è il preferito di Demon e non siete né tu né Lukas!”
    Quindi gli diede un calcio nello stomaco.
    “Ora basta!”
    Skoob non si era reso conto che Cherubimon lo stava raggiungendo e quando se lo trovò di fronte il suo cervello si trovò nel caos della gestione di un imprevisto, e perciò non riuscì a difendersi dal pugno che ricevette dritto sul muso.
    Prima di sbattere la testa contro il tronco del grosso albero centrale, Skoob vide il suo Digimon a terra, svenuto.

    Lucemon si sistemò i capelli prima di guardare dentro una sfera di cristallo che aveva posizionato sul tavolino ove in precedenza si era messo a leggere le carte.
    “Dimmi, mia bella sfera luccicante, quale orrido destino è stato riservato per il Prescelto del Giudizio.”
    L’espressione di Lucemon cambiò quando gli parve di scorgere l’immagine di un mazzo di carte attraverso la palla.
    “Che c’è? Te la sei presa perché ho interrogato i tarocchi piuttosto che chiedere a te? E va bene, amica mia. Come vuoi.”
    Riprese il mazzo di arcani maggiori, lo mischiò e sparse le carte sul tavolo. Ne scelse una e la girò: “Ah… La morte.”
    Sorrise: “La morte, mio caro Prescelto del Giudizio. La morte, simbolo di rinnovamento. Chissà nel tuo caso cosa può voler significare! Non importa. Puoi vincere contro Skoob, ma non vincerai mai contro di me.”
    “Padrone, credo che i preparativi siano pronti. Possiamo cominciare.”
    “Niente fretta, Jupitermon. Prima deve arrivare il Prescelto. Ma quando arriverà, non andrà più via!”

    FINE CAPITOLO 134
     
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  2. DigiFakk94
     
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    La morte...non potevi pescare carta più azzeccata Lucemon. Alla fine moriranno tutti. :asd:
     
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  3. TakeruTakaishi
     
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    Non dire cazzate che potrebbero mis-spoilerare il finale -_-
     
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  4. TakeruTakaishi
     
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    Episodio 135: A carte scoperte
    Parte 2: XIII – la Morte


    Fin da quando aveva nove anni, Skoob aveva l’abitudine di cantare appena vi fosse l’occasione, da quando sua madre, cioè, lo aveva aggiunto al coro della chiesa.
    Il problema era che la chiesa lo annoiava a morte e così decise di abbandonare il coro dopo appena due mesi.
    Nonostante ciò, la sua voce cominciò a piacergli e decise di prendere lezioni di canto, per poi passare al genere che meno piaceva a Sonia e Dave, il rap. Anche Aaron, dal canto proprio, aveva sempre pensato che il talento di Skoob avrebbe dovuto essere speso in altro modo, il rap – per il ragazzo dagli occhi di morte – non era nemmeno un tipo di musica, ma solo rime che incitavano al razzismo, alla violenza e all’omofobia. Ma l’incredibile passione che il ragazzo metteva per continuare a praticare suddetto hobby mista agli eccellenti voti che Skoob portava a casa, non davano ad Aaron motivo di cercare di convincere il suo ex compagno di banco a smettere di esercitarsi.
    D’altro canto, Skoob nutriva ceca fiducia nel giudizio di Aaron e avvertiva una sorta di resistenza ogni qualvolta cercava di fargli ascoltare un suo brano. Questo lo aveva portato erroneamente a credere che il ragazzo cercasse di ostacolare il suo successo e da qui l’odio verso i Prescelti Neri. In particolare, Dave aveva sempre espresso la sua contrarietà ai versi che il rapper usava cantare e questo faceva spesso imbestialire Skoob a tal punto che una volta diede di matto e uscì dalla classe sbattendo la porta.
    Nulla di grave – aveva pensato Dave – se non che per il fatto che poi Skoob non li aveva rivolto più la parola.
    Dave, in effetti, sapeva che Skoob non era il tipo da legarsi al dito certe obiezioni sul suo modo di far musica e questo aveva suscitato in lui alcune perplessità riguardo al perché il compagno di classe lo stesse estraniando.
    E quello che ancora infastidiva Dave, era il fatto che Aaron sembrava capire il comportamento di Skoob e che facesse finta di niente.
    A cosa aveva portato tutto ciò? A nulla in particolare, se non che ad entrambe le parti era stato concesso un dono speciale: la possibilità di modificare la propria struttura molecolare e trasformarsi in entità digitali. Insomma, si erano digitalizzati nel mondo digitale e successivamente bioemersi in quello reale, dotati di poteri che andavano oltre l’umana comprensione. Questo aveva dato la possibilità a Skoob, ora Kyrp, di vendicarsi per il supposto torto che Dave gli aveva fatto e che non convinceva quest’ultimo come vero motivo per cui il ragazzo provasse tanto rancore nei suoi confronti.
    E adesso erano lì. Uno di fronte all’altro, con due bestioni che si ergevano minacciosi alle loro spalle, in un giardino zen, in Giappone.

