Digimon fanfiction

The seventh

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  1. DigiFakk94
     
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    Patamon e Salamon..."dulcis in fundo" insomma! :D
     
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  2. TakeruTakaishi
     
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    probabile xD non ho scritto molti episodi, ma qua c'è quello dopo:


    Episodio 7: Un avversario in più e…

    “Se vuoi che ti dica dov’è l’uscita di questo cimitero, devi portarmi con te!”
    “Cosa? Perché dovrei?”
    “Beh, perché questo posto non mi piace affatto! Io voglio vedere la luce del giorno ogni tanto… qui invece è sempre notte!”
    “Se questo è quello che vuoi…”
    Dopo qualche ora di cammino, Giuly e Soulmon uscirono dal cimitero. La luce del sole apparve improvvisamente. Tanto era forte che Sabry ne venne praticamente accecata.
    “Grazie mille, ragazzina!” esultò Soulmon mentre si allontanò indisturbato.
    “Ehi aspetta! Devi portarmi al bivio!”
    Ma orma Soulmon era arrivato troppo avanti.

    Intanto gli altri prescelti si erano messi in marcia nella speranza di ritrovare la compagna scomparsa.
    “Tutti noi siamo finiti in posti che pressappoco si trovano qui vicini… quindi anche Giuly dovrebbe trovarsi qui vicino…”
    Camminando e camminando i ragazzi proseguirono alla sinistra del bivio, ovvero dalla parte opposta a quella proposta in passato da Sonia, la quale non esultò all’idea.
    Durante il tragitto i ragazzi si raccontarono di quello che ebbero dovuto affrontare: Aaron e Theo raccontarono della digievoluzione di Dracomon effettuata allo scopo di salvarli da Coredramon; Alex e Dave raccontarono vantandosi di aver risolto il caso del dinamitardo; mentre Sonia e Sabry raccontarono di quello che a loro era successo. Si resero conto che tutte le loro avventure avevano a che vedere con un certo Digimon a forma di diavolo rosso e Witchmon: il Coredramon affrontato da Theo ed Aaron era stato assoldato dal misterioso Digimon, lo stesso, si rese conto Sabry, che istigò la rivolta nel Settore dei Fiori di Loto, mentre Witchmon aveva pagato Yasyamon perché desse fuoco al Settore Neon.
    Ma tra tutti spiccò il racconto della Paladina che fondò il Settore dei Fiori di Loto:
    “Kabukimon mi ha detto di averla conosciuta! Mi ha detto che lei era davvero una dei sette Paladini che affrontarono quei sette demoni!” affermò Palmon.
    “In questo caso significa che quel settore era collegato a loro!” ipotizzò Aaron, “Dovremmo tornarci!”
    “Credo che non sia possibile…” Affermò Sabry.
    “… il settore è stato raso al suolo dalla rivolta popolare. Ci sono solo macerie ovunque. Inoltre quel Digimon ha eliminato anche Kabukimon e Floramon, che avrebbe dovuto prendere il trono…” aggiunse Sonia con una nota di tristezza.
    Aaron rimase di stucco. Non poteva credere in tanta malvagità.

    Nel frattempo…
    “Grande Phelesmon!”
    Phelesmon era ancora impegnato a mescolare l’intruglio nel suo calderone e aveva tutta l’aria di essere ansioso di attendere qualche immagine. Immagine però, che non arrivava mai.
    “Cosa c’è…?” Ringhiò con la sua vocetta stridula.
    Boogeymon entrò nella stanza: “E’ arrivato!”
    “Bene!” esclamò il Digimon che si sedette sul suo trono fatto di teschi e ossa di Digimon. “E’ da tanto che ti aspettavo…!”
    “Sapevo che avreste avuto bisogno di me!” Una voce femminile riecheggiò per la stanza.
    “Sono venuta qui per offrirvi ogni mio servigio!”
    “Bene, bene!” Sorrise lui. “Ti unirai a questi due incompetenti. Il tuo aiuto mi sarà prezioso!”
    Boogeymon sbarrò gli occhi. “Che cosa? Un altro Digimon ad aiutarci?”
    “Taci, vecchio verme di fogna!” disse la voce con tono autoritario. “Se no farai una brutta fine! E dati i tuoi precedenti risultati nello scontro con i prescelti, dubito che il Grande Phelesmon (e qui usò una voce autoritaria, come per far esaltare il nome, al che Phelesmon sorrise) vorrà rimproverarmi!”
    Boogeymon tacque. Sapeva che quel Digimon aveva ogni potere necessario per eliminarlo, quindi preferì stare zitto e si allontanò.

    Dopo aver deciso di dare la priorità a Giuly, i ragazzi proseguirono, come già stato scritto, sulla stradicciola a sinistra, in modo tale da raggiungere un paesino alquanto vicino.
    Guardandosi intorno quella sembrava una cittadina come le altre. Case, palazzi e strade percorse da numerosi Digimon. Ad un certo punto si sentì una porta sbattere in lontananza. Giuly, uscì correndo inseguita da un’infinità di Digimon malintenzionati:
    “Correte!” Gridò lei, “In questo posto c’è una taglia sulle nostre teste!”
    Impauriti e shoccati i ragazzi si diedero alla fuga. Riuscirono a nascondersi in una piccola cantina il cui ingresso non era stato sigillato.
    “Una taglia?” chiese Sonia all’amica.
    “Sì! Il Digimon che controlla questo settore è d’Arcmon, un Digimon Angelico!”
    “Un Digimon Angelico?”
    “E’ così, ma purtroppo si comporta in un modo ben diverso da quello di un Angelo…”
    “Ma tu come ci sei finita qui?” Domandò Aaron.
    “La tempesta ha spazzato me è Fanbeemon (e indicò il Digimon sulla sua testa) in un cimitero. Un certo Soulmon ci ha fatte uscire a patto che lo portassimo con noi. Quando siamo uscite, lui se l’è data a gambe e io e Fanbeemon siamo rimaste da sole sulla nostra strada. Il bivio era ancora lontano, ma un Digimon rosso ci ha fermate e ci ha indirizzate qui…”
    “Un Digimon rosso?” interruppe Alex.
    “Che si tratti dello stesso Digimon che abbiamo visto tutti noi?” Ipotizzò Theo.
    “E’ probabile… sappiamo che quel Digimon ce l’ha con noi…”
    “E non è l’unico! Anche Witchmon sta collaborando con lui! Ci vogliono entrambi fare fuori!” tremò Sabry mentre Salamon si avvicinò a Fanbeemon: “Vi ha detto come si chiama, quel Digimon dico…?”
    “Oh sì! Si chiama Boogeymon!” rispose l’apetta svolazzando giù dalla testa di Giuly.
    “Analizzandolo con il digivice abbiamo scoperto che è di livello campione! Non sembra essere molto forte!”
    “Non è così… è riuscito ad eliminare un Digimon che era sovrano nel Settore dei Fiori di Loto…!” sospirò Sonia.
    “E ci ha anche scagliato contro un Coredramon nella foresta!” controbatté Theo.
    “Che sia lui il Digimon che vuole risvegliare i Signori Oscuri?”
    “Quando l’abbiamo visto la prima volta ho sentito in lui una grande forza… ma non abbastanza forte…” Patamon non sapeva come spiegarsi.
    “Anche io ho avuto la stessa impressione vedendo Witchmon… era un Digimon di sicuro in gamba, con esperienza… ma non il genere di nemico imbattibile, non so se mi spiego…” Lopmon si mise con le braccia conserte e aspettò che Dave parlasse, ma il ragazzo non disse niente.
    “Ecco, leggete qui…” Giuly tirò fuori un foglio di carta. Su di esso erano disegnate ne facce di tutti i sette prescelti e dei loro Digimon: “d’Arcmon l’ha messo in giro…”

    “d’Arcmon! I prescelti sono stati avvistati in città! Cosa facciamo?”
    “Niente per ora, mio fedele amico…” disse lei rivolgendosi ad un Digimon semi umano che le stava di fianco, “Dobbiamo attendere che siano loro a venire da noi!”
    “Pensavo che li avresti eliminati uno ad uno… facilmente…!” sogghignò Witchmon che era apparsa lì vicino.
    “Non dovresti ridere, vecchia befana! Se non fosse per me fareste tutti una brutta fine…”
    Witchmon inarcò le sopracciglia e rise. Poi sparì nel nulla.
    “Vecchi Digimon inutili… vi farò vedere io!”

    Sonia si avvicinò a due Digimon di passaggio: “Scusate, è vero che siamo ricercati?”
    I due Digimon urlarono e poi grugnirono.
    “Siete Doggymon, non è vero…? Siete proprio carini!” Con un cassonetto dell’immondizia, la ragazza di assicurò che i due Digimon non potessero dare l’allarme.
    “Vedi, Giuly… tu sei poco pratica!” disse lei sorridendo.
    Poi l’intero gruppo si diresse verso il palazzo di d’Arcmon, nel centro del paese. Patamon, Salamon e Lopmon, che tanto si erano opposti a tutto ciò, furono costretti ad inseguire il resto dei prescelti.
    “Andremo incontro a seri guai!” Aveva detto Salamon. Ma nessuno parve darle ascolto.
    Correndo ed eliminando qualche ostacolo, tutti e sette raggiunsero il palazzo e, dopo aver stordito le guardie con dei “Turuie Calci”, entrarono indisturbati.
    “Dove sei, d’Arcmon?”
    “Fatti vedere!!”
    d’Arcmon apparve del tutto a suo agio nel vedere i ragazzi, quando uscì da dietro un drappo.
    “Sembrate arrabbiati, miei cari ragazzi, che cosa vi ha spinti dritti nel mio nascondiglio…? Non siete stati molto furbi…”
    “Vogliamo delle spiegazioni su questo foglietto!” disse Sabry lanciandole una pallina di carta. Il Digimon la aprì e lesse, poi si mise a ridere e glielo gettò indietro con la velocità di un proiettile, ma Turuiemon lo scansò.
    “Siete dei folli! Siete venuti fin qua…”
    Sonia la interruppe: “C’è la possibilità che tu sia stata stregata da una certa Witchmon! Lei ci vuole uccidere e…”
    “Taci, ragazzina!” e a quelle parole Sonia aprì la bocca stupita e offesa. “Nessun Digimon è abbastanza potente da farmi il lavaggio del cervello! Io sono la sovrana di questo luogo, e ho l’ordine di eliminarvi!!” un Digimon blu uscì da dietro la schiena dell’”Angelo” appena questa ebbe tirato fuori la spada dalla sua fodera.
    “Lekismon! È un Digimon Animale di livello Campione! La sua tecnica è: Bomba Lunare!” lesse Aaron dal suo Digivice.
    “Io e Lekismon abbiamo fatto una scommessa: io ho scommesso che non sareste resistiti più di cinque minuti. Lei è stata più buona, ve ne ha dati dieci. Beh… vediamo chi ha ragione!”: d’Arcmon e Lekismon partirono all’attacco. Tutti i Digimon dei prescelti digievolverono non appena intuirono il pericolo.
    “Bombe Lunari!” Esclamò Lekismon.
    Numerosi esplosivi colpirono i Digimon dei ragazzi, che furono costretti ad indietreggiare. D’Arcmon attaccò con la spada, ma mancò Turuiemon, che si spostò in tutta la sua velocità.
    “Pungiglione Laser!” esclamo Waspmon e, con un raggio, distrusse metà dell’edificio.
    Tutti i Digimon in piazza si riversarono nelle strade e fuggirono in preda al terrore.
    “Coda a flagello!” Esclamò invece Ginryumon, che colpì il terreno con la sua coda provocando una piccola scossa sismica.
    “Fiammata Zaffiro!” disse Coredramon contro d’Arcmon, che venne avvolta tra le fiamme. Purtroppo il colpo fu nullo sul nemico, che, come se niente fosse, colpì Coredramon con il suo scettro. Al che, il Digimon venne scagliato a terra.
    “Raffica di spine!” roteando su sé stesso, Togemon gettò una pioggia di spine sui nemici, ferendo lievemente Lekismon, che contrattaccò con una delle sue bombe.
    D’Arcmon, che d’altronde voleva vincere la scommessa, colpì Waspmon, che regredì Fanbeemon che venne poi soccorso da Giuly. Poi anche Ginryumon venne colpito in pieno petto dalla bomba di Lekismon, regredendo Dracomon.
    Sabry, la quale era rimasta in disparte insieme ad Aaron poiché Salamon non era ancora in grado di digievolvere, decise di non rimanere a guardare e prese uno dei pochi bicchieri ancora intatti di vetro contenuti in una vetrinetta vicino alla porta e lo tirò a d’Arcmon, che esitò e poi, sfoderando le sue armi si avventò sulla ragazza, che riuscì ad evitare la nemica grazie ad una spinta di Aaron.
    D’Arcmon rise: “E’ vero… perché non cominciamo da quelli che non possono ancora digievolvere?” sogghignò. Lentamente si avvicinò ad Aaron e Sabry, ma Togemon la spinse via.
    “Grazie Sonia!” Gridò Sabry mentre Togemon spingeva con la sua mole d’Arcmon fino a farla cadere giù dal buco che si era creato nella parete.
    “Non ringraziare me, ringrazia Togemon!”
    Nel frattempo Togemon si era lanciato sul corpo di d’Arcmon sul pavimento della piazza, ma il Digimon, veloce, si spostò a sua volta facendo cadere il partner di Sonia direttamente per terra.
    “Spada dan…” d’Arcmon non potè proseguire: “Turuie Pugno!!”
    D’Arcmon venne colpita in piena schiena dal pugno di Turuiemon e venne scagliata violentemente contro la statua centrale che la raffigurava.
    “Maledetto, la pagherai!”
    Intanto, Dracomon si riprese e digievolse ancora Coredramon.
    Lekismon danzava a ritmo dei suoi colpi che venivano scagliati da ogni parte.
    “E’ meglio che lasci tutto nelle tue mani!” Ringhiò d’Arcmon. “Stai vincendo la scommessa e quindi preferisco lasciare tutto a te! Ma non me ne andrò senza causare danni!”
    Con la spada tagliò la statua, che cadde su Togemon, il quale regredì Palmon.
    “Ora non potrai perdere!”
    “Sarà fatto d’Arcmon!!” disse l’altra scagliando Bombe Lunari ovunque.
    Aaron si guardò intorno. “Ci dev’essere un sistema! Lekismon è davvero veloce a lanciare le sue bombe… non ci lascia nemmeno il tempo di prepararci all’attacco. Dobbiamo trovare un qualche modo per rallentarlo!!”
    Sabry nel frattempo aveva recuperato altri bicchieri e dall’alto continuava a lanciarli su Lekismon.
    “Perfetto!” esultò Aaron. “Se Lekismon dovesse continuare ad evitare i bicchieri, non avrebbe il tempo materiale per attaccare, non le lasceremmo il tempo di agire! In caso contrario verrà atterrita dalle schegge di vetro!! Sei un genio, Sabry!”
    “Io? Vabbè, a me veniva spontaneo a dire il vero…”
    Salamon e Patamon fecero lo stesso con una tale grinta che Aaron dovette ricordare la sua ultima cena di capodanno per risalire ad una cosa simile: era noto a tutta la famiglia che la nonna era una gran vincitrice, ma mai come quel giorno. Si ricordava, Aaron, ancora quando questa gridò “Ambo!”, “terna!”, “quaterna!”, “cinquina!” e alla fine: “tombola!!!!”. “Che fortuna la nonnina!” aveva pensato.
    Come previsto, Lekismon smise di attaccare, ma qualcosa andò storto. Sì, vabbè, Palmon ebbe il tempo di riprendersi e ri-digievolvere Togemon, e così anche Fanbeemon e Ryudamon, ma l’avversaria, schivando uno dopo l’altro i colpi che le arrivavano, saltò abbastanza alto per raggiungere il piano da dove Aaron, Sabry, Salamon e Patamon lanciavano i bicchieri.
    “Bomba Lunare!” gridò.
    Per un attimo fu silenzio: Salamon si era messa in mezzo, e aveva incassato il colpo.
    “Salamon!!” gridò Sabry, che si avvicinò al Digimon dolorante al centro della sala, trai cocci di vetro e i pezzi del tavolo.
    “Sabry…” chiamava la partner.
    “Non dovevi farlo! Sai benissimo che potresti morire da un colpo come quello.”
    “Io volevo solo proteggerti…”
    “Sì, e ti ringrazio, ma da adesso in poi devo essere io a proteggere te!”
    “Non è giusto… anche io voglio partecipare alla battaglia dall’interno e non rimanere a guardare..:”
    “… lanciando bicchieri come il pubblico di un teatro lancia i pomodori, vero?” disse lei.
    “Sì…” Salamon chiuse gli occhi.
    “Che Digimon inutile… morire per un essere umano… adesso ti darò il colpo di grazia, così le lacrime della ragazzina non saranno vane! Bomba Lunare!!”
    Turuiemon balzò in alto e diede un violento spintone a Lekismon.
    “Maledetto! Come hai osato??”
    “Nessuno può uccidere Salamon!” minacciò lui.
    “Turuiemon, distruggila!!” incitò Dave urlando.
    “Nessuno può ferirmi così!!” e lanciò una raffica di bombe che colpirono in pieno Turuiemon, facendolo regredire Lopmon.
    “Adesso basta! Non rimarrò qui con le mani in mano… Salamon è ferita… devo proteggerla.” Continuava a ripetersi Sabry. Lekismon si avvicinò al Digimon e si preparò a sparare un’altra Bomba Lunare, ma questa volta fu Ginryumon a fermarla. Poi ancora Togemon, Waspmon e infine Coredramon. Tutti caduti a terra e regrediti.
    “Non potete fermarmi! Sono troppo forte per voi. Bomba Lunare!!”
    Allora la luce bloccò Lekismon, che fu costretta ad indietreggiare. Nel far ciò cadde e si ribaltò. “No, no!! Ce l’avevo quasi fatta.”
    Lo stupore di Sabry salì alle stelle quando al posto del cagnolino si ritrovò ad abbracciare un gatto. Questo si alzò su due zampe: aveva il pelo bianco e la coda lunga portava, sulla cima arruffata un anello dorato. Sulle zampe anteriori aveva due guanti che lasciavano fuoriuscire tre artigli per mano.
    “Sono Gatomon!” rise lei.
    “Oh! Finalmente, anche tu, Salamon!!”
    Gatomon aveva un’aria assente: osservava Lekismon riprendersi dalla brutta caduta. Era immobile e intorno a lei i prescelti si domandavano a cosa stesse pensando. Sbatteva ogni tanto le palpebre e sorrideva, ma non distoglieva mai lo sguardo dal nemico.
    Lentamente Lekismon si alzò.
    “Sabry, allontanatevi!” sentenziò lei.
    “D’accordo, ma… cosa hai intenzione di fare?”
    “Lo vedrai!” disse questa facendo l’occhiolino all’amica, che ricambiò e fece allontanare tutti.
    Lekismon si riprese e velocemente attaccò con un’altra bomba. Quando essa fu a circa due centimetri da Gatomon, quest’ultima saltò con una rapidità che neanche a rallentatore sarebbe stato possibile vedere i suoi movimenti. Evitò quindi la bomba e scagliò un potente “Calcio Felino” su Lekismon, così rapido che non fece neanche in tempo ad evitarlo. Lekismon cadde a qualche metro di distanza.
    Gatomon sorrise e disse sottovoce: “Sei agile, Lekismon, ma quello che ti manca è la difesa!”
    “Bomba Lunare!”
    Ancora una volta, Gatomon si scansò e la bomba finì contro il lucernario del soffitto, che si frantumò.
    Gatomon ormai si muoveva così velocemente che nessuno riuscì a vedere i suoi movimenti.
    “Dove sei? Fatti vedere!!” Ripeté Lekismon pensando che il Digimon si fosse nascosto.
    Gatomon si fermò ed assunse uno sguardo felino d’attacco!
    “Ti finirò in meno di un minuto!” Ringhiò Lekismon e si avventò su Gatomon stringendo tra le mani una bomba.
    “Ha intenzione di farti esplodere una bomba a distanza ravvicinata!!” Gridò Sabry, ma Gatomon la guardò come per dire “so tutto!” e le sorrise.
    Quando Lekismon fu ormai vicinissima al micio, Gatomon si spostò di profilo e cominciò a scatenare una raffica di colpi:
    “Pugno Felino! Calcio Felino!” tirava pugni e calci con una velocità pazzesca, che neanche un Digimon veloce come Turuiemon avrebbe saputo evitare.
    Dopo qualche secondo, Gatomon smise di colpire e si allontanò di qualche metro. Alle sue spalle, Lekismon si scompose in tanti piccoli dati.
    Sabry esultò e corse ad abbracciare l’amica che contraccambiò.
    “Hai visto che anche io sono forte?”
    “L’ho sempre saputo!!”
    Aaron prese Patamon con aria interrogatoria: “Ora manchi solo tu…”

