Digimon fanfiction

The seventh

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  1. TakeruTakaishi
     
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    ahah si xD devo scriverle un po' divertenti le storie, se no questi episodi in cui digievolvono diventano pallosi xD
     
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  2. DigiFakk94
     
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    No, no hai fatto bene. Poi così sono più realistici :ehsi:
     
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  3. TakeruTakaishi
     
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    ahah, ma ci sono più di 150 puntate xD devo inventarmi ogni volta storie sempre nuove xD quindi un po' di ilarità fa bene xd
     
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  4. avenging angel
     
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    commento in chat xd
     
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  5. TakeruTakaishi
     
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    ahahah ok ;)


    Episodio 4: Il coraggio di Dracomon

    La sera passava lenta e la luna appena sorta di Digiworld illuminava il cielo, celando agli occhi le stelle a lei più vicine con il suo luminoso alone.
    <<che pace!>> Pensò Aaron mentre Theo tornò con la legna per il fuoco.
    <<cosa fai?>> Chiese sorridendo.
    <<niente… stavo solo guardando il cielo…>> Aaron si interruppe, poi guardò il suo Patamon addormentato lì di fianco e lo coprì con la sua mano. <<non fa molto caldo…>> concluse.
    <<e’ per questo che ho raccolto questi legni!>> sorrise l’altro. Dracomon si avvicinò ad Aaron e gli porse una serie di legnetti minuscoli. Aaron gli sorrise apprezzando il gesto del piccolo Digidrago. Aaron mise la legna vicino a Patamon e invitò Theo e Dracomon a sedersi. Theo si sedette vicino ad Aaron e Dracomon prese il posto vicino a Patamon. Con una fiammata, il draghetto accese il fuoco.

    Qualche ora prima…
    <<non capisco… qui c’è un bivio!>> Sabry si girò per vedere le facce dei suoi compagni. Nessuno sembrava interessato al problema. Perfino Ryudamon, che continuava a vantarsi delle sue gesta precedenti, sembrò darle retta.
    <<andiamo a destra!>> Suggerì Sonia appena terminata la lattina di cola che, sempre gentilmente, le era stata offerta da un Betamon che aveva avuto la “fortuna” di incontrarla per strada.
    Buttò quindi per terra la lattina di cola e prese Palmon.
    <<riesci a farmi elevare con e tue liane?>>
    La poveretta, che il giorno prima aveva dovuto alzare la ragazza per farle prendere una monetina sull’armadio della camera di Gwappamon, tremò al solo pensiero di dover di nuovo affrontare tale impresa e si girò lentamente terrorizzata verso la despota che le stava accanto!
    <<mi piacerebbe, ma ultimamente soffro di art…>>
    <<bugiarda! Ammettilo! Pensi che peso tanto!!>>
    <<ma che stai dicendo…??>> Palmon si interruppe, ma poi trovo il coraggio e… <<sì, pesi troppo per me>> Sonia trattenne le lacrime di coccodrillo e guardò Aaron:
    <<cosa ti aspetti che faccia??>> Chiese lui.
    <<il tuo Digimon sa volare!!>>
    In quel momento si sentì come strozzare: Patamon, che poveretto aveva dovuto portare una cesta che, per lui, pesava un po’ troppo, saettò verso Aaron e si infilò sotto la sua maglietta.
    <<ti prego, non voglio…>>
    <<paaaaataaaamooon!!>> ridacchiò la ragazza con aria da santa, ma, fortunatamente per il piccolo Digimon, Fanbeemon parlò:
    <<dobbiamo andare a sinistra!!>>
    Sonia si voltò di scatto: <<e tu come lo sai?>>
    <<lo so perché dall’alto ho visto che a sinistra, poco distante da qui, c’è un villaggio!>>
    Giuly guardò soddisfatta il suo Digimon e lo abbracciò. Poi Fanbeemon e Ryudamon digievolsero per arrivare prima al villaggio: Waspmon portò in volo quattro ragazzi e gli altri tre in groppa a Ginryumon.
    Durante il percorso accadde però qualcosa di strano: un terribile vento nero sconvolse i prescelti. Sonia, Sabry, Giuly e Dave, che volavano su Waspmon, vennero fatti cadere quando questa regredì Fanbeemon. Aaron, Theo e Alex, vennero invece letteralmente spazzati via dalla tempesta.