    Intanto, Sonia era ancora alle prese con la noia di dover combattere contro un Digimon piuttosto insignificante, un servo del suo padrone che le stava, ciononostante, dando parecchio filo da torcere.
    Siccome non vedeva l’ora di toglierselo dalle scatole, aveva deciso di ucciderlo nel modo più brutale possibile.
    “Colpo di Febo!” Esclamò Apollomon interrompendo i macabri pensieri di Rosemon.
    “Ora basta, nonnetto!” Esclamò l’altra avvolgendo il braccio di questo attorno ad un filo spinato.
    Ma Apollomon reagì nel modo peggiore e utilizzò la sua arma più potente: “Raggio Solare!” Tuonò scagliando contro Sonia una sfera di fuoco incandescente.
    Si udì un rombo e seguì un’esplosione.
    Perfino Dave, che si trovava a qualche chilometro di distanza, si sentì scosso per quel rimbombo.
    Apollomon sorrise, consapevole del fatto di aver quasi certamente distrutto Rosemon e disse:
    “Sai? Il grande Jupitermon ha in mente un bel piano per sconfiggere i Signori Oscuri e pertanto ho acconsentito ad essere trattato come un verme da Lucemon. Ma non tollero che una comune mortale che si diverte a vestire i panni di una tettona ci metta i bastoni tra le ruote.”
    Qualche anno prima, quando ancora Payass e Sonia non si conoscevano, c’era un’altra ragazza che quest’ultima provava a piacere a demolire. Si chiamava anche lei Chiara ed era una… falsa e ipocrita pettegola. Cosa successe alla povera Chiara è ancora un mistero, ma i presenti ricordano un vaso ricolmo d’acqua che le cadeva in testa. Nessuno poté mai dimostrare l’implicazione di Sonia e nessuno era riuscito a trovare un movente per incolpare la bambina. Ma un movente c’era eccome, ma perfino Chiara si vergognava ad ammetterlo, per paura di ricevere sonori castighi dai genitori. Sonia, un giorno, si era spruzzata involontariamente addosso con una canna per l’irrigazione, mentre annaffiava il giardino di suo fratello. Nonostante avesse appena 12 anni, Sonia era una bambina precoce e già aveva una seconda, che per la sua età potrebbe essere già tanto.
    Chiara aveva assistito alla scena poiché suo padre e il padre di Sonia lavoravano entrambi nella squadra di carabinieri e le due passavano molti pomeriggi nella stessa stanza odiandosi.
    Quando Chiara ebbe notato i seni della ragazzina, di cui questa si vergognava non poso, andò a dirlo a tutti e, come al solito, Sonia reagì come credette. Cioè, questo è quello che vi racconto io, ma vi ripeto, nessuno può dimostrare quello che dico.
    Quindi, non c’è da stupirsi se Sonia, sentendo le parole di Apollomon, cacciò un grido tanto forte da scacciare il fumo provocato dal Raggio Solare di Apollomon.
    “Maledetto animale da palcoscenico!” Esclamò sorgendo dalle ceneri di un palazzo: “Crepa!”
    Questa volta, la liana spinata si conficcò nel bel mezzo del petto di Apollomon.
    Pochi secondi dopo, la ragazza era più allegra che mai, e saltellava per le strade di Kyoto canticchiando: “Apellemon figlio di Apollomon fece una palla di pelle di pollomon. Tutti i pesci vennero a galla per vedere la palla di pelle di pollomon fatta da Apellemon figlio d’Apollomon!”