    Nel frattempo, d’Arcmon era tornata al quartier generale di Phelesmon, poco lontano dalla sua città. “Grande Phelesmon! Il mio orgoglio mi ha impedito di partecipare a quella lotta, ma non si preoccupi. Ho paura che neanche quella gatta sia in grado di eliminarmi! La prossima volta li farò fuori, tutti in blocco!!”
    “Non ho bisogno di promesse, d’Arcmon! Voglio certezze… e so che non mi deluderai in futuro!”
    “Può contarci!”
    “Ma… Grande Phelesmon… io sono stata punita, non è giusto…” ribatté Witchmon con tono pietoso.
    “Non ho bisogno che tu mi dica come fare il mio lavoro, vecchia bacucca!”
    Witchmon, davanti all’insulto del suo padrone, si inchinò e si allontanò.
    “Grande Phelesmon, ho bisogno dell’aiuto di quegli stupidi idioti che la servono…”
    “Puoi agire..:”
    “Perfetto, non potevo chiedere altro!”.
    Phelesmon continuava a mescolare il liquido catramoso nel suo calderone ancora nella speranza di ricevere immagini. Poi parlò con la sua orribile vocetta stridula:
    “d’Arcmon! Ne hai trovati altri?”
    “No, Grande Phelesmon! L’unico che era nascosto nella mia città è quello verde…”
    “Se è così, allora, presumo che dobbiamo allargare d’area delle ricerche…”
    D’arcmon non aveva il coraggio di ribattere e si rialzò dalla posizione inchinata. Phelesmon non ci fece caso. Continuava imperterrito a mescolare il suo calderone con il tridente.
    “Ne manca solo uno…” si ripeteva, “Solo un prescelto deve ancora far digievolvere il suo Digimon… devo agire prima che questo accada… se no è la fine!”

    FINE CAPITOLO 7
     
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  3. DigiFakk94
     
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    Bravissima Gatomon!!! :D
    Manca solo Angemon, adesso...eheh non vedo l'ora...
     
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  4. Röss
     
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    bravo! i miei complimenti bella storia ^_^
     
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  5. TakeruTakaishi
     
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    Scusate, mi ero totalmente dimenticato di mettere l'episodio alle 7...


    Episodio 8: Il ladro

    Quando Witchmon aprì la porta della sala fece un gran fracasso. Boogeymon, che si trovava al suo interno, si spaventò terribilmente. Phelesmon, invece, non ci fece caso, continuando a mescolare il fango nel pentolone sempre nella sua interminabile attesa che quella voce si facesse risentire.
    “Grande Phelesmon! Io tutto ho potuto tollerare, ma che mi si metta al servizio di quella là…” Witchmon parlò chiaro, ma Phelesmon non la udì. Fu d’Arcmon a rispondere al posto suo: “Pensavo di essere stata chiara. Tu lavorerai per me, che ti piaccia o no. Se non lo farai… nessuno ti rimpiangerà!”
    La strega ebbe un gemito. Sapeva che quel Digimon angelico aveva tutte le capacità e i poteri necessari a distruggerla e non poteva far altro che tacere.
    Boogeymon si avvicinò al suo padrone: “Forse Witchmon ha ragione… secondo me è tempo sprecato mettere insieme quelle due, sono già forti singolarmente…”
    “Witchmon non è forte, e tu nemmeno!” Sibilò Phelesmon con la sua vocetta stridula. D’Arcmon è il Digimon che vi serve per migliorarvi. Fino a quando vorrò, lei sarà una di voi.” Ma Boogeymon, che voleva difendere la sua più longeva compagna ripeté: “Capisco quello che volete, o grande Phelesmon, tuttavia sono obbligato a farvi presente che Witchmon, io e d’Arcmon siamo sullo stesso piano… non è giusto che quella voglia fare la comandina…”
    “Infatti hai ragione! Sono stato io a ordinarle di farlo.”
    Boogeymon tacque.
    “Quali sono i piani per la prossima mossa, d’Arcmon?” Continuando a mescolare l’intruglio, Phelesmon si voltò verso l’alleata.
    “Ho intenzione di farli fuori tutti in blocco. A partire da quello che ancora non può digievolvere, ma ho bisogno di tempo… prima farò in modo che sia Witchmon ad affrontare i prescelti… per indebolirli!”
    “Sono d’accordo con te!” Sibilò ancora Phelesmon.
    “Io non lo farò! Dovrei essere una pazza per andarmi ad ammazzare così!” Gridò l’altra.
    Phelesmon smise di mescolare la pozione e, alzando la mano sinistra, evocò il manico del suo tridente dal pavimento, che penetrò Witchmon. Questa gridò e il tridente si ritrasse.
    “Fino a quando sarai mia serva, farai quello che io e d’Arcmon ti ordiniamo, d’arrordo?”
    “S-sì…” rispose Witchmon ansimando.

    I prescelti decisero di distruggere completamente quello che restava della base di d’Arcmon, per indebolire il nemico colpendo ciò che lo circonda.
    I paesani, fuggirono sotto i colpi di Gatomon e Waspmon che fecero a brandelli l’edificio.
    “Dobbiamo prepararci allo scontro!” Rise Sabry, “E quale modo migliore di fare ciò, se non distruggere ogni cosa del nemico che vediamo? La statua!!” proseguì.
    Con un calcio, Turuiemon ridusse in polvere la statua centrale che già in precedenza era stata fatta cadere dalla sua stessa costruttrice.
    “Forse è meglio iniziare ad incamminarci verso il prossimo villaggio. Come potete vedere, quel maniero lassù (e indicò un punto all’orizzonte) dev’essere il quartier generale del nemico.” Propose Aaron.
    Sonia confermò e Togemon fece cadere alcuni edifici del paese come fossero tessere del domino.

    Poco dopo…
    Lasciato il paese di d’Arcmon, i ragazzi intrapresero una strana strada piena di specchi. Il Sole cominciò a calare e in poco tempo divenne notte. Pian piano la sagoma del castello prendeva forma. All’orizzonte erano quasi perfettamente visibili le torri appuntite e pericolanti, stile medievale e, quando ormai la notte calò, esso parve mimetizzarsi col suo colore.
    “Finalmente! Dobbiamo entrare in quel castello. Probabilmente è lì che si è nascosta d’Arcmon con Witchmon e Boogeymon!!” esclamò Sabry con un tono allegro.
    La Luna era sorta all’orizzonte e il suo riflesso cominciò a generare una sorta di “ragnatela di luce” tra le superfici riflettenti del percorso. Numerosi Digimon cominciarono a fluttuare nell’oscurità e di loro era udibile solo il lamento.
    “E’ tutto così tetro…” gemette Giuly.
    “Dobbiamo stare attenti!” incoraggiò Alex prendendo per mano Sabry.
    Salamon, Patamon e Lopmon guidavano la compagnia lungo lo stretto sentiero costeggiato dagli alberi spogli da cui pendevano tutti quegli specchi macabri.
    Dopo qualche minuto di cammino, il riflesso della luna comparve per terra. Sabry si avvicinò meglio al punto e notò che a qualche metro da loro c’era un piccolo laghetto a forma di mezzaluna. Il punto in cui la luna era riflessa, era il punto dove ogni fascio di raggi di luna prodotti da ogni singolo specchio si incrociavano.
    “Che splendido spettacolo!” disse Sonia avvinghiandosi ad Aaron. “Così romantico…”
    “Hai ragione!” Assentì lui mettendole una mano intorno alla vita.
    Giuly si avvicinò al lago.
    “Una così bella fanciulla!” sentì parlare. “Avvicinati di più, così che io possa vederti!”
    La voce parlò, ma solo lei parve sentirla. Avvicinò il volto al lago, che lo riflesse. Ma la ragazza nel riflesso non era lei. Era più vecchia, i suoi capelli erano crespi come rami. I suoi occhi erano infossati e le labbra screpolate.
    La ragazza urlò toccandosi volto e capelli. “Non posso essere io quella là!”
    “Cosa stai dicendo…?” chiese Theo mentre si chinò.
    “Quel lago… mi ha fatto vedere il mio riflesso… ma non ero io! Sì, i lineamenti erano i miei, ma la mia faccia era squadrata, sfatta, e sembravo invecchiata di cent’anni!”
    Theo rise a quella frase. Non ci credeva affatto, pensava – al massimo – che la ragazza avesse avuto una sorta di allucinazione. Così si avvicinò anch’egli allo specchio d’acqua e si specchiò.
    “Tutto normale.” Concluse. “Avrai avuto un’allucinazione!”
    “No, no vi dico! Era vero! Ho visto quell’orribile cosa nel lago!!” Poi si avvicinò ancora al lago e si specchiò una seconda volta. Tutto normale.
    “Forse è stata la luna a disfare la mia immagine…” ipotizzò.
    Dave si accorse che i fasci di luce riflessi della luna vibravano leggermente: il vento si stava alzando all’improvviso.
    “Avvicinati.” Ancora la voce. Giuly aveva ancora sentito quella voce. All’inizio pensò che si trattasse del rumore del vento, ma poi udì le indistinte parole: “Avvicinati, non aver paura!”
    “Le avete sentite?” nessuno diede una risposta affermativa, ma Sabry ormai si era avvicinata al laghetto. Ancora vide il suo volto sfigurato, ma non disse nulla. Allungò la mano verso di esso, ma non riuscì più a tirarla fuori! Anzi, il lago la tirava dentro di sé la ragazza, esercitando una tale forza, che neanche Fanbeemon, quando se ne accorse e digievolve Waspmon, riuscì a sottrarla. Lei e il suo partner vennero risucchiate nel lago, ma non emisero alcun tonfo.
    Quando ebbero gridato aiuto, Aaron, Theo e gli altri si erano precipitati al laghetto. Niente. Di loro non c’era traccia.
    La voce di Giuly riecheggiò nell’aria.
    “Dove sei??” gridò Sonia.
    “Sono qui!” La voce rispose. La ragazza, e il resto del gruppo si voltarono. Giuly era lì, in uno degli specchi che circondavano il lago. “Non dovete avvicinarvi al lago, o verrete risucchiati!”
    “Oh no! E come faremo a liberarti?”
    “Provate a rompere lo specchio!!”
    “No! Potrebbe darsi che non riuscirà più a liberarsi!”
    “Ottima deduzione, mio caro ragazzo!” Disse di nuovo quella voce a Dave, ma tutti questa volta riuscirono a sentirla.
    “Oddio, come ho fatto a non averlo capito prima!!” sibilò Giuly: “Sei Witchmon!”
    La strega emerse dal lago, ma non era bagnata.
    “Questo lago è un passaggio per una regione parallela a questo mondo! Non riuscirete a salvare la vostra amica e il suo Digimon facilmente!”
    Poi mise un piede sulla terra ferma e tutti i Digimon dei ragazzi digievolsero.
    “Tempesta Turbinante!” Gridò la strega agitando la scopa.
    Un uragano compreso in un’area ristretta fece agitare l’acqua del laghetto che travolse i Digimon dei ragazzi. Come lame, le raffiche di vento procuravano piccoli tagli lungo il corpo dei Digimon, che caddero stesi. Gatomon, Turuiemon e Togemon si rialzarono: i primi per abilità nella lotta e l’ultimo perché la sua mole è così grande da redere impossibile il suo abbattimento.
    Witchmon ringhiò: “I soliti odiosi che si rialzano… devo fare qualcosa.” Sibilò.
    “Getto a Pressione!”
    Turuiemon volò distante, ruppe uno specchio e cadde.
    “No, Turuiemon! Reagisci!” Incitò Giuly.
    Witchmon era seccata da quei Digimon che si rialzano sempre. Preferiva fare un lavoro breve e vincere in quattro e quattr’otto, ma purtroppo quello non era il suo caso. Scomparve di colpo e riapparve dietro ad Alex. Con una spinta lo fece cadere nel lago, che lo teletrasportò in uno degli specchi. Anche Ginryumon cadde nel lago nel tentativo di salvare il suo partner.
    Poi apparve dietro di Theo e lo strattonò verso lo specchio d’acqua. Ma Coredramon riuscì a fermarlo.
    “Tempesta Turbinante!”
    Nel tentativo di proteggere il ragazzo, Coredramon venne spinto nel lago e con lui anche Theo.
    “No, Theo, Coredramon!!” Gridò Aaron accompagnato da Sonia.
    I due comparvero in uno specchio dietro a Patamon, che si spaventò nel vederli comparire.
    “Gatomon!” gridò poi, “Per salvare i ragazzi dagli specchi devi sconfiggere Witchmon!”
    “Lo so, ma scompare troppo velocemente!”
    Sabry raggiunse il suo Digimon: “Ma tu sei veloce…”
    “Ma non basta!”
    Witchmon apparve ancora dietro a Sabry, ma Gatomon le diede uno dei suoi Pugni felini, facendola roteare tra gli specchi. Poi la strega salì sulla sua scopa e scagliò un altro “Getto a Pressione!”.
    Gatomon lo schivò, ma il getto colpì Sonia che, infradiciata, venne afferrata da Togemon:
    “Tu, lurida, vecchia megera!!” gridò a Witchmon che la colpì di nuovo facendo cadere lei e Togemon nel lago:
    “No, Sonia!” Sabry aveva gridato troppo tardi. Neanche Gatomon riuscì a salvare la ragazza in tempo.
    Witchmon si mise a ridere. “Non potete fare niente per fermarmi.
    Turuiemon attaccò Witchmon saltando, ma Witchmon volò via evitandolo. Inoltre, colpendolo con la scopa, lo fece sbilanciare. Turuiemon cadde nel lago.
    Witchmon sogghignò ancora. Poi fece per buttare giù Aaron e Patamon, ma Dave la spinse via.
    Gatomon ne approfittò per colpirla ancora, ma sbagliò bersaglio e distrusse uno specchio di quelli che circondavano il lago.
    “Maledizione!” gridò Gatomon.
    Witchmon colpì con la scopa Aaron mentre si allontanava dal laghetto e si sbilanciò cadendo in esso con Patamon e Dave, che si trovava dietro di lui.
    “No Aaron…” ironizzò Sonia mentre si pettinava i capelli nello specchio.
    “Sempre la solita!”
    “Turuiemon!!”
    “Non ti preoccupare per me, Dave! Io sto bene! Piuttosto… Gatomon! Sconfiggila!”
    Ormai Gatomon era rimasta sola contro Witchmon. Lei e Sabry si erano rifugiate dietro ad uno specchio.
    “Cosa facciamo, Gatomon?”
    “Dobbiamo prenderla alla sprovvista!”
    “Ho un’idea!” esclamò Sabry in preda ad un’idea geniale (e il che era a dir poco sorprendente per Sabry, dato che era risaputo che ad avere le idee geniali nel suo gruppo era Sonia).
    Sussurrò qualcosa nell’orecchio di Gatomon, che corse come una folle qua e là. Corse così veloce che nessuno poté vederla. Neanche Witchmon.
    “Cosa pensi di fare?” sibilò lei. “Se non colpirò prima te, prenderò la tua amichetta!!”
    “Pugno Felino!”
    Gatomon aveva saltato sugli specchi e colpì Witchmon così forte che questa cadde dalla scopa e fece un volo di tre piani, rompendo numerosi specchi.
    “Come hai fatto?” Grugnì quella mentre si rialzava.
    “Non importa come ho fatto, io riesco bene a saltare e a correre! Quello che conta è quello che ti farò adesso!”
    Witchmon si mise a ridere. “Non puoi prendermi… io posso sparire!”
    “No, non puoi…”
    “Cosa?”
    Sabry era apparsa da dietro.
    “In realtà sfruttavi i riflessi creati dagli specchi per risultare invisibile. Veniva continuamente riflesso il paesaggio intorno a te e non la tua figura… Per quanto sei forte, non puoi apparire e sparire da nessuna parte. Al massimo voli con la tua scopa!”
    “Maledetta ragazzina..:”
    Sabry si avvicinò lentamente a Gatomon evitando Witchmon che, a quattro zampe, faticava a rialzarsi dopo il brutto colpo di Gatomon.
    “Getto a pressione!” Gatomon si spostò e il getto colpì uno specchio, che andò in frantumi. Con abilità, Gatomon si spostava rapidamente da uno specchio all’altro e Witchmon colpiva ripetutamente tali specchi distruggendoli. In poco tempo, gli unici specchi rimasti erano quelli in cui erano intrappolati i ragazzi. I fasci di luce che si riunivano al centro del lago scomparvero e l’unica luce che illuminò l’area su quella della vera luna, splendente nel cielo.
    “Ora non sei rimasta che tu e le tue tecniche!” Rise Gatomon. Continuò a fissarla a lungo con i suoi occhietti da gatto. Un’espressione allegra, sorridente. Witchmon colpì ancora con una delle sue Tempeste Turbinanti, ma Gatomon saltò altrove.
    “Calcio Felino! Pugno Felino!!” Continuava a gridare. Ma Witchmon non sentì i colpi. Non capiva neanche da dove provenisse la sua voce.
    “Dove sei…? Fatti vedere! Perché non mi attacchi??”
    Le sue preghiere furono esaudite. Una raffica di ganci e calci distrusse Witchmon letteralmente.
    “Maledetta d’Arcmon… non sarebbe successo se tu non mi avessi costretta…” disse con voce spezzata.
    “E tu, maledetto gattaccio! Farete tutti una brutta fine quando affronterete il Grande Phelesmon!!!” e si scompose in un’infinità di dati.
    Un grido di esulto sconvolse i dintorni e gli specchi in cui i ragazzi erano rinchiusi si spezzarono.
    “Finalmente liberi!” esultò Dave.
    “Sei stata grandissima, Gatomon!”
    Tutti i Digimon si congratularono con il gatto e così anche gli esseri umani.
    La felicità di aver sconfitto la nemica ci mise un po’ a passare. Ognuno dei Digimon si vantava delle sue gesta:
    “Hai visto che colpi sferrava! Ma io non mi sono lasciata intimorire e le ho sferrato un destro, un sinistro, un calcio, una ginocchiata! E si è piegata davanti a me mormorando strane parole…!”
    “E io, quando mi sono rialzato??” si vantò Turuiemon.
    “Io non ero neanche caduta…”
    “Ma tu sei pesante, Palmon..:!”
    La notte era ormai fonda e i ragazzi si accamparono in un posto isolato in un bosco.
    “Che pace… sulla Terra non ci sono così tanti spazi verdi!” Disse Sonia inspirando profondamente ed espirando lentamente.
    “Hai ragione!”
    “Dobbiamo trovare qualcosa per accendere un fuoco… non fa poi così caldo…” Suggerì Aaron.
    “Aaron ha ragione. Io e lui andremo nella foresta a cercare qualche legnetto… non ci metteremo molto!” Propose Sonia sorridendo.
    “No, non lo permetterò.” Dave si alzò. “Patamon è l’unico dei Digimon a non essere in grado di digievolvere. Se comparisse d’Arcmon o Boogeymon non potreste combatterli.”
    “E’ vero… non ci avevo pensato…”
    “Vedrai che non compariranno!” Ottimizzò Aaron. “E se lo faranno… Patamon avrà un buon motivo per digievolvere!!”
    “Però voglio venire anche io!” controbatté ancora Dave.
    “D’accordo!”