    Spostiamo le nostre attenzioni adesso in un posto lontano. Infestato dalle ombre danzanti degli alberi scheletrici e dagli Aurumon. Il posto non è un gran che, soprattutto per chi volesse passarvi una notte. Su di una rupe, un vecchio maniero immerso nell’oscurità.
    Al suo interno Phelesmon faceva ancora roteare pigramente il suo tridente nel calderone, in attesa che le immagini della nera tempesta fossero chiare.
    <<grande Phelesmon. Posso chiedervi le vostre intenzioni?>> Sussurrò Witchmon, appena tornata dalla sala delle torture.
    Phelesmon spostò le pupille degli occhi, sogghignando e rimanendo immobile, verso Witchmon, la quale, davanti a tale gesto, fece un passo indietro, rimanendo tuttavia inchinata.
    Parlò il demone con la sua voce acuta e squittente, quasi come fosse il richiamo di un ratto:
    <<sì che puoi, Witchmon!>>
    Spostò poi gli occhi nuovamente al calderone, che cominciava a dare le prime immagini: i prescelti erano stati divisi dalla tempesta.
    <<perfetto! I prescelti sono stati separati… così saranno più vulnerabili. Il mio intervento sarà poco necessario finché non saranno uniti!>> Sibilò.
    <<vi prego lasciate che…>> Witchmon fu interrotta dall’apertura del portone della sala del trono:
    <<grande Phelesmon! Vi ho portato il Digimon!>> Tuonò Boogeymon.
    <<ooh! Meno male… temevo che avessi perso la via del ritorno, amico mio!>> lo prese in giro Phelesmon ridacchiando.
    <<all’inizio non voleva collaborare! Ma poi ha deciso di farsi avanti!>>
    <<bene, bene, Gwappamon! Cosa hai da dirci?>>
    Al Digimon tremavano le gambe. <<cosa volete da me? Sono solo un povero Digimon…>>
    <<ma i prescelti si fidano di te…>> controbatté Phelesmon con voce rassicurante, quasi stesse chiedendo un favore ad un vecchio amico.
    <<non so come posso aiutarvi!>>
    Witchmon sorrise: <<vi prego lasciate fare a me… spiegherò come si deve a questo Digimon cosa deve fare per noi!>>
    <<non sarà necessario.>> Ringhiò Boogeymon, facendo allontanare Witchmon dal seggio del trono, poi aggiunse: <<padron Phelesmon sa come occuparsene, dico bene?>>
    <<dici male!>> Ribatté Phelesmon: <<… non ne ho la minima idea… pensavo che come Digimon fossi un pochino più forte… invece…>> si soffermò a guardare il povero Gwappamon, che intanto chiuse gli occhi dalla paura.
    <<invece sei del tutto inutile… addio.>>
    Con un segno di mano diede ordine che Gwappamon venisse portato nelle segrete, e così fu.
    <<<voglio vedere come ve la cavate adesso, prescelti…!>>
    Così, mentre Sabry e Sonia furono scagliate altrove e Alex e Dave furono spazzati lontano, Theo ed Aaron, vennero spediti in un bosco nei paraggi.