    “Non ho voglia di rivangare i vecchi tempi, Dave. Ho bisogno di ucciderti. Devo farlo per chiudere i conti con la mia coscienza! Gola della Malinconia, apri i tuoi confini!”
    Subito, dopo queste parole, un cancello nero si aprì sotto i piedi di Dave, che venne avvolto da una nebbia nera.
    “Dave.” Cherubimon lo afferrò prima che potesse cadere come un ciocco rigido e apparentemente senza vita.
    “Specchio di Venere!”
    Skoob e Kerpymon vennero stretti in robuste liane verdi non appena l’attacco di Sonia andò a segno. La ragazza, apparsa sulla porta del tempio, si precipitò verso Cherubimon e cercò di svegliare l’amico.
    “Inutile.” Disse Kerpymon e Skoob riprese: “Una volta sprofondato in una gola di tristezza, nessuno è in grado di uscirne. Davide è condannato ad una vita di sonno, anzi, di incubi.”
    Subito dopo, la voce di Dave ruppe il breve attimo di silenzio che si formò.
    “Mi rifiuto di credere di aver perso. Eppure… non riesco a muovere un muscolo. Sento le parole di Cherubimon, sento il suo calore che mi guida verso il mondo reale. ma…”
    Skoob parlò ad alta voce: “Sì, esatto! Le senti, ma non puoi raggiungerle! Proprio come ora senti il tuo corpo debole tra le braccia del tuo Digimon rosa, siccome sei praticamente sdraiato a terra, non riesci ad aprire gli occhi, in preda a quella che non può essere che descritta con le parole profonda malinconia. Dave. Lo sai che non c’è cura alla tristezza. Sai che sarai costretto ad affrontarla e puoi immaginare che sarai sconfitto.”
    “Sì, lo immagino…” borbottò Dave.
    “E’ una menzogna.”
    Aaron comparve quasi per magia davanti alla porta del tempio.
    “Tu, Skoob, non hai questo potere. È solo una messa in scena.”
    “Chiudi il becco!” Tuonò Skoob distruggendo le piante che lo tenevano imprigionato.
    “E’ tutto inutile.” Ripeté Dave: “Non riesco a svegliarmi. Sono triste, non ho motivo di vivere. Preferisco restare con gli occhi chiusi. L’incantesimo di Skoob è troppo forte. Non riesco a liberarmi…”
    “Bravo!” Esclamò Kerpymon: “E allora perché non prendi la tua Scure del Giudizio e non la usi per sgozzarti? Sono sicuro che questo allevierà certamente ogni male.”
    Dave allungò la mano verso la scure e la afferrò, ma qualcun altro lo fece insieme a lui. Cherubimon teneva stretta la mano di Dave e anche Aaron e Sonia facevano pressione.
    “Non hai motivo di ascoltare le suggestioni di quel Prescelto Nero. Lui è solo. Tu hai tutti noi.” Disse Cherubimon: “Io non permetterò che tu dia retta a quel mentecatto.”
    Skoob scosse la testa: “Poveri sciocchi. Dave non può più sentirvi da adesso in poi.”
    In quel momento Dave gridò: “Ragazzi, dove siete?”
    “Siamo qui.”
    Scosse la testa: “Oh no, mi avete lasciato da solo!” Strinse i denti, poi cercò di portare la sua scure verso il suo collo. Ma non ci riusciva. Più cercava di far forza, più di rendeva conto che il suo braccio era irremovibile.
    “Hai visto? Anche quando tu credi di non poterci sentire, noi siamo qui accanto a te per impedirti di fare cazzate.” Borbottò Aaron.
    “Adesso basta!”
    “Raggi Negativizzanti!” Grugnì Kerpymon allungando il braccio destro verso Dave.
    Il ragazzo aprì gli occhi allarmato da quel grido e fece per scostarsi dalla scia di fulmini rossastri che correvano dal cielo dietro Kerpymon verso di lui, ma non fece in tempo e…