    Intanto…
    D’Arcmon venne fatta mandare a chiamare da Boogeymon.
    “Cosa è successo, o Grande Phelesmon?”
    Phelesmon era tutt’altro che rilassato. Continuava a tremare, ma non si capiva se era a causa di un malessere, di una paura o dell’ira. Ben presto, comunque, le sue parole tolsero ogni dubbio a d’Arcmon, che si era inchinata davanti a lui.
    “Il tuo piano non ha avuto il successo sperato.”
    “Non ce l’ha fatta…?”
    “No. Witchmon è perita sotto i colpi di Gatomon. Comincio a credere di dover prendere in mano la questione personalmente.”
    “No, Grande Phelesmon. Non si deve disturbare.”
    Boogeymon che era presente sputò per terra.
    “Leccapiedi..:” sussurrò. D’Arcmon lo sentì, ma fece finta di niente. Ci avrebbe pensato dopo.
    “Hai ragione Boogeymon.” Sogghignò Phelesmon. “d’Arcmon si sta comportando proprio male. Potrei riservarle lo stesso trattamento che ho usato su Witchmon?”
    “Sì!” esultò il Digimon.
    Sussurri delle ombre riecheggiavano nel castello: “Sì, sì!” incitavano. Ma pestando il tridente per terra, Phelesmon li fece tacere.
    “Mi sarai ancora utile.”

    Intanto Aaron, Dave e Sonia avevano imboccato la strada nel bosco. Appena il gruppo scomparve in lontananza Sonia cominciò il suo discorso: parlò dei piani futuri, di come il suo Digimon avrebbe annientato Boogeymon e ipotizzò le varie digievoluzioni che Patamon avrebbe potuto intraprendere. Aaron non le badò. Dave era soprapensiero.
    Sonia continuò a parlare e Dave tacque per tutto il tempo. A un certo punto, la ragazza si voltò: “Dov’è Aaron?”
    Il silenzio avvolse l’area. Dave indietreggiò: “Oh no… si sarà perso? È colpa mia! Avrei dovuto stare attento…”
    “Stai calmo… vedrai che sarà qua intorno e vuole farci uno scherzo! Aaron!! Vieni fuori, non ci caschiamo! Non è divertente.”
    Un rumore indistinto era udibile nel buio. Le chiome degli alberi coprivano la Luna. Buio.
    Un altro rumore, ma questa volta erano passi. Sonia si girò: “Avanti Aaron! Sappiamo che sei dietro l’albero! Vieni fuori!”
    Nessuna risposta.
    “Non scherzare Aaron! Mi sto preoccupando!” disse tremolante Dave.
    “Aaron! Se non esci subito fuori ti assicuro che torno dagli altri e ti lascio al freddo tutta notte!! Ecco bravo! – una figura indistinta uscì da dietro l’albero – Fai bene ad uscire!”
    Ad un certo punto soffiò un forte vento. I rami degli alberi si mossero e le foglie danzarono vivamente, permettendo ai raggi della Luna di illuminare la scena.
    Un individuo alto era apparso tra gli alberi. Indossava un lungo mantello nero che si chiudeva linearmente lungo la linea di simmetria del corpo di tale figura e una maschera bianca senza tratti distinguibili che gli copriva il volto. La sua testa era coperta da una tuba nera e i capelli neri a caschetto si muovevano con il vento.
    “Chi sei?” mormorò Sonia.
    La persona stette zitta.
    “Sei un essere umano?”
    Di nuovo silenzio.
    “Dov’è Aaron?”
    Non si sentì volare una mosca.
    “Parla! Ti giuro che se li hai fatto del male io…”
    Ad un tratto una mano sbucò dal mantello, aprendolo e lasciando intravedere i vestiti sotto: era completamente vestito in nero. All’inizio parve perfino che sotto il mantello non vi era niente, ma poi lentamente si riuscirono a distinguere le braccia, le mani ricoperte da vistosi guanti bianchi e i pantaloni.
    Nella mano destra, lo strano individuo brandiva una pagina di giornale.
    “Quello è un giornale… come fai ad averlo tu?”
    La figura umanoide non parlò.
    “Ragazzi!!” si sentì urlare in lontananza.
    La figura mascherata scomparve all’improvviso.
    Dopo poco tempo Aaron riapparve da dietro di loro.
    “Ma dove sei stato???” gli gridò Sonia con aria piuttosto incacchiata. “Ci hai fatti preoccupare..:” aggiunse Dave.
    “Ho raccolto qualche legnetto…” si scusò lui.
    “Chi era quello?”
    “Non ne ho idea. Non ha detto una parola. Ma gli è caduto questo giornale!”
    “Un giornale?? Dalla Terra?”
    “A quanto pare sì.” Disse Sonia prendendolo in mano.
    “Di quand’è?” chiese Dave. Sonia tacque, poi alzò gli occhi dopo aver letto.
    “E’ del giorno in cui siamo partiti dalla Terra… il titolo dell’articolo è…” Sonia si fermò.
    Rubati File Top Secret Al Governo Americano. Colpito il Pentagono.

    FINE CAPITOLO 8

    Edited by TakeruTakaishi - 23/6/2012, 21:24
     
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  6. avenging angel
     
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    letto. sono la tua anima pia xD
     
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  7. TakeruTakaishi
     
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    User deleted


    grazie anima pia xD Ecco il capitolo 9!

    Episodio 9: L’articolo

    Uno sguardo al passato…
    “Chi era quello?”
    “Non ne ho idea. Non ha detto una parola. Ma gli è caduto questo giornale!”
    “Un giornale?? Dalla Terra?”
    “A quanto pare sì.” Disse Sonia prendendolo in mano.
    “Di quand’è?” chiese Dave. Sonia tacque, poi alzò gli occhi dopo aver letto.
    “E’ del giorno in cui siamo partiti dalla Terra… il titolo dell’articolo è…” Sonia si fermò.
    Rubati File Top Secret Al Governo Americano. Colpito il Pentagono.

    C’eravamo fermati qui, vero? Bene, forse è arrivato il momento di spiegare un po’ di cose che ho taciuto fino a questo momento…

    Quella notte quando i ragazzi tornarono indietro nessuno volle parlare dell’accaduto. Preferirono tutti aspettare il giorno dopo, quando tutti avrebbero recuperato le forze dello scontro con Witchmon. Alex fu il primo a svegliarsi: prese la maglietta, ormai asciutta e se la mise e osservò il suo Digimon e il resto del gruppo ancora addormentati. Poi si avvicinò ad Aaron, che ancora stringeva il giornale in mano e cercò di portarglielo via, ma il ragazzo si svegliò e spinse via Alex.
    “Scusa, non pensavo fossi tu!” Si scusò.
    Tutto il gruppo si svegliò. Fortunatamente per Alex il fuoco si era già spento da un po’ di tempo e nella caduta non si fece male.
    “Forse è meglio rimettersi in marcia…” ipotizzò Giuly che non aveva parlato fino a quel momento – dato che era stata la prima a cadere nella trappola del nemico, si vergognava un po’…
    Dopo poco tempo quindi, ognuno si preparò e imboccarono il percorso che li portò fuori dal bosco. Quando ormai la foresta fu superata, i prescelti si sedettero per riposarsi e cominciarono a parlare.
    “E’ successo ieri sera, poco dopo essere partiti per andare a cercare la legna, ma non sono il più adatto a raccontare la storia, perché io non ero presente…”
    “Aaron se ne era andato a cercare la legna da solo!”
    “Per forza!” controbatté lui all’osservazione di Sonia: “Tu continuavi a blaterare su chi avrebbe sconfitto Boogeymon, d’Arcmon e chi so io, di quali digievoluzioni Patamon avrebbe potuto fare…” Sonia lo interruppe dopo essersi resa conto che Aaron un po’ aveva ragione. “Ok, ok!”
    Dave, in imbarazzo, prese la parola: “Insomma, pensavamo che Aaron volesse farci uno scherzo e nei dintorni c’era buio…”
    “… a un certo punto abbiamo sentito dei rumori provenire da dietro alcuni alberi..:”
    “… il vento mosse la chioma degli alberi e la Luna illuminò la zona..:”
    “… un individuo apparve all’improvviso.” La voce di Sonia si interruppe quando Dave la fermò.
    “Quel tizio, era del tutto vestito di nero e indossava una maschera bianca priva di tratti del volto, sapete… una di quelle che si usano a teatro… e comunque indossava uno strano cappello, come quello che mettono i gran signoroni quando vanno fuori a cenare… stile Professor Layton.”
    “Si chiama tuba.” Lo interruppe Alex: “Mio padre ne ha una simile… la metteva quando era giovane.”
    Tutti lo guardarono strano, ma lui continuava a fissare Dave in attesa della fine della storia.
    Dave riprese a parlare e l’atmosfera tornò quella della contemplazione: “insomma, questo tizio stava zitto, non diceva niente. E noi abbiamo anche pensato che avesse potuto fare del male ad Aaron. Così gli abbiamo chiesto se fosse così.”
    “E lui per tutta risposta ci ha fatto vedere questo.” Sonia indicò il giornale che Aaron aveva tra le mani.
    “Quando Aaron ha gridato il nostro nome, noi ci siamo girati e ci siamo distratti, ma ti dico… questione di un secondo!”
    “E quando ci siamo rigirati non c’era più. C’era solo quel pezzo di carta.”
    Aaron si avvicinò agli altri che si erano sistemati a semi cerchio intorno a Sonia, Aaron stesso e Dave.
    Lesse:
    Rubati File Top Secret Al Governo Americano. Colpito il Pentagono.
    Ieri notte, 14 settembre 2011, a circa mezzanotte meno dieci, un ladro si è introdotto negli archivi segreti del Pentagono, la famosa e rinomata base del Dipartimento della Difesa Statunitense. Più che un ladro andrebbe definito come un genio, un grande maestro del crimine e dell’informatica che si è introdotto nella camera del computer principale e ha rubato dei file il cui contenuto il governo si rifiuta di rendere pubblici. D’altronde anche la notizia del furto avrebbe dovuto rimanere celata, ma una e-mail al New York Times ha rivelato la natura del furto e la notizia si è propagata in mezza giornata. Il governo ha inizialmente voluto tacere la cosa, ma la notizia ormai è nell’aria. L’agente Johns, dopo essere stato rimosso dal suo incarico, ha rilasciato un’intervista lampo al rinomato quotidiano: Non ho avuto neanche il tempo di pensarci. Non me ne sono neanche accorto – ha detto lui con parole spezzate – sono stato colpito alla testa. Non ricordo molto di quello che è successo in quei frangenti, ma quando mi sono ripreso mi sono accorto che la chiave magnetica d’accesso alla porta era stata rubata e la mia pistola anche. Me l’ha dovuta prestare una nuova il mio capo, perché quando sono andato a controllare ero disarmato… io e altri agenti siamo entrati nella sala principale, ma il ladro si era volatilizzato. All’inizio non era ben chiaro cosa avesse rubato, ma per quanto ne so lo hanno scoperto. La notizia non ha suscitato molto scalpore. Purtroppo sono stato licenziato prima che mi venisse a comunicare la notizia, ma so che il Dipartimento sta prendendo severe precauzioni per evitare nuove intrusioni. Pensano all’attacco di un terrorista.