    <<dove siamo capitati, che cosa ci è successo?>> Domandò Theo ad Aaron.
    Patamon prese il volo, ma al suo ritorno non poté essere di molto aiuto:
    <<ci sono solo alberi nei paraggi.>>
    Aaron sbuffò con aria sconsolata: <<non ce ne va mai una giusta.>> Concluse.
    In effetti, la foresta era così fitta che anche in pieno giorno i ragazzi avrebbero avuto bisogno di una torcia, oggetto che fu loro possibile ricreare grazie al Baby Soffio di Dracomon e a qualche rametto nei dintorni.
    Dopo qualche ora di vagare, arrivò la notte e il gelo ricoprì la foresta.
    <<forse ci conviene accamparci qui… fa freddo…>> suggerì Aaron.
    <<sì, hai ragione.>> ammise l’altro, mentre con Dracomon si sedette in una piccola radura ricoperta di foglie.
    <<forse è meglio che io e Patamon andassimo a cercare del combustibile per le fiamme…>>
    <<no, lascia che ci vada io! Così perlustreremo l’area… non sei d’accordo Dracomon?>>
    <<ma non ha senso… quello potrei farlo io…>> Aaron si interruppe quando vide che ormai, Theo e Dracomon erano a qualche metro da lui.
    La sera passava lenta e la luna appena sorta di Digiworld illuminava il cielo, celando agli occhi le stelle a lei più vicine con il suo luminoso alone.
    <<che pace!>> Pensò Aaron mentre Theo tornò con la legna per il fuoco.
    <<cosa fai?>> Chiese sorridendo.
    <<niente… stavo solo guardando il cielo…>> Aaron si interruppe, poi guardò il suo Patamon addormentato lì di fianco e lo coprì con la sua mano.
    <<non fa molto caldo…>> concluse.
    <<e’ per questo che ho raccolto questi legni!>> sorrise.
    Anche Dracomon si avvicinò ad Aaron e gli porse una serie di legnetti minuscoli. Aaron gli sorrise apprezzando il gesto del piccolo Digidrago. Aaron mise la legna vicino a Patamon e invitò Theo e Dracomon a sedersi. Theo si sedette vicino ad Aaron e Dracomon prese il posto vicino a Patamon. Con una fiammata, il draghetto accese il fuoco.
    <<ho paura.>> Affermò il ragazzo dopo che il suo Digimon ebbe dato fuoco ai legnetti.
    <<di che cosa?>>
    <<ho paura di non essere abbastanza forte…>>
    <<sciocchezze…>>
    <<no, no, è vero… ho davvero paura che la mia presenza qui sia deleteria. Dracomon non può ancora digievolvere in fondo…>>
    <<e’ strano… io non mi sento affatto come te… Patamon non può digievolvere, ma io sono convinto che, grazie a me, un giorno ce la farà!>>
    <<ma Dracomon non ci prova…>>
    <<neanche Fanbeemon e Ryudamon ci avevano provato!>>
    <<sì, ma loro hanno avuto un buon motivo per farlo! Hanno salvato la vita a dei Digimon innocenti…>>
    <<ascolta…>> Aaron prese un tono semplice e amichevole e si girò verso il fuoco: <<io penso che solo chi rimane con le mani in mano e continua a ripetersi di essere inutile lo è davvero.>>
    <<io sono inutile?>>
    <<no, tu sei solo confuso... il che molte volte è normale! Ma vedrai che anche Dracomon digievolverà. Presto o tardi ce la farà…>>
    <<in questo caso aspetterò!>>
    <<fai bene!>> esultò Aaron.
    Patamon e Dracomon si erano addormentati. Aaron coprì Patamon con un pezzo di corteccia spezzato in modo tale da piegarsi e coprirlo interamente.
    Theo, che nel frattempo si era addormentato seduto, cadde lentamente fino a quando la sua testa non toccò il terreno. Aaron era l’unico ad essere rimasto sveglio.
    <<forse dovrei addormentarmi…>> Pensò, ma l’ansia e l’agitazione che potesse accadere qualcosa agli altri non gli fece chiudere occhio.
    Fu allora che Patamon si alzò in volo per pochi centimetri: <<arriva!>>
    <<chi arriva??>> Chiese spaventato Aaron.
    <<lui!!>>
    Camminando lentamente, un Digimon completamente rosso si avvicinò ai ragazzi. Aveva due enormi ali viola ed una coda appuntita fuoriusciva dal suo deretano. Emanava un puzzo terribile, come se si fosse appena fatto un bagno nello sterco dei porci.
    Gli occhi brillavano di una luce rossa e nella mano destra brandiva un tridente.
    <<chi sei?>> Urlò Aaron in modo tale da svegliare gli altri due.
    <<sono Boogeymon!! Un Digimon molto malvagio…>> Disse questo.
    Ad Aaron diede l’orribile impressione che Boogeymon lo credesse un bambino dell’asilo dal tono in cui parlava…
    <<vi ho portato un regalo!>> Disse poi facendo un inchino in perfetto stile clown. <<vieni fuori! Coredramon!!>>
    A quelle parole, un drago verde alato uscì da dietro una pianta. Theo, lesse i suoi dati nel Digivice:
    <<coredramon, Digidrago di livello campione. La sua tecnica: Fiammata Smeraldo!>>
    Detto ciò Boogeymon augurò buona fortuna ai ragazzi e si dileguò nelle tenebre, scivolando tra gli alberi senza muovere un piede.
    <<fiammata Smeraldo!>>
    Coredramon non lasciò neanche il tempo ai ragazzi di alzarsi che scagliò il suo colpo.
    Theo lo schivò e Dracomon con lui.
    Aaron afferrò Patamon e fece segno a Theo di scappare verso destra, da dove la tempesta gli aveva trasportati e proseguire il cammino.
    Coredramon non perse tempo ad inseguirli, scagliando fiammate da ogni direzione. Alberi su alberi vennero abbattuti da tale furia.
    Tanta era la potenza di quel fuoco, che un altro albero cadde a terra e sbarrò la strada ai ragazzi.
    Fortunatamente, Theo scorse una rientranza nel terreno e vi si gettò dentro. Aaron, che lo vide per un istante, lo seguì. Anche Coredramon però aveva notato la buca e capì che i ragazzi e i loro Digimon erano finiti lì dentro. Con un salto anche l’enorme drago ci si buttò e sputò un’altra fiammata che invase la grotta.
    Aaron e Theo avevano però trovato un’altra rientranza che permise loro di sfuggire al fuoco.
    <<e’ inutile che scappiate!>> Tuonò Coredramon. <<tanto questa grotta è un vicolo ceco e prima o poi dovrete uscire allo scoperto!>>
    All’udire quelle parole ai ragazzi venne il cuore in gola.
    <<non potete risalire senza ali! Fareste bene quindi a venire allo scoperto e subire la mia collera adesso, piuttosto che ritrovarvi in un rogo a sorpresa… la preparazione è importante!>> E con queste parole il nemico scoppiò a ridere.
    <<che cosa vuoi? Perché ce l’hai con noi?>>
    La voce di Aaron fece eco nella grotta e Coredramon si voltò di scatto, senza capire da dove provenisse.
    <<io… ma non voglio farvi del male…>>
    “Questa era proprio bella!” pensò Theo.
    “Ma per chi ci prende?” Pensò Aaron, mentre teneva Theo dietro di sé, in modo tale da fare lui scudo col suo corpo.
    Patamon si era rintanato nella maglietta di Aaron e Dracomon era riuscito a trovare un piccolo buco sul soffitto. Ma nonostante la sicura posizione, Dracomon non poteva pensare ad altro che al suo partner, tremolante dietro la schiena di Aaron stesso.
    <<venite fuori! Voglio chiedervi scusa per il mio comportamento!!>> ribatté il drago.
    <<smettila di dare la caccia a quei ragazzi, idiota!>>
    <<padron Boogeymon?>> ipotizzò il Digimon.
    <<sì! Esci subito dalla grotta, idiota! Non hai capito che sono usciti??>>
    Il Digimon prese il volo e risalì la buca.
    Aaron aveva sempre saputo imitare le voci alla perfezione, cosa che qualche volta anche a scuola gli era stata utile.
    Una volta, per esempio, la professoressa di italiano delle scuole medie si era ricordata accidentalmente dei soldi che il ragazzo le doveva. Aveva ella infatti prestato ad Aaron qualche spicciolo per le macchinette. Il ragazzo, che mai era stato modesto, si era tenuto il numero di cellulare della poveretta da quando l’insegnante glielo aveva dato in gita scolastica. Mettendo lo “sconosciuto”, Aaron Saturn aveva chiamato la prof. fingendosi il marito, che l’aveva accompagnata a scuola quel giorno in cui pioveva a dirotto.
    <<pronto, cara… lo sai? Ci hanno rubato il cane!>> a queste parole la professoressa Annarolgi corse a gambe levate fuori da scuola. In dieci minuti aveva già percorso il tragitto fino alla metropolitana e in mezz’ora era arrivata a casa.
    Immaginate voi la sorpresa di lei quando ha scoperto il marito a letto con un’altra. La professoressa di lettere Annarolgi, o come era comunemente nota, Anna-rogna, era da sempre una grande collezionista di scarpe. Beh, dopo quel giorno dovette ricominciare la collezione da capo. Il marito e l’amante erano finiti sulla strada con tanti di quei tacchi nelle loro parti intime che quando furono trovati dall’autoambulanza, la povera prof. dovette fuggire e cambiare nome per non finire in gattabuia. Da quel giorno di lei non si seppe più niente.