    Sonia si mise in mezzo.
    “Dardo di Venere!” Esclamò prima di essere colpita dal flusso elettrico.
    La ragazza cadde a terra. Immobile.
    “Oh no, Sonia!” Esclamò Cherubimon.
    “E’ morta.” Disse Aaron rialzandosi.
    Skoob girò la rosa di Sonia tra le dita attonito.
    “Hai spezzato il mio incantesimo.”
    “Nulla di più facile.” Disse Aaron con uno sguardo penetrante: “Erano solo stupide suggestioni amplificate dalla messa in scena del fumo nero che ha avvolto Dave. Una trance bene eseguita. Lo ammetto. Ma nulla di vero.”
    “Mentre dormivo ho capito una cosa, Skoob. Che se sei diventato così è colpa solo di Kerpymon! È la sua influenza a chiuderti così, e farò ogni cosa per liberarti. Anche se ormai sono convinto che non ci sia molto altro da fare.”
    “Vedi, Dave…” Skoob, spezzò la rosa che Sonia gli aveva lanciato davanti agli occhi del ragazzo ansimante: “… sono belle parole, sì, ma non bastano.”
    Il ragazzo sentì un tonfo e alzò il capo verso l’alto. Cherubimon lo fissava intensamente.
    “Mi dispiace Dave, non sono riuscito ad impedire ai raggi di colpire Sonia.” Disse Aaron scuotendo la testa.
    Dave chiuse gli occhi.
    “E adesso tocca a te e al tuo Kerpymon rosa.” Kyrp si voltò verso il suo Digimon e gli fece cenno di agire. “Ma prima, vorrei sentirti implorare il mio perdono per tutto quello che tu e i tuoi amici mi avete fatto in questi anni.”
    “Perdono? Io e Sonia dovremmo perdonarti? Per cosa? Per averti trattato come un essere umano, mentre gli altri ti tenevano in disparte? Tu dovresti chiedere scusa a Sonia. Non hai un cuore.”
    “Credo che io e il tuo amico Saturn la pensiamo allo stesso modo riguardo i sentimenti. Ad ogni modo, Sonia è morta. Ormai sei rimasto solo assieme ad un Digimon troppo debole. Avanti, Kerpymon. Ormai il lavoro è solo tuo. Non penso che a Saturn interessi la tua vita così tanto da produrre un velo tanto forte da resistere ai miei attacchi. Beh, Kerpymon, a te l’onore.” Nessuna risposta.
    “Kerpymon?” Skoob si girò e vide il suo Digimon brandire una Saetta Micidiale. Al ché ripeté: “Kerpymon!? Fallo! Muoviti!”
    “Mi dispiace Skoob, se pensi che io ti abbia trattato male.”
    La voce spezzata di Dave, in quell’istante, come mai prima di quel momento, rimbombò tanto forte nella mente di Kyrp, che al Prescelto Nero sembrò cadere il mondo addosso. “Ma mi devi perdonare anche per un altro motivo. Mi devi perdonare per aver creduto in te fino alla fine. Perché eri diverso da chi calpestava la vita, come Payass. Eri diverso da chi si rifiutava di considerare gli altri al suo stesso livello, come Eros. Speravo che anche tu riuscissi a capire quanto l’obiettivo dei Prescelti non è quello di distruggervi, ma di portarvi in salvo. Sarah lo aveva capito. Questo mi aveva dato speranza. Ed infine, Skoob, mi dispiace per te. Davvero tanto, ma Kerpymon in questo momento rappresenta il più grave pericolo… per te. Controllo Mesmerico.”
    “Saetta Micidiale!”
    Kyrp portò le mani al petto, stringendo la saetta che lo aveva perforato da parte a parte. Poi cadde in ginocchio e si sdraiò su un fianco, tossendo ogni due o tre secondi. “Era questo? Mi hai distratto?”
    “No, Skoob. Tu non avresti mai potuto cadere sotto l’effetto del mio attacco. Non posso usare i miei poteri sugli amici e sulle altre persone a cui voglio bene.”