    Intanto…
    L’aria nella stanza si era fatta lugubre nell’attesa interminabile di un altro segnale dal calderone. Phelesmon era ancora in piedi, roteava il suo tridente prima in senso orario poi antiorario e non toglieva gli occhi di dosso al liquido dall’odore di morte che proveniva dal suo calderone. Boogeymon e d’Arcmon erano inchinati davanti al suo trono, che si trovava esattamente dietro al calderone.
    Boogeymon non vedeva l’ora che il suo padrone gli desse la parola e quando quel momento arrivò…
    “Grande Phelesmon! Dovete sapere che ieri notte i prescelti hanno fatto un incontro molto speciale!” Disse sogghignando.
    “Ah sì…”
    “Sì! Ieri notte mi trovavo nella foresta nera, stavo spiando i ragazzi. Ad un certo punto tre di loro con i loro Digimon si sono allontanati dal resto del gruppo per cercare della legna, inoltrandosi, come degli idioti, nella foresta. Comunque sia, uno di loro si è separato ancora e gli altri due si sono fermati in uno piccolo spiazzo d’erba. Non vedevano niente. Poi hanno iniziato a dire: chi va là? Fatti vedere! E io pensavo si rivolgessero a me, ma quando un tizio mascherato vestito di nero è saltato giù da un albero mi sono sorpreso…”
    Phelesmon interruppe il Digimon con aria disgustata:
    “E tu perché non hai sfruttato l’occasione per eliminare il ragazzo che se ne era andato da solo? Perché, se no, non hai attaccato il resto del gruppo?? Sei un idiota incompetente!!”
    “Ma grande Phelesmon…”
    “Zitto! Non ho più voglia di sentire i tuoi racconti senza senso! Vai e uccidili tutti!!”
    “Sì, mio padrone.” Boogeymon uscì dalla stanza e d’Arcmon sorrise a tanta stupidità.

    “Sì, me lo ricordo! La mattina che siamo partiti, prima di venire a scuola, come al solito, ho acceso la TV e davano il Telegiornale del mattino. Una delle notizie è stata questa. All’inizio non ci ho dato tanto peso, ma adesso mi dovrò ricredere!” Giuly strappò il foglio di giornale dalle mani di Aaron e lo guardò con aria perplessa.
    “Se queste due storie sono collegate, mi chiedo perché Azulongmon, o qualche altro Digimon non ne abbia mai parlato…”
    “Forse perché non ne era al corrente…”
    “Questo non ci toglie il dubbio su chi sia il tizio che avete incontrato ieri notte…” Theo pronunciò queste parole e il silenzio cadde nel gruppo come quando un pianoforte cade dall’ultimo piano di un palazzo e schiaccia qualcuno sotto di lui in un cartone animato.

    “Uffa! Phelesmon mi affida sempre i compiti più noiosi! I prescelti si sono spostati, ma chissà dove…” Boogeymon si fermò. “Eccoli!! Sono così tranquilli… ! Giocherò loro un brutto scherzo!” Ridacchiando si nascose dietro una pietra lì vicino.
    Giuly gridò. “Sei Boogeymon! Ti ho visto! Ti ho visto!”
    Boogeymon sbarrò gli occhi e i Digimon dei ragazzi si prepararono alla lotta.
    “Aah! Ma come hai fatto a vedermi…? Pensavo di essermi nascosto bene…!”
    “Beh, ti ho sentito ridere…”
    Boogeymon rimase di stucco: “Ma… ma…” Non poteva credere di essere stato visto nascondersi da una ragazzina umana… la sua stima cadde come Willy il Coyote quando cade da un precipizio.
    “Va bene! Ehm…” Non sapeva neanche cosa dire per dare inizio allo scontro… “Noi dovremmo…”
    “Oh sì, dovremmo combattere…” lo anticipò Sabry.
    “E’ un po’…”
    “… imbarazzante… sei lì, completamente nudo, tutto rosso…”
    Boogeymon strizzò gli occhi. “L’avete voluto voi, marmocchi!”
    “Tridente Spettrale!”
    Si precipitò proprio su Salamon, facendola svenire.
    “Tu che sei la più pericolosa, adesso non potrai darmi fastidio!”
    Sabry non poteva proprio credere a quello che aveva appena visto: Salamon non aveva neanche fatto in tempo a digievolvere che era stata schiaffata contro un masso.
    “Perdinci!”
    “Bravo tridentuccio! Hai fatto proprio un bel lavoro!”
    “Ehi! Tu sei quel coso rosso che ha attaccato il Settore dei Fiori di Loto!!” Sonia riconobbe il Digimon e gli puntò contro un dito. “Farai una brutta fine!”
    “Palmon digievolve… Togemon!!”
    “Fanbeemon digievolve… Waspmon!”
    “Lopmon digievolve… Turuiemon!”
    “Ryudamon digievolve… Ginryumon!”
    “Dracomon digievolve… Coredramon!”
    “On guard!”
    Togemon tirò un forte pugno a Boogeymon, che però svolazzò via.
    “Raffica di Pugni!”
    “Tridente Spettrale!” Un turbine nero colpì Togemon in pieno petto. Il Digimon cadde a terra e regredì Palmon. Sonia non poteva credere che un Digimon di tale grandezza era caduto con un solo colpo.
    “Maledetto satanasso!” disse sottovoce.
    “Patamon… devi digievolvere! Solo così potremo sconfiggere quel Digimon! Dobbiamo lottare insieme.”
    “Ma io non sono capace!” Aaron prese con sé il suo Digimon e lo portò altrove, nascondendolo dai colpi oscuri che stava sparando Boogeymon.
    “Freccia Perforante!” Disse Ginryumon sputando una lancia dalla bocca. Boogeymon fermò la lancia con il tridente.
    “Fiammata Zaffiro!”
    “Cannonata Turbolenta!”
    I colpi di Coredramon e Waspmon si unirono in un unico grande ciclone di fuoco e luce. Boogeymon contrastò il colpo con il tridente ancora, ma questo si screpolò leggermente. Quando Alex vide i piccoli frammenti di tridente gocciolare, esultò Ginryumon perché lo colpisse:
    “Coda a Flagello!”
    Ma Boogeymon se ne accorse per tempo e lo schivò facendo piombare il Digimon come un proiettile contro un albero dell’ingresso della foresta. Dopo che Ginryumon si inceppò nell’albero con la coda, Boogeymon ne approfittò per attaccare:
    “Tridente Spettrale!” ‘sta volta un turbine nero colpì Ginryumon che regredì e cadde a terra e regredì.
    “Lo facevo più debole…” sibilò Aaron mordendosi il labbro.
    Boogeymon rise a crepapelle. Prese il tridente e colpì forte Ryudamon, che dopo essere volato via, gridò dal dolore.
    Sonia corse da Palmon. Al che la poveretta si girò lentamente verso la partner, la guardò e indietreggiò lentamente.
    “Poche storie, bella mia! Devi combattere ancora! Digievolvi!”
    “No… non me la sento!”
    “Razza di pigrona…”
    “Non servirebbe! Nessuno può competere con me!” La burlò Boogeymon.
    “Ma se non hai indosso neanche un vestito!” lo derise Sabry.
    “E allora?? Sono forte lo stesso!!”
    “Beh, dicevo così per dire…”
    Boogeymon sollevò ancora il tridente.
    “Sguardo Ipnotico!” Gatomon si sollevò in aria e fissò Boogeymon, ma gli occhi di questo brillarono di rosso improvvisamente facendo rotolare per aria Gatomon per qualche istante.
    Boogeymon rise: “Le vostre tecniche sono inutili con me! Io sono un Digimon malvagio con i fiocchi.”
    “Turuie Calcio!”
    Boogeymon, distratto, colpì il suolo come una meteora dopo essere stato calciato da Turuiemon.
    Su una roccia, il Digimon si ergeva solenne. Il vento smuoveva le lunghe orecchie rosa e sui guanti comparvero dei grossi artigli metallici.
    “Preparati per il mio colpo di grazia!”
    Boogeymon sogghignò.
    “Non farmi ridere! Il mio tridente e io non saremo mai battuti!”
    Sabry soccorse Gatomon, che nel frattempo era regredita Salamon ed era caduta a terra.
    Waspmon provò a raggiungere Boogeymon per attaccarlo direttamente con il suo Cannone-Pungiglione, ma questo la colpì ferocemente con la sua arma e quella regredì Fanbeemon. Anche Giuly andò a soccorrerla.
    Turuiemon si girò verso Coredramon: “Non provare a colpirlo! Lo eliminerò io. Non mi intralciate!”
    Coredramon fissò per qualche secondo Turuiemon e si allontanò sorridendo al compagno.
    Theo si voltò: “Ma che fai?”
    “Eliminare Boogeymon è compito di Turuiemon! Non mi immischierò!”
    “Cosa stai dicendo, Turuiemon? Perché vuoi combatterlo da solo?” chiese preoccupato Dave.
    “Perché è un folle! Non può ferirmi! Io sono immortale!!”
    “Non sei immortale. Sei solo il solito pallone gonfiato. Ma prima di eliminarti ho bisogno di sapere due cose da te…”
    Boogeymon ghignò: “Due cose: la prima è che non mi eliminerai, la seconda è che non lo farai se non ti dirò quello che vuoi sapere, pertanto, in ogni caso, tacerei!”
    “In tal caso eliminerò anche d’Arcmon! Le cose me le dirà lei prima di spirare!”
    “d’Arcmon? Cosa vorresti sapere da lei? Pensi che ti dirà facilmente cosa vuoi sapere…!?”
    Turuiemon sorrise, come se volesse far dire a Boogeymon qualcosa che lui già sapeva. O come se già sapesse le risposte che il nemico gli avrebbe dato.
    “Dipende… innanzitutto vorrei sapere chi è Phelesmon. Lavori per lui, no? All’inizio pensavo che fossi un mandato di Witchmon, ma lei è debole, non sembra un nemico così imponente, e poi il fatto che ci attacchi quando ormai lei è morta significa che non lavori per lei. E soprattutto ho notato che voi malvagi vi credete così forti anche da attaccare un gruppo di ben sei Digimon campione…”
    “Questo non c’entra niente! Come fai a sapere di Phelesmon…?”
    “Alla prima domanda hai risposto! Volevo sapere per chi lavoravi e mi hai confermato almeno di conoscere Phelesmon!”
    “Non vuol dire niente!”
    “d’Arcmon è forte, questo sì, ma non ce la vedo lei nei panni del “cattivo della saga”. Inoltre, anche lei mi ha dato l’impressione di lavorare per qualcuno!”
    “Ma come fai a sapere chi è Phelesmon??”
    “Witchmon prima di morire ha fatto il suo nome e l’ha chiamato Grande Phelesmon. Ciò vuol dire chiaramente che ha una posizione di comando rispetto a lei. E visto che non ha detto “Grande Boogeymon”, significa che non sei considerato molto più di quanto lo fosse quella strega.”
    “Ok, ti ho sottovalutato! Qual è la seconda cosa che vuoi sapere…?”
    “Prima dimmi chi è Phelesmon e poi dimmi anche dove lo possiamo incontrare!”
    “Non risponderò né all’uno, né all’altro dei quesiti che mi hai fatto! E adesso, combatti!!”
    Boogeymon si precipitò verso Turuiemon, ma il Digimon, con un pugno, distrusse il tridente e Boogeymon volo oltre la roccia, pestando violentemente la testa.
    “E’ inutile che io ti dica chi è Phelesmon, tanto non potreste affrontarlo in ogni caso! È troppo forte per voi mocciosi!”
    Tutti i ragazzi e i Digimon, compreso Coredramon che nel frattempo era regredito, ascoltavano con attenzione la conversazione. Boogeymon a terra continuava a evitare di rispondere. Al che Turuiemon lo “incoraggiò” nuovamente.
    “Mai! Non saprai mai da me con chi avete a che fare!”
    Turuiemon decise di passare alle maniere forti. Afferrò Boogeymon per la gola e lo sollevò. Poi chiese ancora le stesse cose di prima, ma Boogeymon si rifiutò ancora di collaborare. Gli occhi di quest’ultimo si illuminarono ancora. Ma Turuiemon, con la sinistra, glieli strappò dal cranio. Il grido fu agghiacciante. Nessuno dei prescelti e dei Digimon osò guardare.
    “Perché tanta crudeltà, Turuiemon?” Chiese Dave, che non poteva sopportare tanta cattiveria.
    “Lui è uno di quelli che ha mandato a fuoco il settore Neon, lui e Witchmon collaboravano! Lui ha distrutto il Settore dei fiori di loto, eccetera!”
    Tutti i prescelti abbassarono lo sguardo, come un consenso per Turuiemon.
    “Se non vuoi collaborare, povero diavolo, non mi resta che ucciderti: non mi sei d’alcun aiuto…”
    Boogeymon si alzò, ma ricadde subito senza poter vedere la strada per fuggire.
    Con un violento pugno Turuiemon distrusse la testa del Digimon e in poco tempo il suo corpo si disintegrò.
    Tutti i prescelti emanarono un sospiro di sollievo.
    “Se lo è meritato!” sussurrò Dave. “Dopotutto, lui e la strega sono stati davvero malvagi…”

    Nel frattempo, al castello di Phelesmon, tutti avevano osservato il combattimento dal calderone.
    “Boogeymon non ce l’ha fatta, me lo aspettavo.” Disse Phelesmon con la sua orribile vocetta stridula.
    “Grande Phelesmon, immagino che adesso sia arrivato il mio turno!”
    “Esattamente, brava d’Arcmon, hai capito la questione! Ma non sarò gentile con loro!” dal calderone uscì una sorta di corvo nero. “Vai, e raggiungi il gruppo!”
    “Infondo Boogeymon non si è fatto scappare niente!”
    Phelesmon riprese in mano il tridente con cui stava mescolando l’intruglio nel calderone:
    “Dovremo dare loro una mano noi allora!”
    D’Arcmon spalancò gli occhi, “Cosa sta dicendo?” pensò.

    Mentre i ragazzi decidevano sul da farsi, il corvo nero volò da loro. Si posò dove ancora c’era il segno della morte di Boogeymon e poi volò su un ramo davanti a loro. Sonia, che lo vide, si girò di scatto facendo fare lo stesso a tutti gli altri.
    “Cosa c’è, Sonia?”
    “Su quell’albero! C’è un corvo!”
    “Il mio Digivice non rileva nulla!”
    Per un attimo sembrò che lo strano uccello ebbe parlato. Poi riaprì il becco e questa volta le parole furono chiare: una risata. Una vocetta stridula.
    “Non mi sorprende questo fatto!! Questo bellissimo corvo non è un Digimon! È una creatura creata da me, per i miei scopi!”
    “Chi sei?” gridò Alex.
    Il crorvo gracchiò e si rimise a ridere. “In realtà questo corvo è un mio incantesimo! L’ho creato per darvi un aiuto… per portarvi la mia voce, per portarvi… nel posto in cui mi trovo!”
    “Ho capito! Sei Phelesmon!!” aggiunse Aaron.
    “Esattamente! Bravo, settimo prescelto!”
    “Rivelati! Fatti vedere!”
    “Purtroppo per voi non sono qualcuno che ama farsi vedere! Dovrete raggiungermi voi nel castello nero oltre la Città degli Spiriti, a Nord! Vi aspetto!!”
    Il corvo scomparve.
    “Che facciamo? Seguiamo le sue indicazioni?”
    “Il muschio cresce anche qua a Digiworld, a quanto pare. Quel Digimon sapeva che avremmo trovato la strada… non ci resta che seguire le sue indicazioni. La città degli spiriti, oltre a quella troveremo il suo castello. E chissà, forse Patamon… riuscirò a digievolvere.” Aaron sorrise e si mise in cammino. Tutti lo seguirono. Anche Patamon.