    Aaron prese l’amico e lo tenne vicino a sé, dandogli, con l’aiuto dei Digimon, una spinta verso l’alto e facendolo uscire dalla grotta. Poi, grazie a Patamon e Dracomon, uscì anche lui e subito dopo i Digimon in volo.
    <<meno male! Pensavo che saremmo morti!>> ansimò Theo.
    <<non devi dire neanche per scherzo queste cose!>> Lo rimproverò Aaron.
    Coredramon udì le risate e ritornò sui propri passi. In poco tempo li raggiunse e i ragazzi ripresero la fuga, dalla parte opposta a quella dove era caduto l’albero.
    <<ma così torneremo indietro!>>
    <<non importa! La mia vita vale di più!>> gridò Aaron all’altro, mentre lo strattonava.
    <<fiammata Smeraldo!>>
    Il colpo prese un albero che prese fuoco. Aaron e Theo lo schivarono mentre cadeva. Patamon e Dracomon si girarono:
    <<bomba d’Aria!>>
    <<baby Soffio!!>> I colpi non toccarono minimamente il Digimon, ma la Bomba d’Aria riuscì per lo meno a creare uno scudo contro la fiammata.
    I ragazzi ripresero a correre, ma Aaron inciampò in una radice.
    <<non preoccuparti, io mi rialzo! Tu devi correre e salvarti!>>
    <<sì, lo so, ma non posso permettere a quel mostro di farti del male!>>
    Coredramon li aveva raggiunti.
    <<adesso morirete!>>
    <<bomba d’Aria! Bomba d’Aria!>> Patamon non poté niente per attaccare la difesa di Coredramon, che gli diede una zampata che bastò a fargli perdere i sensi.
    <<patamon!!!!>> Gridò il partner che faticava a rialzarsi.
    <<aaron, sta’ giù!>> Gli gridò l’altro che notò una seconda fiammata che lo stava per raggiungere.
    Ma Aaron non fece in tempo a spostarsi.
    Ma non successe niente. Dracomon si era messo tra Aaron e le fiamme. Esse non gli facevano male, anzi, riusciva a domarle.
    <<vai Dracomon!!>> Esultò il suo prescelto: è il tuo momento!
    Il Digimon si rivoltò a Coredramon e cambiò forma. Crebbe a dismisura e il suo corpo divenne di un blu intenso. Ma la sua forma… la sua forma era la stessa… la stessa di Coredramon!!
    Theo puntò il Digivice sul Coredramon blu:
    <<coredramon, Digidrago di livello campione. Si differenza dal Coredramon di prima perché è di tipo Antivirus e la sua tecnica è la Fiammata Zaffiro>> Poi sorrise: <<così anche tu sei digievoluto, Dracomon!>>
    Aaron guardò Patamon e lo raccolse. Il suo Digimon riaprì gli occhi ed Aaron gli spiegò che Dracomon era digievoluto in Coredramon.
    <<fiammata Smeraldo!>> Gridò il Coredramon verde, ma il suo attacco venne contrastato dalla fiammata blu emessa dal Coredramon di Theo, che respinse il colpo, facendo cadere Coredramon verde in dietro, che provò a darsi alla fuga.
    Ma l’altro lo sorpassò e gli sbarrò la strada:
    <<eddai, voglio solo chiedere scusa!>>
    Il Coredramon blu prese in giro il Coredramon Verde citando le parole da lui usate in precedenza. Poi sparò una violenta fiammata verde che invase il nemico, il quale si gettò a terra in preda al fuoco.
    Aaron si alzò e ordinò a Patamon di alimentare il fuoco con le sue Bombe d’Aria. Il Digimon obbedì e sparò almeno una decina di bombe al nemico che in pochi secondi si ridusse in semplici dati volatili.
    <<ce l’abbiamo fatta!>> Sorrise Theo mentre si avvicinò a Coredramon.
    <<sì, puoi dirlo forte!>> Confermò Coredramon.
    <<siete stati grandi!>> Esultò Aaron, mentre Patamon gli volò sull’avambraccio.
    I ragazzi ripresero quindi il cammino e, grazie all’aiuto di Coredramon scavalcarono l’albero che intralciava il cammino.