    “Non capisco.”
    “E’ il più grande difetto che abbiamo io e Sabry. Anche se probabilmente è solo un accorgimento che è stato fatto sui nostri ciondoli. Aaron questo limite non lo ha e ha rischiato di farci fuori tutti una volta… l’unica possibilità che avevo per distruggere Kyrp e salvare Skoob era usare il mio attacco più potente sul tuo Digimon.”
    Skoob si lasciò cadere a terra, ansimando.
    “Non importa. Hai vinto tu.” Disse cercando di tirar fuori la saetta dal petto, con poco successo: “Mi dispiace per Sonia, se non si fosse messa in mezzo, Aaron non si sarebbe spaventato e avrebbe avuto la lucidità necessaria ad interrompere il mio attacco. Ma ormai cosa importa?”
    “Ti sbagli, importa e come. Scommetto che anche lei ti ha perdonato, anche se non è solita farlo.”
    Skoob estrasse la saetta e disse: “Stai attento. Lucemon è potente e ha un obiettivo spaventoso. Tu lo fermerai, Dave? Lo fermerai per tutti noi?”
    “Certo.”
    “Allora ti resta una sola cosa da fare… Kerpymon, una volta tornato in sé, potrebbe farti del male. È colpa sua se mi sono ridotto così. Ti chiedo di vendicarmi.”
    “Non vendicherò te. Ma gli farò fare comunque la fine che merita.” Detto ciò, Skoob non disse più nulla e si spense.
    Il Prescelto del Giudizio alzò lo sguardo verso Kerpymon: “Digimon malvagio e senza pietà.” Tuonò con rabbia: “Porta la saetta della morte al tuo cuore e distruggiti!”
    “Saetta Micidiale!” Ringhiò l’altro. Nello stesso istante in cui il suo cuore, sempre che ci fosse, venne trafitto dal suo stesso attacco, l’effetto del controllo mesmerico di Dave si annullò. Kerpymon, allora, rivolse un ultimo sguardo sorpreso verso colui che aveva causato la sua morte e disse: “E’ solo l’inizio.”
    Quindi, dopo queste ultime parole, apparentemente prive di significato, scomparve come Skoob. Dave fissò il corpo di Sonia. Le si avvicinò e vide i suoi occhi spalancati e le sue pupille dilatate. Quindi, glieli chiuse e si portò una mano davanti alla fronte. “Mi dispiace.” Intervenne Cherubimon: “Sonia non doveva morire così.”
    Dave vide lo Specchio di Venere ritrasformarsi in ciondolo, poco distante dal corpo della Prescelta che fino a pochi minuti prima lo brandiva con tanta maestria. “E’ stata la migliore tra tutti noi. È stata l’unica che ha sempre e solo cercato la verità senza venirne ammaliata. Chissà… forse non l’ha sempre saputa…”
    “Cosa intendi?” Chiese Aaron.
    “Ho paura, Aaron, che tutti questi eventi collimeranno in qualcosa di catastrofico. Ho la sensazione, che anche se Lucemon dovesse morire, nessuno potrà evitare che il destino ci conduca alla rovina. E la colpa è solo nostra!”
    “Ho questa sensazione anche io, ormai. Fin’ora nessuno di noi era mai morto…”
    “Sarah è morta. Hai ricevuto il messaggio, no?”
    “Io l’ho saputo direttamente da Alex. Barbamon è già stato sconfitto. Mancano ancora Lucemon e Lilithmon. In questo momento suppongo che Sabry e l’arpia stiano già combattendo.”
    “Allora dobbiamo raggiungere il monte Fuji.”
    Lopmon saltò sulla testa di Dave: “Hai intenzione di aiutarci?” Chiese a Patamon, il quale si voltò verso Aaron, che scosse la testa, dicendo:
    “Questa è la vostra guerra, Dave. Io vi coprirò solo le spalle. Ma prima…” Raccolse il Digivice di Sonia e lo porse a Dave: “Conservalo con cura.”