    FINE CAPITOLO 9
     
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  8. DigiFakk94
     
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    Turuiemon...che cattiveria! O.O
    Non vedo l'ora di sapere come andrà a finire, comunque. Ah, ma patamon per caso digievolverà "proprio" nell'episodio 13? ;)
     
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  9. TakeruTakaishi
     
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    Episodio 10: L’angelo
    Parte 1: Astrazione


    Dopo che Phelesmon si è praticamente rivelato ai ragazzi sottoforma di una sorta di corvo incantato, i ragazzi sono stati spinti da questo verso un misterioso paese dal nome sibillino: la Città degli Spiriti. Aaron, che era stato come incantato dal nome del posto, ha deciso che lui e i suoi amici, volenti o nolenti, ci sarebbero dovuti andare. Nessuno parve però controbattere la sua idea nel momento in cui questi lo hanno seguito senza fiatare. Aaron era, però, di sicuro molto più preoccupato di far digievolvere il suo Digimon. Non sapeva né quando e né come, ma soprattutto contro quale Digimon e in che occasione questo sarebbe successo. Aaron sapeva con certezza, però, che quel momento sarebbe arrivato. Tutti i sette ragazzi sapevano che Aaron era molto motivato in questo, sapevano che avrebbe voluto rendersi utile e sapevano che non temeva di sapere in che Digimon Patamon sarebbe digievoluto. No, non lo avrebbero neanche mai sospettato.
    Superato il percorso il gruppo sopraggiunse in uno strano posto: un vecchio castello che sembrava uscito da una qualche favola. Non era molto grande, era un castello in perfetto stile giapponese, con un grande tetto triangolare e molti piani sovrapposti. I ragazzi entrarono nel piccolo ingresso e, percorso lo stretto, lungo corridoio, arrivarono in una grande sala rotonda, piena di statue e ornamenti. Ma era tutto grigio, spento, come se il Sole coprisse con la sua luce, quella del castello. A proposito, pensò Sabry, chissà di che genere di Sole si tratta quello che illumina i giorni di Digiworld, di che Luna quella che tiene compagnia alle sue notti…
    Davanti allo sbocco del corridoio, dall’altra parte della sala, un altro corridoio lasciava intravedere al suo termine la luce dell’astro oltre una porta.
    I ragazzi imboccarono anche quel corridoio e, quando ne uscirono, lo spettacolo fu mozzafiato: un grande prato verde che ricopriva colline su colline. Qualche casetta qua e là faceva compagnia al posto. Dai comignoli delle villette usciva del fumo.
    “Devono essere abitate.” Ipotizzò Sonia sbattendo più volte le palpebre, forse infastidita dalla luce dopo il piccolo momento di buio nella sala tonda.
    I ragazzi si incamminarono, così, ancora verso il villaggio. Ma Aaron aveva qualche presentimento. Il prato era molto duro, nonostante l’erba… Durante il cammino il Sole iniziò a tramontare. Man mano che i loro occhi si avvicinavano ad esso, era sempre più evidente che il villaggio non sorgeva sul prato, ma le ville erano, piuttosto, state costruite su un pavimento di pietra e ciò non faceva altro che impreziosire quella bellissima vista. I ragazzi scesero alcuni scalini. Quella che si presentava davanti a loro era una bellissima via di pietra ai quali lati si trovavano varie tavole calde, ristoranti, eccetera, tutti vuoti. Era strano quel vuoto.
    “L’assenza è la più acuta presenza…” sussurrò Aaron.
    Nessuno ci fece caso. Tranne Theo.
    “Non posso far altro che pensare che questo posto a qualcosa di strano… città degli spiriti…”
    “Più che una città, a me sembra un villaggio fantasma… non vedo spiriti!” aggiunse Aaron.
    Giuly si ricordò dei Bakemon, di Soulmon… quelli erano spettri, spiriti, e vivevano in un mausoleo, in un posto lugubre, spettrale e sporco, polveroso: non era quello il posto per Digimon fantasmi...
    Aaron rimase diffidente per tutto il tempo. Theo lo seguì. Patamon sollevò le orecchie.
    “Cosa c’è, Patamon?”
    “Avverto qualcosa di strano… come se questo posto fosse circondato da un’aura allegra, ma allo stesso tempo…”
    “… triste.” Concluse Aaron, mentre tutti gli altri entrarono in una tavola calda.
    “Esatto.”
    “E’ strano. Qui i camini vanno, ma non c’è anima viva nei dintorni.”
    Era vero. I camini erano accesi e i comignoli fumavano. Quando Aaron e Theo raggiunsero gli altri, li trovarono seduti ad un tavolo. Davanti a loro cento, no anzi, mille piatti di cibo.
    “E’ squisito!” squittì Sabry mentre addentava una grossa bistecca.
    Tutti gli altri fecero lo stesso. Aaron era disgustato da quella scena e Theo con lui. Sarà che entrambi non sono grandi divoratori di cibo, e la loro linea lo dimostrava…
    “Fate schifo…” disse quindi con un tono ironico e si allontanò seguito da Theo e Dracomon.
    “Non sai cosa ti perdi…” sogghignò Dave.
    Aaron si allontanò di qualche metro dal ristorante e il Sole stava ormai per calare del tutto dietro ai colli. L’atmosfera era magica. Patamon, però, ribadì che sentiva qualcosa di strano in quella magia. Come se quel posto non fosse tutto come appariva, ma piuttosto come se da un momento all’altro, il terreno si sarebbe capovolto e avrebbe mostrato il vero volto della città. Ad un certo punto un particolare attirò l’attenzione di Aaron.
    Il ragazzo corse verso degli scalini al termine dell’altro lato della strada. Li salì velocemente. Theo lo seguì e Dracomon con lui.
    Patamon spalancò gli occhi. Una grande statua angelica sormontava un piccolo altare. Ma non era d’Arcmon il Digimon raffigurato. No, sembrava più maestoso, più forte!
    E poi, così come quando il Sole sparisce e la luna acceca gli occhi di chi ormai si è abituato al buio, così, nel momento in cui il Sole scomparve all’orizzonte, le luci che erano appese qua e là nella via si accesero di colpo.
    “Wow” sospirò Theo.
    “L’avevo detto che c’era qualcosa di strano… città degli spiriti… vuoi vedere che…!”
    Aaron corse nel posto in cui si era fermato il gruppo a mangiare. Ma non vi era anima viva al suo interno. Tutti si erano come volatilizzati. Lui, Theo e i loro Digimon si ritrovarono in quella via così splendidamente illuminata. Ombre nere cominciarono a danzare lungo la strada. Pian piano esse passarono dall’astratto trasparente al concreto: erano Digimon.
    Ognuno di loro con colori diversi, splendenti nella notte.
    “Gli altri sono scomparsi! Dobbiamo trovarli!”
    Aaron e Theo corsero, seguiti dai loro Digimon, verso l’ingresso.
    “E’ come se fossero spariti… ma non possono essere spariti nel nulla… sono esseri umani e gli umani non hanno poteri magici!”
    “Che siano stati rapiti?”
    “Non ho sentito rumori strani! Se fossero stati attaccati, avremmo almeno sentito qualcosa!”
    Patamon urlò per farsi sentire: “C’è molto rumore qui! Un rumore per nascondere il silenzio!”
    “Un rumore per nascondere il silenzio.” Queste parole rimbombarono nella mente di Aaron fino a quando tornarono davanti al castello: luci, luci ovunque. Digimon che entravano nell’edificio e che uscivano. Digimon che davano il benvenuto agli ospiti. Insomma, una grande festa. Manifesti ovunque portavano una grande insegna: villaggio degli spiriti: dove gli spiriti vengono a riposare e a divertirsi.
    Aaron si continuava a chiedere come avevano fatto a sparire i suoi amici. Dove? Dove sono? Perché si sono volatilizzati…
    Poi Aaron si girò verso Theo. Dietro l’amico un Digimon si era eretto con maestosità: era uguale a… a quella statua!
    Theo si voltò e rimase quasi incantato da quel Digimon. Un angelo. Un angelo in vesti rosse e un casco che gli copriva gli occhi. Lunghi capelli biondi scivolavano lungo la schiena e una lunga asta gialla era brandita nella sua mano destra. Sulla cintura e alle due punte di tale asta, una mezzaluna splendente nelle luci. Theo estrasse il Digivice:
    “Piddomon, è un Digimon Angelico di livello Campione. La sua tecnica è Piume Infuocate!”
    Il Digimon rimase immobile per un po’ di tempo.
    “Avete tutta l’aria di non essere del posto.” Sentenziò in modo calmo.
    Aaron e Theo si guardarono. Poi quest’ultimo si avvicinò di più all’amico, che si trovava più lontano dall’angelo. Dracomon lo seguì e si nascose dietro il suo partner.
    “Non dovete temermi. Io sono uno degli abitanti di questo posto. Sono un Digimon pacifico. Venite con me.”
    Con un gesto di mano, Piddomon si girò e raggiunse la statua dell’angelo. Aaron però aveva notato qualche differenza tra lui e la statua. Ma tacque nel timore di fare osservazioni sbagliate nel momento meno opportuno. L’atmosfera era magica e in mezzo a quel viavai di Digimon, loro erano dinnanzi ad una meravigliosa opera di marmo bianco.
    “Questo è l’angelo. Sorveglia la nostra città. Qui gli spiriti dei Digimon vengono a riposarsi.” Aaron non fece caso a quelle parole. Lo sapeva già. Sapeva che quella era una città in cui gli spiriti si riposano. L’aveva letto sul cartellone.
    “Dove sono i nostri amici?”
    “Quali amici. Nessun altro essere umano è entrato qui oltre a voi.”
    Aaron sbarrò gli occhi e si avvicinò il più possibile a Theo.
    “Voglio parlare con colui che controlla tutto questo. Fammi parlare con chi governa questa città.”
    “Eccolo. Ce l’hai davanti.”
    “Tu?” Aaron fu chiaro e severo in questo “Tu”. Era sempre stato un ragazzo diffidente e si fidava di pochi. Patamon si ancorò alla sua testa e quasi gli fece male.
    “Sì, e vi garantisco che non ci sono altri esseri umani oltre a voi qui dentro. Ma, nel caso io non li abbia visti, potreste andare a controllare la tavola calda di Dexmon.
    Aaron strattonò Theo per un braccio e corse lungo la strada analizzando parecchi Digimon.
    “Mi raccomando, qualsiasi cosa, non dovete entrare nel castello. Non vedono di buon occhio degli essere VIVENTI là dentro!”
    Theo, lo sentì, ma Aaron non fece caso alle sue parole. Analizzò parecchi Digimon prima di arrivare a Dexmon: Digimon Fantasma al livello Mega. La sua tecnica: “Maledizione Frammentante”.
    “Livello Mega…” pensò Aaron. “Dev’essere forte.
    Dexmon era un grande Digimon alato, aveva lunghe braccia strane e reticolate. Il colore prevalente era il viola, ma anche il verde era chiaramente visibile.
    “Ehi! Vogliamo parlare con te!”
    Dexmon non ci fece caso immediatamente. Continuò a cucinare spaghetti e polpette per i suoi clienti.
    “Ci scusi.” Ripeté Aaron con un tono secco e scocciato.
    “Cosa volete… voi non siete spiriti.”
    “Ci ha mandati qua Piddomon.” Al nominare Piddomon l’area cambiò nel locale.
    “Se è così allora chiedete pure…”
    “Cinque esseri umani e cinque Digimon stavano mangiando qui oggi pomeriggio, sul far della sera. Sono spariti nel nulla e ci chiedevamo se lei sapesse qualcosa…”
    “No, non so niente. Non ho visto nessuno qua.”
    Theo continuava ripetere ad Aaron di fuggire, ma Aaron lo rassicurò dicendogli che Coredramon li avrebbe protetti.
    Theo si rassicurò, ma non si spiegava che fine avessero fatto gli altri.
    “Non ci prenda in giro… i nostri amici sono stati qui! E dopo il tramonto sono spariti!”
    “Non è possibile vi dico. Me ne sarei accorto se una creatura vivente fosse entrata qui.”
    I ragazzi uscirono sconsolati dal locale.
    “Come se tutta la città si fosse capovolta a testa in giù…” ripeté Theo.
    Aaron ritornò alla statua. Theo gli rimase vicino.
    “Come è possibile che nessuno abbia visto i ragazzi… eppure erano qui con noi…”
    “Forse ci siamo sognati tutti e solo noi tre siamo entrati..:”
    “No… è impossibile. A meno che vogliano farci uno scherzo…”
    “Credi?”
    “No, lo escludo. Sonia non farebbe mai una bambinata simile. E poi sarebbero rimasti incantati anche loro da questa atmosfera e ci sarebbero rientrati.”
    “Hai ragione.”
    “Ma sono qui… li sento… sono vicini!!” disse Patamon.
    Aaron si guardò intorno. Solo Digimon luccicanti passeggiavano lungo la strada. Nessun essere umano.
    “È tutto così strano… guarda: la statua non è uguale a Piddomon… la statua del guardiano. Ma Piddomon è il governatore di questa zona. Perché mai una statua dovrebbe raffigurare un Digimon a lui simile, ma non lui??”
    “Non lo so… anche io trovo molto strana la statua…”
    “Inoltre, non mi sembra che Piddomon sia un mitomane… insomma, farsi aggiungere quattro ali… la croce sul casco… Piddomon aveva solo una linea orizzontale… che senso ha tutto questo…?”
    “Qui sotto c’è scritto qualcosa!” notò Dracomon abbassandosi ed evitando gli spiriti.
    “E’ vero… c’è scritto: L’astrazione è solo una via per la verità. Se poi essa la rappresenti più o meno bene è secondario. Perché mai la luce non dovrebbe sorgere nel buio?
    “Cosa significa?”
    “La luce dovrebbe sorgere nel buio… ma perché? L’astrattezza… una via per la verità…”
    “Guarda Aaron… ci troviamo su un punto molto alto!”
    La via percorreva il diametro di un cerchio in pietra ai cui estremi vi erano due statue. La prima era quella del Digimon angelo e la seconda non aveva nessun Digimon raffigurato: solo il piedistallo. La strada d’altronde era posizionata alla fine degli scalini che portavano sotto di un piano, quindi era ribassata rispetto al punto in cui si trovavano ora Aaron e Theo.
    “E’ tutto troppo strano.”
    I ragazzi raggiunsero l’altra parte della “piazza rotonda” e, risalite le scale, si ritrovarono davanti all’appoggio della seconda “statua”, che però non c’era.
    “Forse qui c’era la statua di Piddomon…”
    “C’è un’altra scritta: La concretezza ci mostra tutta la verità, ma come lo fa è fuorviante. Non tutto ciò che splende è luce, non tutto quello che si spegne è buio.”
    Aaron non capiva… due frasi così simili: concretezza e astrattezza… cosa potevano significare. La verità e l’opinione. La verità pericolosa e l’opinione rassicurante. Le due “statue” sono poste l’una di fronte all’altra. Si fissano. Si sfidano. Ma la vera sfida qua era capire dove fossero i ragazzi… che fine potevano avere fatto?
    “Astrazione… concretezza… opposti, ma così legati.” Ripeté più volte Aaron.
    “Non ci capisco niente… qual è l’astrazione? Qual è la concretezza?”
    Aaron continuava a pensare ai suoi amici. Dov’erano? Dove mai saranno stati? E il messaggio sulla statua… come poteva aiutarli.
    “Mi chiedo dove sia l’altra statua… qualcuno dovrà saperlo…”
    È vero! Aaron sapeva che Theo qualche volta poteva avere delle idee. Così semplice… perché non ci aveva pensato lui…?
    “Chiediamo a qualcuno qualcosa sulla statua!”
    Aaron e Theo ridiscesero le scale e ritornarono nella cucina di Dexmon.
    “Ci scusi, ma vorremmo sapere che fine ha fatto la seconda statua…”
    “Le seconda statua? È stata rubata molto tempo fa… ma nessuno si è mai importato di molto…”
    “Chi l’ha rubata?”
    “Il Digimon che vi era raffigurato!”
    “Chi?”
    “Mi dispiace, ma non posso aggiungere altro…”
    Aaron lo sapeva! sapeva che cosa raffigurava la statua. Anche Theo aveva le sue idee, peccato che non coincidevano con quelle di Aaron…
    La notte era ancora lunga e nessuna stella splendeva in cielo o forse, se c’era, le luci delle luminarie le coprivano.
    Aaron e Theo camminarono verso il castello lentamente, pensando a qualche soluzione plausibile per quell’intricato mistero. Stavano salendo le scale quando una mano afferrò la spalla di Theo. Il ragazzo urlò ed Aaron si girò. Un Digimon vestito di rosso e giallo, con un grande loto al posto della testa e con lunghi capelli arancioni li fermò.
    “Siete amici di Palmon, vero?”
    Per un attimo i ragazzi esitarono a rispondere. Non sapevano chi era quel Digimon.
    “Beh, se ti riferisci al Digimon di Sonia…”
    “Sì, proprio lui! Siete esseri umani anche voi, dico bene?”
    “Non si nota?”
    Il Digimon li strattonò in un posto isolato. “Dovete andarvene da qui. Questa non è una città per esseri umani e Digimon vivi.”
    “Palmon, Sonia, e gli altri nostri amici sono scomparsi e noi dobbiamo trovarli!”
    “Sono scomparsi perché sono stati presi da quel Digimon!”
    “Di chi parli?”
    “Dovete sapere che quando un Digimon muore, rinasce da un digiuovo nella città della rinascita, un posto lontano dove i Digimon possono ricominciare a vivere la loro vita in armonia tra di loro. Quando però Phelesmon comparve, gettò una maledizione sui settori nei dintorni del suo castello, sulla cima della scogliera infernale, oltre questa città.”
    “Credo che con “maledizione” si riferisca al fatto che le anime dei Digimon non possono rinascere insieme alle digiuova.”
    “Peggio! Un Digimon può rinascere da Digiuovo solo se il suo corpo e il suo “spirito” si ritrovano insieme nello stesso Digiuovo! Se noi spiriti rimarremo qui in eterno, condannati a vivere solo di notte, saremo privati della nostra esistenza! Dovete ritrovare i ragazzi! Seguite le statue e affrontate quel Digimon. Se vincerete, la maledizione sarà ad un solo passo dall’essere spezzata!”
    “Cosa significa seguire le statue?” Aaron fece tardi la domanda, perché il Digimon scomparve davanti a lui.
    “Chissà chi era quel Digimon… come faceva a conoscere Sonia?”
    Più confusi che prima e consci del loro obiettivo i ragazzi tornarono verso il castello, dato che era l’unico posto che non avevano ancora controllato.
    “Piddomon aveva detto di non entrare! Che gli spiriti non vedono di buon occhio i vivi!”
    “Non mi interessa..: dobbiamo trovare i nostri amici!” Ribatté Aaron e Patamon drizzò ancora le orecchie.
    “C’è qualcosa di strano qui… la tristezza…”
    “Uffa Patamon… non potresti essere più specifico?” Si lamentò Aaron. “Sei quasi più “profetico” tu di tutti gli altri Digimon qui…”
    Camminarono a lungo e raggiunsero un ponte stracolmo di Digimon: luci ovunque e altri che accoglievano i Digimon entranti.
    “Sono due Frogmon! Sono Digimon Mutanti di livello Armor! La loro tecnica è il Morso d’Anfibio.” Aggiunse Theo leggendo il Digivice.
    “Voi non siete spiriti! Non potete passare!” gracchiò uno dei due.
    “Bomba d’Aria!” rispose Patamon, facendo precipitare entrambi nel fossato.
    “E bravo Patamon… hai capito tutto!”
    Nell’edificio l’atmosfera era molto accogliente. Sembrava un posto dove gli spiriti potevano rilassarsi. Vari spiriti qua e là si facevano massaggiare da altri spiriti, quali Taomon e Doumon.
    Quando i ragazzi passarono lungo le scale che portavano al piano più alto, gli spiriti si giravano e li fissavano storto.
    “Mi fanno accapponare la pelle…”
    Presero un ascensore e salirono fino all’ultimo piano possibile, il piano 31. Con loro nell’ascensore c’era un altro Digimon, che emanava un forte odore di marcio. Il Digivice lo riconobbe come Raremon. Insomma, usciti dall’ascensore i ragazzi dovettero farsi qualche piano a piedi perché più di così esso non salì.
    Nei piani più alti Theo riconobbe delle vasche termali. Digimon piccoli ed enormi erano rilassati al loro interno. Si percepiva il calore che emanavano e, senza di esso, il piano sarebbe stato gelido.
    Ad un certo punto un altro Digimon uscì dalla vasca riconoscendo i due esseri umani.
    “Non vi siete arresi, eh?”
    “Anche tu qui?”
    “Eh già! Purtroppo devo avvertirvi che vi state cacciando in grane che, senza un miracolo, non potrete superare! Datemi retta! La maledizione non si può spezzare!”
    “Dove sono gli altri prescelti? Tu lo sai, vero?”
    “Non so di chi state parlando…” Disse il Digimon sogghignando.
    “Non fare il finto tonto! Parlo anche di Dave e del suo Digimon, quello che ti ha fatto fuori!”
    Boogeymon rise: “Mi state prendendo in giro? Lui mi ha fatto fuori!” E indicò Dracomon, che appena vide ciò punto il suo indice destro verso di sé e ripeté: “Io?”.
    “E chi se no? Mi hai colpito con le tue fiamme quella notte, ricordi?”
    “No…”
    Boogeymon si avvicinò. Non aveva nulla in mano e sembrò non avere cattive intenzioni.
    “Quando Coredramon fu sconfitto, io mi trovavo nei paraggi e le tue fiamme mi hanno letteralmente investito! Fu un attimo! E mi ritrovai qui!”
    Aaron prese Theo per un braccio quando vide che Boogeymon si avvicinò troppo e si cambiò di posto con lui strattonandolo: “Ok, ci hai detto tanto, ma da te voglio sapere un’ultima cosa: anche Piddomon, il padrone di questo posto, è uno spirito?”
    “Sicuro!” Sbadigliò l’ex-nemico.
    “Allora dobbiamo continuare a salire. Quando troveremo Piddomon ci faremo dire tutto quello che sa su come tornare nel mondo reale!”
    “Bravi! Fareste bene. Qui è troppo pericoloso! Phelesmon potrebbe trovarvi! Non ho intenzione neanche adesso di dirvi chi sia, ho ancora paura di lui!”
    “Lo immaginavo… adesso ce ne andiamo.”
    Aaron e Theo salirono ancora le scale. Questa volta non aveva paura, né l’uno né l’altro. Ma solo uno dei due aveva capito tutto!