    Intanto…
    Boogeymon tornò rapidamente al castello con lo scopo di leccare i piedi del capo osannandolo per della splendida idea di separare i ragazzi che aveva avuto Phelesmon stesso. Ma quando aprì la porta del trono, Phelesmon era tutt’altro che felice.
    <<vieni avanti, Boogeymon…>> Il nemico cambiò subito espressione.
    <<cosa è successo, padrone?>>
    <<niente, caro mio! Hai trasformato la mia idea fantastica… in un completo fallimento!!>>
    <<padrone, cosa intendete?>>
    <<sei proprio un tonto! Il Digimon dei prescelti è digievoluto e ha sconfitto il tuo mandato! Sarai punito per questo.>>
    Phelesmon sollevò il tridente, ma una voce lo fermò. Una voce profonda, cupa, che fece rabbrividire i due Digimon in un istante.
    Phelesmon raggiunse il calderone. Due occhi erano intravedibili nella poltiglia marrone in esso, e il colore scuro di essa impediva anche di distinguere quello delle pupille.
    <<voi sapete?>> Domandò Boogeymon al suo padrone.
    <<sì… il momento sta arrivando.>> Disse l’altro con la sua voce squillante.
    <<non dobbiamo perdere tempo.>> Sussurrò.

    In un luogo lontano…
    Giuly si era accorta di essere rimasta sola nel peggiore dei posti che potesse capitare. Un cimitero…
    Imboccò uno stretto sentiero costeggiato da alcune bare impolverate. L’unico rumore che udiva era quello dei suoi passi, provocato dallo scricchiolare dei legnetti che continuava a calpestare.
    Fu in quel momento che raggiunse un bianco mausoleo. Era torreggiante e alto abbastanza perché la notte lo oscurasse. La Luna non illuminava la volta celeste e la luce delle stelle non era visibile nel nero cielo. Un gufo emise il suo gelido verso: Giuly vi puntò contro il suo DS:
    <<aurumon, Digimon volatile di livello Armor. La sua tecnica: Cecchino Notturno.>>
    Giuly era sola. Sola in un cimitero. Il freddo della notte la costrinse a sedersi su una bara, ma anche la bara era gelida.
    <<maledizione! Perché proprio io dovevo rimanere sola?>>

    FINE CAPITOLO 4


    Edited by TakeruTakaishi - 24/11/2012, 18:24
     
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    ohoh, quindi coredramon blu......Slayerdramon si farà avanti XD

    xò potevi fare come farò io fra TAAAANTO nella mia

    due gemelli, uno con breakdramon l'altro con slayerdramon, non dico altro perchè si spoilera troppo
     
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  7. TakeruTakaishi
     
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    Episodio 5: La principessa