    Siccome Demon era un tipo previdente, aveva programmato ogni particolare del suo piano minuziosamente, prevedendo ogni possibile risvolto del caso.
    E siccome Aaron era un tipo ancor più previdente, aveva fatto una visitina al Signore Oscuro prima ancora di apparire a Kyoto.
    Demon si era non poco stupito di vederlo apparire nella sala del suo trono con uno sguardo abbastanza minaccioso.
    “Sappi che gli Olimpici tramano contro di te.” Gli aveva detto con un tono abbastanza deluso, come se si aspettasse una reazione da parte di Demon del tipo: “Lo sapevo già.” Ma ciò non avvenne. Non che Demon non sapesse nulla del piano di Jupitermon di annientarlo, ma non lo riteneva affatto una minaccia. Al contrario, vedeva quel piano come un’opportunità per distrarre i Prescelti.
    A quanto parve, però, il Prescelto dagli occhi di morte non ci era cascato.
    Quando il ragazzo e il suo fido Patamon lasciarono il castello alla volta di Kyoto, dopo che Demon li aveva avvertiti del pericolo in cui incombevano Dave e Lopmon, Lukas, buon cuore, fece notare al suo signore il disgusto che provava ogni volta che Demon permetteva al ragazzo dagli occhi di morte di varcare le porte del castello senza impedirglielo. D’altro canto, Demon sapeva che qualunque tentativo di arrestare Aaron, e soprattutto Patamon, avrebbe potuto scivolare verso una eventuale mega digievoluzione di Patamon in Seraphymon. Per evitare che ciò accadesse, il tanto magnanimo Demon, non aveva mai reagito ad Aaron. Ma questo a Lukas non lo disse. Demon tenne segreta questa sua paura verso Seraphymon. Non avrebbe mai voluto che i suoi sgherri capissero che aveva paura.
    Sì perché, in effetti, era la paura a muovere le mani di Demon. Ma c’era ancora un piccolo neo, al di fuori di Aaron Saturn, del quale Demon doveva occuparsi.
    Un nome, all’or del vero. Un nome sospeso tra verità e finzione. Il demone dell’ira ricordava nitidamente le parole di Lilithmon:
    “Nicholas Hunt. L’hai mai sentito?”
    “Mai.” Aveva affermato Demon, concludendo: “Perché?”
    “Non so, ma ha lo stesso cognome di Enchanter. E mi sembra strano che un eventuale parente di Sarah Hunt sia rimasto nell’ombra per tutto questo tempo a tua insaputa…”

    Lucemon guardò Jupitermon per qualche secondo, con uno sguardo assente, poi gli chiese di raggiungerlo.
    “Devo prenderne una?” Chiese al demone che gli porse un mazzo di carte. Dopo che Lucemon ebbe annuito, Jupitermon allungò la mano verso la pila e estrasse una carta a caso, rivelandola al suo capo.
    “E’ la carta del Diavolo.” Disse Lucemon sorridendo.
    “Che vuol dire?”
    Lucemon si alzò dal tavolo e ripose le carte in una tasca. Poi, dalla stessa tasca, tirò fuori una boccetta contenente un liquido dalla densità non ben definita e lo guardò per qualche istante, per poi concludere: “Significa che è arrivato il momento di usare l’ultima risorsa e affrontare sia il ragazzo, che il caro Demon.”
    Jupitermon abbassò il capo e lasciò la stanza.

    FINE CAPITOLO 135
     
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  5. TakeruTakaishi
     
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    Trovate qui le ultime puntate. Entro fine mese finisce la fanfiction (YEEEEEEE)

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