    FINE CAPITOLO 10
     
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  10. DigiFakk94
     
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    Bello questo capitolo! Davvero misterioso! :alienff:
    Voglio proprio vedere come va a finire...
     
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  11. TakeruTakaishi
     
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    Episodio 11: L’angelo
    Parte 2: Concretezza


    Salirono l’ultima scala. In cima, un grande atrio rotondo e buio. La luce della Luna che entrava dai due finestroni ai lati delle porte frontali illuminava poco o niente di quel locale: grandi statue di marmo erano poste lungo la larga circonferenza e un lampadario di cristallo pendeva dal soffitto. Un grande tappeto pregiato ricopriva il centro della stanza e su di esso una grande vasca sospesa a mezz’aria. I ragazzi si avvicinarono ad essa lentamente. Poi ci guardarono dentro: non si vedeva molto, solo erano udibili delle leggere voci. Un secondo dopo una porta dall’altra parte della stanza si aprì.
    “Oh, vedo che avete ignorato il mio consiglio di non entrare qui… spero che gli spiriti non siano stati scortesi con voi…”
    Aaron sorrise a Piddomon, appena entrato nella stanza in cui si trovavano loro.
    “Questo è l’atrio del mio ufficio privato… volete seguirmi? vi ci porto!”
    “No, questo posto va bene, è perfetto… ora puoi restituirci i nostri amici.”
    Piddomon lo guardò con aria perplessa. “I vostri amici? Non c’è nessuno in questa città, oltre a voi, me e gli spiriti…”
    “Aah! Puoi finirla con questa messa in scena! Guarda che l’ho capita già da un pezzo! Le statue, di cui una mancante, gli spiriti, la città, i ristoranti che cuociono da soli il cibo da servire i clienti, il castello, e anche tu.”
    “Non so dove vuoi arrivare!”
    “Dici? Vediamo dove posso cominciare…”
    Theo riusciva a malapena a seguire il battibecco a causa della tremenda velocità con cui Aaron e Piddomon parlavano. Patamon si alzò in volo.
    “Patamon l’ha capito subito, appena è entrato qui! Un’aura allegra, ma allo stesso tempo triste… all’inizio ho collegato l’allegria con la festa e poi, quando quello che io credo fosse lo “spirito” di Kabukimon, il Digimon che sorvegliava il villaggio dove Sonia, Palmon, Sabry e Salamon si erano trovate, ci ha detto della maledizione, ho collegato la tristezza al maleficio stesso. Oh quanto mi sbagliavo!”
    “Cosa intendi dire, Aaron? A cosa doveva riferirsi se no?”
    “A un piano ben congegnato per eliminarci tutti! Ad un grande dispendio di energia per una congiura da oscar!”
    “Mi dispiace, ma non sono il Digimon che tesse cong…”
    “Ma smettila! Cosa credi? Che io non l’abbia capito?”
    “E’ stato facile! All’inizio non mi è venuta subito in mente questa soluzione… ma poi… ho visto le statue. È stato strano fin da subito… il Guardiano, hai detto tu, mi sbaglio?”
    “E chi altri dovrebbe essere?”
    “Ma quello sei tu, Piddomon! Non la statua! Quell’icona non rappresenta affatto un guardiano. Questo posto faceva al caso tuo, no? Le statue… davano un tocco chic alla trappola!”
    “Quale trappola, Aaron?” sospirò Theo mentre Dracomon si aggrappò alla sua gamba.
    “Un gioco, forse… sarebbe più corretto dire un gioco da Luna Park! Triste come cosa, vero?”
    “Questi spiriti sono venuti qua per rilassarsi, e voi siete capitati qui per caso e volete distruggere la città, facendo finta di cercare amici inesistenti e facendo così del male ai pacifici spir…”
    “Non esiste nessuno spirito! Erano tutti finti, ologrammi, vero? Ho avuto l’illuminazione quando ho visto Boogeymon… tutti gli abitanti di questa città sono spiriti. Boogeymon mi ha detto che tu sei uno spirito. Boogeymon non aveva con sé il tridente, gli era stato distrutto da Turuiemon. Lui ha negato di averlo conosciuto Turuiemon, ma poi ha detto che non ci avrebbe detto niente su Phelesmon, come l’ultima volta. È una contraddizione! Se Boogeymon fosse stato davvero rimasto ucciso dalla fiammata di Coredramon, vuol dire che lo scontro “finale” non è mai avvenuto, e quindi che noi non avremmo mai avuto la concreta occasione di chiedere a Boogeymon qualcosa riguardo a Phelesmon.”
    “E’ vero… non ci avevo pensato…” sussurrò Theo.
    “In altre parole la storia della maledizione è una mera baggianata! Insospettito da questa storia ho chiesto a “Boogeymon” se anche tu fossi uno spirito. La sua risposta affermativa mi ha dato la conferma di quello che volevo sapere! Se anche tu fossi uno spirito, non avresti con te il bastone, così come Boogeymon non aveva con sé il tridente. Tu non sei uno spirito, ci hai mentito per tutto questo tempo!”
    “Ma cosa stai insinuando! Avrete chiesto a Boogeymon di Phelesmon quando Coredramon l’ha distrutto…”
    “Impossibile! Siamo venuti a conoscenza di quel Digimon solo quando Witchmon ha fatto il suo nome sul letto di morte. Non potevamo conoscerlo allora, visto che la fine di Witchmon è stato un evento postumo!”
    “Ma vi dico che vi sbagliate! Non esistono altri umani oltre a voi in questo mondo!! D’altronde… dove sarebbero?”
    “In quella bacinella al centro di questa stanza! Sono stati rinchiusi in un’altra dimensione.”
    “Cosa?” Theo si precipitò verso la bacinella e ci guardò dentro. “E’ vero! Le voci sono le loro! Non temete ragazzi, vi tireremo fuori noi!!”
    Di sottofondo si udiva la voce di Sonia: “Appena esco distruggo quel Digimon che ci ha portati qui!!”
    “Sempre la solita” pensò Theo.
    “Dove ero rimasto… ah sì!” proseguì Aaron: “Il mistero della loro sparizione. Sapete che non ho mai creduto a questa storia, ma soprattutto mi è sembrato strano che Kabukimon conoscesse Sonia, visto che, come dici tu, solo io e Theo avremmo dovuto essere qua. Avete creato delle marionette perfette. Un’atmosfera da brivido, in senso buono ovviamente, e vi faccio i miei complimenti. Ma il piano che avevi progettato cominciò a scricchiolare: dovevate sbarazzarvi dei prescelti in fretta e confondere quelli che erano sopravvissuti alla sparizione. All’inizio non ce ne siamo accorti, eravamo girati verso l’angelo. Ma poi ho visto la conformazione della via con i ristoranti: erano come due cerchi concentrici e la via centrale era come il diametro del cerchio più piccolo. Alle estremità di esso, le due statue. Furba la cosa… far girare il cerchio più piccolo in modo tale di avere più tempo per imprigionare tutti lì dentro e scappare. Alla fine noi siamo scesi dalle scale della statua e abbiamo, senza essercene accorti, ripercorso la strada al contrario e siamo entrati nella tavola calda di fronte a quella in cui realmente i ragazzi stavano venendo rapiti.”
    Piddomon cambiò espressione. “Sì, ho fatto molti errori, purtroppo…”
    “E poi la storia delle statue e dei loro messaggi profetici su la concretezza e l’astrazione… potevi risparmiarteli.”
    “Che cosa volevano dire?” chiese Theo, ma Aaron rispose al posto di Piddomon:
    “Assolutamente niente! Erano solo frasi d’effetto che ci avrebbero portato fuori strada!”
    “E’ così! Ho scritto quelle frasi nella speranza che avreste dedicato più tempo possibile al loro significato. Invece siete andati alla ricerca dei vostri amici! Avreste dovuto ascoltare il mio consiglio e andarvene! Almeno finché ne eravate in tempo!”
    “Probabile, ma non ho paura di fronteggiare te…”
    Piddomon esitò: “Non ha senso…”
    “Dov’è?” chiese Aaron con un sorriso spavaldo sulla faccia.
    “Chi?”
    “Lo sai benissimo… chi ha architettato questo stratagemma… chi ha preparato l’illusione degli spiriti del cibo, il cui odore modestamente, faceva proprio schifo! C’era solo una cosa che non poteva prevedere: che io e lui – riferendosi a Theo – Non andiamo matti per la cucina altolocata! Avanti rispondi! Dov’è…?”
    “Non lo saprai mai!”
    Theo si avvicinò il più possibile a Aaron e Patamon, il quale affermò che c’era una presenza strana dietro a Piddomon.
    All’improvviso le luci della città si spensero. Freddo. Non si riuscì a vedere niente.
    “Aaron… lo sento! È qui!” aggiunse Patamon.
    Piddomon cadde a terra. La luce della lama che gli trafisse la schiena rifletté i raggi della Luna e illuminò tutta la stanza.
    “Immaginavo che saresti saltata fuori da sola, d’Arcmon!”
    “Come hai capito che c’ero io dietro a tutto questo?” disse lei estraendo la spada dal corpo inerme di Piddomon, che si disintegrò in dati.
    “A dire il vero lo sospettavo da quando ho visto il piedistallo su cui si doveva trovare la seconda statua. Un tempo anche questo paese faceva parte del tuo dominio, vero?”
    “Esatto, ma poi è andato in crisi e l’ho abbandonato…”
    “Portando con te la statua che ti rappresentava! È così che ho capito che eri collegata a questo posto! Quando vidi il piedistallo per la prima volta, mi resi conto di aver già visto una statua che si adattava ad esso e delle dimensioni pressappoco dell’altra che le sta di fronte. Nella tua città, dove abbiamo affrontato Lekismon!”
    “Ah già sì… quella statua è andata distrutta, vero? Non avete proprio considerazione e rispetto per le cose altrui!”
    “Proprio tu parli di rispetto? Avanti d’Arcmon! Non ho intenzione di perdere tempo! Voglio che mi porti da Phelesmon e liberi i miei amici!”
    “Presuntuoso! Non avrai mai quello che desideri!”
    “Ah sì?! Allora libererò io i ragazzi da quell’affare!!”
    Aaron corse verso la bacinella, anticipando d’Arcmon che fece lo stesso. Urtandola fece rovesciare il liquido bianco al suo interno e ogni prescelto e ogni Digimon al suo interno ne uscì materializzandosi.
    “Hai liberato i prescelti! Il mio piano è in fumo! Non mi resta che affrontarvi personalmente tutti insieme!”
    D’Arcmon prese ancora la spada e si avventò su Aaron, che, per schivarla, cadde da una delle vetrate laterali dell’atrio.
    Theo corse per aiutarlo, ma d’Arcmon lo anticipò. Ma non fece in tempo a toccarlo che già Coredramon la fece spostare con un colpo di coda.
    “Palmon digievolve… Togemon!”
    “Vai così Togemon!! Devi annientarla!”
    Togemon distrusse il lampadario di cristallo e una pioggia luminosa invase la stanza. Togemon riuscì a colpire d’Arcmon con una Raffica di Spine che mosse qualche pezzo di cristallo.
    “Ryudamon digievolve… Ginryumon!”
    Anche Ginryumon contribuì ad attaccare la nemica, facendo piovere su di lei una raffica di frecce contro cui dovette brandire la spada.
    “Giuly! Aaron è caduto di sotto!!”
    “Ci pensiamo noi!”
    “Fanbeemon digievolve… Waspmon!!”
    Waspmon volò giù dalla finestra. Aaron e Patamon erano riusciti a salvarsi rimanendo su una delle tettoie del castello.
    “Waspmon! Corri dagli altri! Di loro di raggiungermi al castello giapponese che c’è all’ingresso! Finché staremo su questo piano d’Arcmon lotterà nel suo campo di battaglia!
    Waspmon portò giù Aaron, che attraversò la strada che fino a pochi secondi prima aveva ogni luce accesa. Ora il buio regnava sovrano.
    Ancora una volta la statua dell’angelo attirò Aaron. Una gocciolina d’acqua cadde ai piedi del ragazzo. Guardò su… quella era una… lacrima? Lacrime luminose scendevano lentamente dal viso di quella creatura, riflettendo ancora i raggi della Luna.
    “Com’è possibile che una statua pianga?”
    Patamon era anch’egli incantato da quella vista.
    “Sta piangendo perché sente quello che è successo a questo posto…” disse.
    “Dici?”
    All’improvviso Aaron alzò gli occhi verso il castello più grande e vide Togemon volare giù dalla finestra: d’Arcmon era sotto di lei. Anche Ginryumon, Gatomon, Turuiemon, Coredramon e Waspmon (che portava gli altri ragazzi) la seguirono.
    “Stanno arrivando!”
    D’Arcmon si spostò da sotto Togemon, che cadde di colpo spaccando il pavimento in pietra che si trovava dove prima c’era il prato.
    “Lo sapevo! Non era morbido come un prato normale! Era solo un’illusione!”
    Aaron scese le scale e si ritrovò nella via:
    “Guarda Patamon! Ecco la concretezza! Tutto quello che avevamo visto prima non era altro che astrazione!”
    “Gli opposti!” sussurrò Patamon.
    D’Arcmon roteò su sé stessa: “Spada Danzante!” Si fermò e provò a pugnalare Sabry. Gatomon la anticipò e provò a tirarle un calcio, ma d’Arcmon cambiò traiettoria di volo e la evitò.
    “Codarda!”
    “Voglio proprio vedere cosa sapete fare…”
    “Pugno Felino!”
    “Turuie Calcio!”
    “Freccia Perforante!”
    “Cannonata Turbolenta!”
    “Fiammata Zaffiro!”
    “Raffica di Spine!”
    Gatomon e Turuiemon, seguiti dalle tecniche dei ragazzi colpirono d’Arcmon. Ma senza effetto.
    “Cosa? L’abbiamo attaccata tutti insieme… non è possibile che sia ancora sana e salva!!”
    “Siete inutili, prescelti! Non vedo come possiate affrontare da soli Phelesmon così! E voi due! Vi devo ringraziare! Avete fatto il mio gioco fin dall’inizio…!” disse rivolgendosi a Gatomon e Turuiemon.
    “Avevo mandato Witchmon ad eliminarvi… sapevo che sarebbe morta! Ovviamente all’inizio ho avuto paura che vincesse… ma adesso non più!”
    “Quindi sei tu il capo di Witchmon!!”
    “No, stupida mocciosa! Io sono una serva fedele di Phelesmon! Witchmon e Boogeymon erano miei, se si può dire, colleghi!”
    “Allora perché mandare al macello Witchmon?”
    “Non solo lei! Anche Boogeymon… ho fatto in modo che morisse in quello scontro!”
    “Ma qual è lo scopo in tutto questo?”
    “Assorbire i dati dei vostri Digimon personalmente e diventare invincibile!!”
    Il viso di d’Arcmon divenne rugoso e la sua espressione demoniaca.
    “Un Digimon come te non meritava la sua statua! Forse il Digimon raffigurato in quell’altra sapeva che avevi cattive intenzioni! È per questo che sta piangendo!”
    “Aaron…” sussurrò Sonia.
    “Non dire stupidaggini, marmocchio! Quella statua non può lacrimare… è solo una statua! Non ha nessun valore!”
    “Forse è l’unica cosa vera a parte noi prescelti e i nostri Digimon a esistere in questo posto!” sibilò lasciando intendere a d’Arcmon che lei era odiosamente falsa.
    “Come osi? Io sono reale almeno quanto voi! E sono anche più potente! Sei solo un inetto, e visto che hai svelato il mio trucco stanotte, provvederò a rivelarti che, quando avrò sconfitto voi, ucciderò anche Phelesmon! Non mi interessa di lui! Poveretto! Sta cercando di riportare in vita i suoi vecchi padroni! Ma non mi interessa!!” rise a crepapelle. Poi si librò in volo. Il suo scettro divenne enorme e con esso cominciò a pestare per terra. I ragazzi correvano qua e là per evitare di essere schiacciati.
    “Brutta stregaccia! Un servo che vuole sostituirsi al padrone… non c’è sbaglio più grande che tu possa fare, a prescindere da quanto malvagio egli possa essere!!”
    Aaron fu chiaro quando pronunciò quelle parole. D’Arcmon provò a calpestarlo, ma, nonostante Aaron stesse immobile, ogni volta lo mancava e imprecava.
    “E’ come se intorno a te ci fosse un campo di forza! Non riesco a colpirti!”
    Sonia e Dave, che non avevano sentito quello che d’Arcmon aveva detto, continuarono a ripetere all’amico di spostarsi che quel posto era pericoloso.
    Aaron non li ascoltava. Non gli importava di morire. C’erano cose peggiori al mondo.
    “Anche se la concretezza è come la luce che ci mostra la verità, questo posto è buio e desolato. Non ha senso che esista se nessuno lo considera. Hai fatto tu tutto questo. Hai abbandonato il tuo popolo nel momento del bisogno, facendolo estinguere! Ecco il vero motivo per cui la statua sta piangendo! Perché mai la luce non dovrebbe sorgere nel buio????”
    Aaron urlò così forte che tutti i prescelti si topparono le orecchie.
    Il bastone di d’Arcmon riprese le sue dimensioni originali.
    “No, non è ancora troppo tardi! Posso fermarlo prima che riesca a…”
    Così come quando un lampo divide l’oceano con il suo fragore, così Patamon volò in aria dividendo il cielo con la sua luce verde, che illuminò le nuvole e coprì la Luna con la sua immensa luminosità. D’Arcmon si chiuse gli occhi, coprendoli anche con le mani.
    Luce, luce, luce ovunque. D’un tratto Patamon era scomparso. La statua esplose in tanti piccoli frammenti di polvere brillante. Quando la luce diminuì d’intensità, un angelo era comparso al posto del partner di Aaron.
    Aveva le stesse sembianze del Digimon raffigurato nella statua! Sei ali argentee che risplendevano nella notte, vesti blu e bianche e capelli rossi che ondeggiavano nel vento.
    “Avanti Angemon! Sei l’unico che può distruggerla!” gridò Aaron che aveva appena letto i dati del suo Digimon.
    “Wow… quello sarebbe Angemon?”
    “Non avrei mai creduto che saresti digievoluto proprio in un combattimento contro di me! Beh, a questo punto ammetto che non sono più così sicura di vincere!”
    “Ritengo saggio concederti una seconda opportunità. Ti arrendi d’Arcmon? Decidi di unirti a noi e sconfiggere il tuo padrone?”
    “Mai!! Ti distruggerò e acquisirò i tuoi dati. Poi farò lo stesso con gli altri Digimon e lo combatterò da sola!”
    “Leggo un dubbio nei tuoi occhi, d’Arcmon… lo sai che non sei in grado né di eliminare me, né di eliminare lui.”
    “Menti!”
    “Sei tu quella che mente a sé stessa. Accetta la mia proposta, e non ti farò del male.”
    Angemon si voltò verso Aaron, in attesa di una conferma.
    “Mi arrendo.”
    Aaron rise. “No… non te lo permetto… sarebbe troppo facile per te dopo tutto quello che hai fatto!!”
    “Ma, Aaron… potrebbe essere un aiuto…”
    “No Angemon… non lo merita!”
    “Maledetto ragazzino!!” d’Arcmon scese rapidamente dal cielo mantenendo una postura eretta e fece segno di brandire il suo scettro contro Aaron, ma Angemon la precedette e le puntò contro il suo: “Mai minacciare Aaron davanti a me, vecchia befana!”
    I ragazzi si misero a ridere. Neanche Aaron poteva credere che Angemon stesse usando quelle parole contro di d’Arcmon… non pareva il tipo!
    D’Arcmon indietreggiò. Angemon e lei cominciarono a duellare. L’uno col bastone e l’altra con la spada.
    Angemon fu più abile e fece volare la spada contro il piedistallo dove si ergeva la statua di d’Arcmon e le tirò un violento pugno nello stomaco: “Facciamola finita… questo scontro sta durando da troppo tempo.”
    D’Arcmon era paralizzata. Non riuscì a muoversi.
    “Raggio Celestiale!”
    Un lampo di energia colpì d’Arcmon a bruciapelo che si incenerì in pochi istanti.
    I ragazzi esplosero in un urlo di felicità.
    “Sei stato grandioso Patamon!”
    Angemon si girò verso Aaron e si abbassò alla sua altezza:
    “Sei stato tu a darmi la forza, sei il mio prescelto!”
    Poi regredì Patamon.
    “Nella tavola calda forse è rimasto qualcosa…”
    “Era tutta un’illusione!” rispose Theo ad Alex.
    “Oh no…”
    I ragazzi uscirono dal castello. Ridendo e scherzando. Ma intanto…