    Voltandosi verso il castello, Sonia si chiese quale genere di Digimon vi abitasse. Lei e Sabry erano arrivate in quel posto ormai da qualche ora, ma non gli era stato ancora concesso il permesso di entrare. Annoiata per l’attesa e scocciata dalla spavalderia dei Digimon guardiani del castello, Sabry afferrò una pietra dal prato fiorito e fece per scagliarlo ai Sunflowmon, ma Sonia la fermò.
    Sabry d’altronde aveva imparato ad agire d’istinto parecchie volte in vita sua. Palmon tornò dal giro d’ispezione:
    “E’ un settore in cui prevalgono Digimon vegetali!” Borbottò.
    “Ah sì? Non l’avevamo notato…” ironizzò la partner.
    Palmon assunse un’espressione imbronciata: “Ma scusa, me l’hai chiesto tu di andare a controllare…”
    “Sì, ma volevo che tu notassi qualcosa o qualcuno…”
    “Del genere??”
    “Witchmon o qualche suo seguace o addirittura quei ciondoli di cui parlava Azulongmon l’altro giorno…”
    “Ma non posso sapere come sono fatti quegli affari..:!!” Ribatté Palmon che stava iniziando a scocciarsi. Poiché Sonia si accorse di questo, restò zitta e afferrò il suo Digimon per la zampa, andando incontro ai Sunflowmon che, minacciati dal rapido ritorno di lei, la attaccarono con un “Raggio Abbagliante”.
    Sonia lo schivò di colpo, ma Palmon venne letteralmente cotta da quell’attacco.
    “Chi siete voi per attaccarci così? Noi vogliamo entrare in quel castello e parlare col suo sovrano!”
    Sabry, che si era riproposta di usare toni gentili, prese la parola: “Vorremmo sapere da che parte dobbiamo andare per ritornare al bivio… una tempesta nera ci ha letteralmente spazzati qui… stiamo cercando i nostri amici.”
    I Sunflowmon si guardarono. “No!” esclamarono.
    “Senza speranze…” si rassegnò Salamon.
    Sonia decise di andare a perlustrare la città e chiedere informazioni.
    “Mannaggia!” Esclamò Sabry, “La tempesta mi ha fatto cadere di fondoschiena! Mi fa male il sedere! Non posso andare in giro co…” non finì la frase che si dovette voltare di scatto. Dietro di lei, immobile, vi era un Mushroomon che aveva “appoggiato” la sua mano sul sedere di lei. Sabry gliela tolse delicatamente e Salamon provvide ad “allontanarlo”.
    “Quel Mushroomon starà attento la prossima volta.” Affermò lei.
    Sonia, che non fece caso all’accaduto, fermò un Kiwimon che passeggiava per strada.
    “Mi scusi, non è che lei ci potrebbe dire chi è il sovrano di questa regione?”
    “Questo è il settore dei fiori di loto!” rispose quello spavaldamente, “Qui è sovrano il principe Kabukimon!”
    “Il principe Kabukimon…” si ripeté tra lei e lei con tono interrogatorio.
    Poi l’altro riprese: “Ma il principe sta molto male… sta per morire e nel settore sta per infuriare una terribile guerra per decidere chi sarà il successore…”
    “Cosa??? Una guerra??”
    “Sì… è molto triste, ma… voi dovete morire!!”
    Sonia tirò uno schiaffo al Digimon, che cadde. “Guai a te infame! Io sono una ragazza che non si fa dire le cose due volta prima di agire, e questa ne è la prova!!”
    “S-sì!” deglutì l’altro che si diede alla fuga al più presto che poté.
    “Certi Digimon sono proprio maleducati!” Ribatté Sabry.
    “Eggià!” Confermò l’altra.
    Quando Sabry finì di parlare, uno dei Sunflowmon si avvicinò lei: il padrone è pronto a ricevervi…

    Il castello era arredato con fiori e piante ovunque e d’altronde la cosa era intuibile anche dall’esterno: le mura del maniero erano ricoperte di rampicanti fioriti.
    La sala in cui Kabukimon era sdraiato, su un letto a baldacchino, era decorata con dipinti di ogni genere.
    Sonia intravide il volto del Digimon malato e vi puntò il Digivice:
    “Kabukimon. È un Digimon mutante di livello Armor. La sua tecnica: Ciliegio in tempesta!”
    Sonia si fermò non appena vide che questo aprì la bocca.
    “Raccontano la storia di Digiworld.” Parlò il sovrano che faticò a parlare. Poi indicò una parte del quadro verso il centro. “Eccola lì. È lei che ha fondato questo settore.”
    Al centro del dipinto troneggiava una figura femminile con un lungo mantello bianco e un vestito rosso.
    “Lei è la dama misteriosa. Così la chiamiamo qui. Nessuno sa quale sia il suo vero nome, però…” il Digimon si fermò.
    “Però cosa? Non ce la fa a parlare?” Chiese Sabry avvicinandosi al letto.
    “però molti…” il Digimon tornò a parlare normalmente: “pensano che sia uno dei Paladini che salvarono Digiworld nel lontano passato!”
    “Che cosa? Uno dei Paladini leggendari di cui parla la leggenda?”
    “Sì… ma non si sa se è così… è solo una leggenda. Voi cosa sapete?”
    “Ben poco. Azulongmon ci ha detto che…”
    “Azulongmon?” La fermò Kabukimon, “Voi avete incontrato lui?”
    “Sì.” Affermò Sonia. “Azulongmon ci ha detto che i sette Paladini salvarono Digiworld dalle grinfie dei sette demoni che lo dominarono despoticamente…”
    “E’ così. I sette Paladini diedero la loro vita per sigillare i sette Signori Oscuri in un posto dove alberga il male: l’area oscura. Comunque questa è un’altra storia. Cosa siete venute qua a fare?” Domandò allora il sovrano.
    “Noi siamo state portate qui da uno strano tornado. Eravamo in un gruppo di sette esseri umani e sette Digimon e siamo state divise dagli altri. Ci chiedevamo se lei sapesse come fare a tornare indietro…”
    “Prima mi dovete dire dove volete tornare.”
    “Non sappiamo di preciso dove si trova… era una strada lunga che terminava con un bivio. Lei magari…”
    “E’ da molto tempo che sono qui.” La interruppe: “ormai credo di conoscere questo posto molto bene. Proseguite per la strada che scorre accanto al fiume che alimenta il fossato. Se la seguirete arriverete dritte dritte al bivio di cui parlate!” Disse sorridendo il principe.
    “Grazie infinite!” disse la bionda mentre fece segno a Sonia di uscire.
    Fu allora che un Digimon dalle sembianze vegetali irruppe nella stanza.
    “E’ scoppiata! La rivolta che temevamo è scoppiata, sire!”
    “Cosa? Dobbiamo subito fare qualcosa…!” sbottò lui alzandosi dal letto con fatica.

    Fuori dal castello, numerosi Digimon piante lottavano senza sosta per il trono. Sonia si affacciò alla finestra ad osservare quello che lei aveva definito come “disgustoso scempio”. Sabry era conscia dei metodi poco ortodossi da sempre utilizzati dall’amica. Vi ricordate della sua compagna di classe, Chiara? Ebbene, Sonia era sempre stata del parere che le ragazze un po’ troppo mielose fossero inutili alla società e dovessero essere, come dire… “raddrizzate”!
    Quando Sonia entrò in classe, quel giorno, Chiara si era già messa d’accordo con altre due ragazze ed il suo “gioiellino” per insultare Sonia rinfacciandole di vestirsi come una fiorista (a causa della rosa fermata sul cerchietto). Sonia, che non ha mai avuto un pelo sulla lingua, di tutta risposta le diede della prostituta e le mollò un ceffone, dopo il quale, la ragazza non attaccò più Sonia da sola. Ma d’altro canto il resto delle ragazze stava bene attento a tirarle dietro qualche “parola di troppo”.
    Sonia, quella volta, non si resse in piedi dalla voglia di partecipare alla rivolta, ma Sabry la fermò. I loro Digimon non erano decisamente in grado di competere con una massa così popolosa.
    Palmon continuò imperterrita ad osservare la battaglia senza poter fare niente. Fu allora che il principe uscì dal castello e la raggiunse.
    “Queste lotte sono una rovina…”
    “Ma perché non nomini tu un erede?”
    “Perché il popolo non lo accetterebbe.”
    “E’ una rivolta troppo sanguinolenta. Che popolo ci sarà al termine di essa?”
    “Non ci sarà di sicuro un popolo forte come prima. Io sono vecchio. Ho regnato su questo posto molto tempo. E ti voglio confidare una cosa….”
    “Che cosa?” Palmon si sedette ai piedi di Kabukimon.
    “Vieni con me.”

    Kabukimon fece strada a Palmon nel castello e tornò nella sala in cui era confinato a letto.
    “Il dipinto di prima. Bisogna leggerlo a partire da qui.” Il principe si soffermò indicando un punto celato nell’angolo alto del muro.
    “Guarda. Prima di questo villaggio esisteva solo polvere qui. I Digimon erano stanchi e affamati, la pioggia non cadeva quasi mai. Fu allora che apparve lei. Io c’ero, sai? E sono tutte vere quelle dicerie. Lei era una di loro! Portò la fecondità in questo settore, che si riempì di fiori e la pioggia cominciò a cadere. E quando i sette Signori Oscuri assunsero il comando di Digiworld lei mi si avvicinò e mi disse…” il ricordo nella mente di Kabukimon era così vivo che ancora poteva sentire quelle parole:
    “Io mi assenterò a lungo. Mi sono unita ad un gruppo di ribelli. Affronteremo le forze del male e ti prometto che le sconfiggeremo. Ma dopodiché non so quello che accadrà di me. Potrei sopravvivere e ritornare qua. Ma se così non fosse, tu devi proteggere questo settore da loro. Me lo prometti?”
    Kabukimon riferì le esatte parole. Ricordò ancora di averle promesso che si sarebbe occupato lui di tutto ciò. Palmon lo seguiva, ma anticipava nella mente il suo racconto come lo avesse vissuto di persona.
    “Ma il popolo come la prese quando li ti ha dato il suo trono?”
    “Il popolo appoggiava ogni sua iniziativa, mia cara, non hanno avuto nulla in contrario alla mia ascesa al trono.”
    “E perché allora non fai anche tu come ha fatto la paladina in passato, affida il tuo regno a qualcuno che sia consono a questo ruolo!” Suggerì Palmon.
    “Ci ho già pensato, ma sfortunatamente nessun Digimon mi è sembrato mai adatto. Guardali… stanno lottando come degli stupidi idioti per il potere.”
    Palmon riusciva a capire il perché Kabukimon non avesse scelto qualcuno che lo potesse sostituire, ma la rivolta ormai era iniziata e lei era del tutto intenzionata a fermarla!