    “Perfetto! Stanno per arrivare! Devo accoglierli nel migliore dei modi…”
    Phelesmon parlò con la sua vocetta, che riecheggiò all’interno della sala. Vuota. D’un tratto delle immagini.
    “Oh! Siete voi! Vi prego… non andate via… no! Maledizione!”
    Un Digimon entrò nella stanza.
    “Grande Phelesmon! Siamo pronti a riceverli!”
    “Perfetto SkullMeramon… Non vedevo l’ora… ma dimmi… quanti siete?”
    “Qualche migliaio… disposti intorno al castello!”
    Ridendo Phelesmon cominciò a danzare.
    “Sono contento che lei sia felice, mio signore.”

    Finalmente, i tre ostacoli più grandi che impedivano ai ragazzi di fermare Phelesmon e di conseguenza la venuta dei Signori Oscuri erano stati rimossi.
    Aaron non dimenticherà mai quella nottata. Sì, è vero, ha dovuto combattere per sconfiggere d’Arcmon, ma si era anche divertito parecchio a risolvere il misero con Theo!
    Dave volle sapere tutti i particolari e li comparò con il caso che aveva risolto lui al Settore Neon. Sonia continuava a fare i complimenti a Patamon e Palmon la seguì. Alex e Sabry ridevano insieme sui loro compagni ancora sui banchi di scuola e Giuly si faceva portare in braccio da Waspmon, la quale, tra l’altro si sentiva un po’ sfruttata.
    Sonia mise la mano nella borsetta. Poi si fermò e tirò fuori un vecchio pezzo di carta.
    “Me l’ero quasi dimenticata… dobbiamo chiedere a Phelesmon che cosa c’entri Digiworld con il giornale del tizio mascherato…”
    Tutti si fermarono. Poi Aaron si girò e la guardò. Poi facendole l’occhiolino rise: “Prima dobbiamo sconfiggerlo però!”.
    “Hai ragione!”

    FINE CAPITOLO 11
     
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  12. avenging angel
     
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    commentato in chat!!
     
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  13. DigiFakk94
     
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    eheh Angemon spacca!! XD
     
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  14. TakeruTakaishi
     
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    Episodio 12: Guerra

    Ormai si stava quasi per fare giorno quando i ragazzi cominciarono a vedere chiaramente le guglie del castello nero in cui alberga Phelesmon. Il paesaggio tutt’intorno sembrava morto. Gli alberi erano spogli e il piccolo sentiero che permetteva ai passanti di salire sulla montagna del maniero era pressoché impraticabile.
    “E certo! Tutti i suoi seguaci sapevano volare…” pensò Sonia dando un violento calcio a una specie di scarafaggio.
    Il Sole sorse all’orizzonte, ma le nubi lo ricoprirono pressoché interamente. Non c’era luce. Ogni tanto si poteva udire qualche verso di qualche strano Digimon, ma niente era visibile oltre gli alberi.
    I ragazzi, ignari del pericolo che stavano per affrontare, proseguirono facendo Digievolvere i loro Digimon, perché potessero aiutarli a percorrere il sentiero.
    “Angemon, non pensi che c’è qualcosa di strano che ci sta attendendo oltre il percorso?”
    “Sì Gatomon. Sono convinto che qualcuno ci sta aspettando… ma non avverto un solo Digimon…”
    Angemon volò al di sopra degli alberi con Aaron in braccio che lo implorava di rallentare. Dall’alto vide un grande ammontare di Digimon che, schiacciati l’uno contro l’altro, formavano una massa spropositata che marciava verso valle. Angemon fece una brusca virata e tornò indietro sui suoi passi.
    “Abbiamo pattugliato l’intera area intorno al castello.” Concluse. “C’è un intero esercito di Digimon che ci sta venendo addosso.
    “Cosa?”
    “Dobbiamo prepararci al peggio!”
    I ragazzi si chiedevano per lo più come avrebbero potuto fare a fronteggiare un intero esercito di centinaia, forse migliaia di Digimon, essendo in sette. Solo Sonia non dubitò della buona riuscita della loro “missione”.
    Così, tutti, chi volando, chi correndo, arrivarono di fronte all’esercito. Migliaia di Digimon, capitanati da SkullMeramon ruggivano minacciosi contro i prescelti.
    “SkullMeramon, Digimon di Fuoco, livello Evoluto. La sua tecnica: Metallo Liquido Infuocato!”
    “Livello Evoluto?”
    “E’ un livello più alto del campione, ma non è un gran problema… un buon Digimon campione può sistemarlo.”
    I ragazzi si erano nascosti in un cespuglio e rimasero a guardare e analizzare i Digimon dell’armata.
    Aaron scese da Angemon. “Sonia, tu, Sabry, Dave, Theo e Alex, con i Digimon entrate nel castello. Io e Giuly sistemiamo l’esercito qua fuori con un attacco aereo! Non c’è neanche un Digimon fornito di ali lì!”
    “E tu avresti notato che non c’è neanche un Digimon alato in quel mucchio di almeno duemila Digimon??”
    “Beh, qualcosa dovevo pur fare, no? Adesso andate, vi facciamo strada io e Angemon!”
    Angemon prese con sé qualche ragazzo e un po’ alla volta, senza farsi notare, li portò davanti al portone del castello. Quando anche gli ultimi erano stati portati a destinazione (anche grazie a Waspmon) Giuly ricordò ai ragazzi che la loro priorità era Phelesmon, gli altri Digimon andavano ignorati.
    “Buona fortuna! E noi, caro Angemon, abbiamo un mucchietto di Digimon da sistemare!”
    Così, Aaron su Angemon e Giuly su Waspmon si innalzarono in volo.
    “Eccoli! Imbecilli, dovete attaccare in alto!!” ringhiò SkullMeramon. “Metallo Liquido Infuocato!”
    Un Maildramon sparò una Freccia Fulminante dal suo corno, ma mancò Angemon che sparò un Raggio Celestiale come contrattacco. L’impatto tra la tecnica del Digimon e i nemici fu devastante ed esplose in una grande onda d’urto che eliminò vari Maildramon e Rhinomon.
    “Cannonata Turbolenta!” Il cannone sul pungiglione di Waspmon sparò un colpo che ebbe poco meno dell’effetto del Raggio di Angemon contro il terreno. Ma altri Digimon morirono sul colpo.
    “Catena Rovente!” gridò SkullMeramon, lanciando la sua catena contro Waspmon. Ma Waspmon la evitò.
    Un’altra pioggia di raggi cadde sull’esercito di Phelesmon.
    “Sono troppi! Ci vorrà un po’!”

    Nel frattempo Sonia riuscì ad aprire il grande portone situato aldilà del fossato che circondava il castello. Entrarono uno dopo l’altro in esso e la prima cosa che videro fu una stanza enorme dalla quale partivano numerose scale. Ognuna portava in una stanza diversa.
    “Siamo nei pasticci…” ironizzò Alex mentre provò a salire sulla scala a lui più vicina. Quando entrò nella porta, come per magia ne uscì da quella che si trovava dietro a Sabry, facendo spaventare lei e Gatomon, la quale gli mollò un destro per impulso: Alex ci mise un po’ a riprendersi del tutto.
    “Scusa!”
    Ogni tanto si potevano udire lamenti e catene che sbattevano, come se ci fossero prigionieri qua e là, ma in realtà le uniche anime vive lì erano i ragazzi… e Phelesmon.
    Sabry entrò in un’altra porta e si ritrovò nei sotterranei del castello. Scese qualche scalino, poi decise di tornare sui propri passi e aspettare gli altri. Oltrepassò nuovamente la porta, ma questa volta si trovò in una sala ancora diversa.
    Allora capì che le porte sono tutte passaggi casuali.
    “Sabry!!” gridò Theo mettendo il viso nella stessa porta, ma vide una sala ancora diversa. Purtroppo non sapeva che quella che era davanti a lui non aveva nulla a che fare con le cantine viste da Sabry. Quindi entrò e la porta si richiuse subito dietro di lui. Pertanto Sonia e Dave decisero, spaventati, di farlo uscire. Quando Turuiemon distrusse la soglia, tuttavia, non vi era traccia di Theo, né di Sabry. Si trovarono in una sala piena di armature.
    Come Sabry, fecero per tornare indietro ad avvisare gli altri, ma, quando oltrepassarono ancora la porta, si trovarono nuovamente in una sala ben diversa, piena di Digimon legati, mal ridotti e perennemente flagellati da una grande frusta robusta che all’apparenza rimaneva in aria da sola. Fu solo quando vi comparve un Phantomon che i ragazzi capirono che dovevano combattere.
    “Phantomon, Digimon Fantasma di livello Evoluto. La sua tecnica: Ombra della Falce!” Lesse Dave: “Maledizione! Un altro Digimon di livello Evoluto!”
    Appesi come salami, ridotti allo stremo delle forze, tanti Digimon trai quali un Digimon a forma di mago: “FlaWizardmon. Digimon Mago di livello Armor. La sua tecnica è il Fuoco Cadente!” Sabry si soffermò su di lui, mentre Gatomon e Turuiemon lottavano contro Phantomon con scarsi risultati.
    “Perché siete qui? Cosa vi è successo?”
    “Ci hanno rinchiusi in questo posto perché non siamo riusciti a ritrovare quello che Boogeymon e Witchmon ci hanno ordinato…”
    “Ora non ci sono più! Boogeymon, Witchmon e d’Arcmon sono stati sconfitti!”
    “Dite davvero? Che bella notizia! State attenti! In questo castello sono nascosti due tesori molto preziosi! Siamo stati carcerati qui perché non siamo riusciti a trovarne altri. Dovete sottrarli a Phelesmon! Quegli affari contengono un grande potere!”
    Sabry e Dave slegarono FlaWizardmon.
    Phantomon, alla vista di ciò, corse contro Dave, ma venne deviato da un calcio di Turuiemon.
    “Dovete andarvene da qui. È molto pericoloso!”
    “Pugno Felino!”
    “Turuie Pugno!”
    I colpi sconfissero Phantomon.
    “Adesso dobbiamo andare! Entra ed esci da qualche porta in continuazione! Prima o poi ti ritrovi all’entrata!”
    “Ok! Buona fortuna!” Augurò, mentre una porta si aprì davanti a loro: i ragazzi esitarono.

    Theo prese la porta che più li era vicina e con Coredramon trovò una sorta di sfera luccicante al centro di una grande sala. Si avvicinò lentamente. Guardò la sfera. Sentiva qualcosa di strano. Avvicinò gli occhi quasi fino a toccare lo strano oggetto col naso. Scottava. Si sentiva lontano un miglio il calore che emanava. La sala era completamente vuota oltre a quella palla di energia.
    “E’ tutto così soprannaturale…”
    “Ehi Theo! C’è qualcuno qui!” Sibilò Coredramon.
    Theo e il suo partner si girarono a 360° per trovare il nemico.
    Una scheggia attraversò l’aria. Theo e Coredramon la evitarono di colpo.
    “Chi sei?”
    “L’oscurità.” La risposta ebbe la stessa intensità vocale di una candela che si spegne.
    Coredramon prese Theo e lo coprì quasi del tutto col suo corpo.
    “Vieni fuori!”
    Theo cominciò ad avvertire una sensazione sgradevole e gli venne freddo. Coredramon sbarrò gli occhi. Avvertiva una presenza molto forte nella stanza.
    Ad un tratto un Digimon nero saltò fuori dal nulla. Con grandi riflessi, Theo estrasse il Digivice, e dopo che Coredramon lo scacciò via, glielo puntò addosso:
    “Duskmon, il Padrone delle Tenebre! La sua tecnica è lo Sguardo Folgorante!”
    “Un Digimon che controlla le tenebre! Siamo nei guai, qua è tutto buio!!” Ringhiò Coredramon.

    Nel frattempo…
    Alex camminò per parecchie sale prima di raggiungere una sala con parecchi affreschi di vario genere. Si soffermò con Ginryumon a contemplarne uno in particolare che aveva attirato la sua attenzione. Raffigurava una battaglia. Una decina di Digimon lottavano gli uni contro gli altri. Alex pensò che dovevano trattarsi di Digimon parecchio potenti. Così, accese una torcia che aveva portato con sé dalla Terra e illuminò l’area per vedere meglio i dintorni. Vide qualcosa di molto veloce passargli davanti. Non capiva cosa fosse. Era qualcosa di vivente, pensò. Ginryumon sparò varie lance, ma lo mancò ogni volta.
    “Chi sei? Sei un nostro nemico?”
    Ad un certo punto il Digimon si fermò. Alex puntò lui contro la torcia e prese il Digivice:
    “Rinkmon, Digimon Androide, livello Armor. La sua tecnica è Rotazione Fulminante.”
    “Coda a Flagello!”
    Rinkmon scomparve. Ginryumon e Alex si guardarono intorno per un po’ di tempo. Poi il Digimon ricomparve e colpì violentemente il partner del ragazzo con un calcio. La lama dei pattini che Rinkmon indossava procurò una leggera crepa nell’armatura di Ginryumon, che si appallottolò per evitare i suoi colpi.

    Intanto, nella sala del trono, Phelesmon attendeva con ansia un messaggio dal suo calderone. Continuava a mescolare l’intruglio al suo interno lentamente, fissandolo con i suoi occhi raccapriccianti. Sapeva che alcuni prescelti erano riusciti ad entrare nel castello, ma sapeva che i Digimon che aveva messo qua e là nel maniero avrebbero potuto fargli guadagnare un po’ di tempo. Ma quella era la sua ultima preoccupazione.
    Nel calderone comparve un’immagine: SkullMeramon che veniva colpito dalle raffiche di colpi di Angemon.
    “Non resisterà a lungo. Ma quel Digimon non deve entrare in questa stanza, o il mio piano potrebbe andare in rovina!”
    Pochi secondi dopo SkullMeramon si disintegrò in tanti piccoli dati e tutti i Digimon che Phelesmon aveva inviato come esercito del castello vennero abbattuti.

    Angemon e Waspmon, con i loro domatori, entrarono nel castello e si trovarono di fronte la stessa situazione che avevano già dovuto affrontare i loro amici: porte ovunque e scale in ogni dove.
    “Secondo te dove dobbiamo andare?”
    Angemon si concentrò, poi lanciò il suo bastone in aria, il quale si mise a roteare.
    “Non si ferma…”
    Angemon lo richiamò a sé: “Ognuna di queste porte è quella giusta, ma sbagliata allo stesso tempo… dobbiamo separarci! Avremo più possibilità…”
    “Hai ragione!” Assentì Giuly, che s’incamminò verso una porta. “Tu aspettaci qua, Aaron!”
    “Non è molto ragionevole, cara Giuly! Il mio Digimon è molto più forte…”
    “Sì, lo so, ma in questo caso è meglio che tu rimanga di guardia. Nessuno può interrompere il combattimento se tu glielo impedisci. Se tra un’ora non sarò di ritorno, entra e cercaci!”
    “Ok, Angemon! Vieni qui!”
    Angemon si mosse, mentre Giuly e Waspmon, regredita Fanbeemon, entrarono in una delle infinite soglie.
    Giuly fu la più sfortunata in un certo senso: si trovò in una grande sala circolare con una grande ghigliottina al centro. Il pavimento era fatto di pietra e sotto la ghigliottina vi era un alto patibolo.

    “Fiammata Zaffiro!” Gridò Coredramon emettendo una grande vampata. Ma Duskmon scomparve nelle tenebre.
    “Diamine! Quel Digimon è davvero forte… dobbiamo riuscire a fermarlo!”
    “Forse se emetto altre fiamme riuscirò a illuminare qualcosa!”
    “Ma non c’è combustibile… a cosa vorresti dare fuoco… nel castello ci sono anche tutti gli altri, non possiamo appiccare un incendio…” Theo dovette fermarsi.
    Duskmon aveva cominciato a colpire Coredramon con le sue spade. Fortunatamente per Coredramon, le sue scaglie riuscirono a ripararlo dai colpi e i suoi artigli gli concedettero qualche contrattacco. Ma non era sufficiente. Ogni volta che questo provava a colpire Duskmon con qualche tecnica seria, questo si scansava ogni volta.
    “Vortice Oscuro!” Sibilò il nemico.
    Coredramon fu scaraventato da questa mossa aldilà della sala e Theo lo seguì per non rimanere da solo tra le grinfie di quel Duskmon.

    Alex si nascose sotto un tavolo che era stato appoggiato al muro, mentre il suo Digimon lottava contro i colpi di Rinkmon. La sala era buia e l’unica luce nei dintorni era quella della sua torcia. Ogni tanto qualche fulmine provocato dalle tecniche del nemico aiutava a far luce nella scena. All’improvviso un piccolo tornado blu si innalzò al centro della stanza. Dentro il tornado vi era Ginryumon, che si era ancora appallottolato, mentre al di fuori vi si poteva scorgere Rinkmon che colpiva a raffica il suo nemico.
    “Colpi a Ciclone!”
    Ginryumon fu scaraventato verso il tavolo sotto cui si era nascosto il suo partner, al che Alex dovette spostarsi.

    Giuly si avvicinò alla ghigliottina. Più si avvicinava e più iniziava a scorgere un Digimon in essa.
    “Dinohumon, si chiama così! È al livello campione e la sua tecnica è Lame Ritmiche.”
    “Ti prego, sii gentile e fammi andare via da qua!”
    Giuly corse verso la fune della ghigliottina. La slegò, ma le scivolò la fune dalle mani e la lama venne scagliata sul collo del povero Digimon. Un grido agghiacciante preannunciò la morte di Dinohumon. Giuly e Fanbeemon si erano girate in tempo per non vedere la scena.
    Dall’altra parte della sala una risata malefica si alzò. “Che ragazza davvero gentile! Hai fatto proprio un bel lavoro!”

    Intanto Aaron era rimasto all’ingresso a rigirarsi i pollici con Angemon. In preda alla noia questi avevano cominciato a giocare a vari passatempi come Carta, sasso e forbici, bim bum bam, eccetera…
    Di scatto Angemon si alzò. Una delle porte si aprì scricchiolando.
    “Chi è là?”
    Un leone con una pelliccia che ricordava vivamente il fuoco uscì dall’uscio. “Voi due non dovete entrare nel cuore del castello.”
    “Beh, Angemon e io la pensiamo diversamente. Vero?”
    “Sì!”
    Firamon, così si chiamava quel Digimon, fece due passi avanti. “E allora mi sa che dovrò impedirvelo io!”
    Fece uno scatto, ma Angemon fu nettamente più veloce. Con un colpo del bastone atterrì Firamon, che, svenuto, venne usato come divano dai due partner mentre aspettavano il passaggio dell’ora. Il tempo passava inesorabilmente lento. Aaron cominciò a sbadigliare. Pian piano si assopì e si addormentò. Angemon lo prese e lo strinse.
    “Chissà quando lo devo svegliare…” si chiese senza sapere quanto durava un’ora.

    “Sono Shadramon e sono il boia di questo settore. Eseguo coloro che vanno contro gli ordini del Grande Phelesmon!”
    Giuly lo guardò, ma non lo prese sul serio.
    “Fanbeemon digievolve… Waspmon!!”
    La grande vespa era comparsa dietro Giuly e con fare minaccioso fissava Shadramon.
    “Non mi fai paura.”
    “Shadramon, Digimon Insetto di livello Armor. La sua tecnica è la Carica Ustionante!”
    I Digimon cominciarono a lottare. Shadramon impediva a Waspmon di volare continuando a lanciarle contro bolidi di fuoco. Poi il nemico prese fuoco e si gettò a picco su Waspmon.

    Duskmon continuò imperterrito ad attaccare usando le spade. Coredramon ribatté ogni colpo con gli artigli finché poté. Poi bloccò Duskmon e lo arse vivo con una fiammata.
    Il Digimon si scompose in dati e scomparve, mentre una porta si aprì dinanzi a Theo.

    Waspmon contrattaccò tutti i colpi del nemico:
    “Energia Psico Cinetica!”
    “Cannonata Turbolenta!”
    “Tornado Stridente!”
    “Pungiglione Laser!”
    Waspmon fece scaraventare Shadramon contro la ghigliottina, con tale precisione che la testa gli rimase impigliata nel foro ad essa destinato. Poi Giuly lasciò ancora andare la corda. Comparve una porta.

    Anche Rinkmon non fu molto fortunato nella sua morte: Ginryumon cominciò a bombardare l’area con le sue Frecce Perforanti, aumentando le probabilità di colpire il nemico e riuscendolo a distruggere. Anche davanti ad Alex comparve una porta.

    Sonia colpì forte con una scure la testa di MetalPhantomon, facendolo scomporre in dati, dopo che Togemon lo stordì con un pugno. Non che MetalPhantomon fosse il più debole tra gli emissari di Phelesmon, è che era il più inesperto… Anche davanti a Sonia comparve l’ultima porta.

    Giuly oltrepassò la porta.
    Sabry e Dave oltrepassarono la porta.
    Theo oltrepassò la porta.
    Alex oltrepassò la porta.
    Sonia oltrepassò la porta.
    Tutti si rividero l’uno di fronte all’altro. Questa volta la sala in cui erano arrivati era diversa dalle altre: grandi stendardi neri volteggiavano nell’aria senza che niente li sostenesse.
    Grandi simboli satanici qua e là. Un Digimon era legato a testa in giù al centro della sala. Volteggiava lentamente come se una fune invisibile penzolante lo reggesse, ma così non era.
    “Cos’è?” Sonia alzò la testa, ma notò un calderone davanti ad un grande trono: “Ecco! Sul trono c’è qualcuno!”
    Phelesmon troneggiava con il suo amato tridente tra le mani. Ancora parlò con voce acuta e stridula, la stessa che i ragazzi avevano udito dal corvo nero prima di arrivare nella Città degli Spiriti: “Ci avete messo parecchio, prescelti… non mi aspettavo che foste così rapidi! Lasciate che mi presenti…”
    “Sappiamo chi sei, non c’è bisogno di nessuna presentazione…”
    Phelesmon si alzò e i ragazzi indietreggiarono, poi si avvicinò al centro della sala, dove più o meno si trovava il Digimon appeso.
    “Lo riconoscete?”
    Sabry e Dave si guardarono: FlaWizardmon era ansimante. Chiedeva pietà.
    “Questo Digimon ha provato a fuggire dalle segrete dopo che voi lo avete liberato. Una mossa azzardata che ha firmato la sua condanna a morte.”
    Sabry volle parlare, ma non ebbe il coraggio di farlo quando notò il terribile tridente che quel Digimon aveva in mano.
    Con esso Phelesmon cominciò a bucare il corpo di FlaWizardmon, ridacchiando con tale atrocità che i ragazzi si coprirono tutti gli occhi per evitare la vista della scena.
    Phelesmon rideva di gusto, mentre il sangue gli colava sul viso. Poco dopo, quando Phelesmon smise, il corpo di FlaWizardmon si fermò, tacque e si frammentò in dati.
    “Sei atroce!”
    Ridendo rispose a Dave: “Tu sei Dave, uno trai prescelti più forti, mi dicono… sei uno che odia vedere la crudeltà. Beh, ti garantisco che allora non potrai sconfiggermi né oggi né mai. Un problema in meno!”
    “Aaron ci mette tanto, perché non arriva! Gli avevo detto un’ora!”
    Phelesmon li guardò con il suo sguardo letale e poi andò verso il calderone.

    FINE CAPITOLO 12
     
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  15. DigiFakk94
     
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    User deleted


    Waaaa fantastico questo capitolo!! :D
    Questi digiprescelti sono mitici! Una che si mette a ghigliottinare i digimon. L'altra che fa fuori un metalphantomon con un'ascia, e uno che addirittura gioca a carte con Angemon!!! Ahahahahhaahahah XD
     
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500 replies since 12/8/2011, 18:02   5428 views
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