    Nel frattempo, Sonia e Sabry, accompagnate da Salamon erano scese in mezzo alla rivolta per provare a convincere i popolani a fermarsi.
    Sonia lasciò il compito a Sabry, mentre lei andò proprio nel mezzo dei “dimostranti”. Proprio da lì riuscì a scorgere un Digimon rannicchiato per terra in un angolino della piazza. Sonia gli si avvicinò: “Chi sei?”
    “Sono Floramon!”
    “E perché stai rannicchiata qui?”
    “Perché ho paura e voglio che la smettano!”
    Sabry, da dove si trovava al momento, si diresse verso Sonia non appena la vide parlare con qualcuno. Ma mentre cercava di raggiungerla vide un Digimon rosso a forma di diavolo parlare alla folla:
    “Volete il trono?” e la folla urlò il suo consenso.
    “E allora dovrete lottare per averlo! Queste sono le ultime volontà del vostro sovrano!”
    A Sabry parve strano che un Digimon dalle sembianze di demone abitasse in un posto simile, quindi estrasse il Digivice, ma non fece in tempo a puntarlo sul Digimon, che questo, quando la vide scappò volando.
    “E’ fin troppo strano! Che ci fa un Digimon come quello qui, e perché è scappato…?”
    Intanto, Sonia stava cercando un nascondiglio per Floramon, che non aveva intenzione di combattere.
    Ma la battaglia si fece ancora più incessante dopo l’intervento di quel Digimon e le vie di fuga erano assai ristrette.

    Intanto Boogeymon tornò da Phelesmon.
    “Ho fatto ciò che mi avete ordinato, mio signore.”
    “Bene. In questo modo quelle due stupide umane finiranno schiacciate nella rivolta!!”
    Ancora una volta nella stanza si udì una voce cupa e penetrante.
    “Phelesmon…”
    Phelesmon corse al calderone, ma ormai ogni immagine era scomparsa.
    “E’ sempre più vicino!” Borbottò tra sé e sé.

    Sonia provò a farsi spazio nella rivolta per permettere a lei, Palmon, Floramon e a Sabry e Salamon, che nel frattempo le avevano raggiunte.
    “Come facciamo? qui la strada è impraticabile!” Notò Sabry mentre scansò un Digimon piccolo e ripugnante.
    “Non ne ho idea, se solo qualcuno ci desse una mano!!”
    In quel momento il volto di Sonia si illuminò.
    “No e poi no!” Negò Palmon. “Non vi trasporterò mai con le mie liane lassù!” Disse indicando il castello.
    “Ma tu devi solo tirare Floramon!” Ribatté Sonia.
    “Ah beh, se è così… Liane avvolgenti!!” Palmon si aggrappò al balcone del castello e dall’alto ripeté: “Liane Avvolgenti!” Nuovamente le liane avvolsero Floramon e lo trascinarono sul balcone. Poi Palmon ridiscese.
    “Perfetto possiamo pensare a fermare la rivolta adesso!”

    Intanto Kabukimon aprì la finestra e fece entrare Floramon.
    “E tu chi sei? Ti hanno portata qui due esseri umani?”
    “Sono Floramon e… sì.”
    “Capisco… ciò significa che ti hanno portata via dalla rivolta…?”
    “Oh sì, principe Kabukimon, ma non fraintenda… io ero spaventata e la ragazza mora mi ha solo fatto un favore…”
    “Quella accompagnata da Palmon?”
    “Sì…”
    “Capisco…!”

    La rivolta era devastante. Digimon su Digimon perdevano la vita inutilmente.
    “E’ una follia! Una lurida follia! Perché si fanno tanto male? Dove vogliono arrivare con tanto dolore?”
    “Sonia…” sussurrò Palmon all’udire le parole della partner.
    “Non posso crederci che uno di questi folli potrà mai diventare il sovrano di un settore come questo e governarlo nella legge e nell’ordine!!”
    “Sonia…”
    “Non posso permetterlo!!!”
    A quel punto la rivolta cessò. Palmon fu invasa da una luce abbagliante e quando riaprì gli occhi il suo corpo era cambiato. Ora poteva vedere bene tutta la piazza. Poteva vedere le sofferenze che quei Digimon stavano passando. Così, Togemon, Digimon Vegetale di livello Campione, prese Sonia, Salamon e Sabry tra le sue mani ricoperte da guantoni rossi e scansò i Digimon nella folla.
    “Dovete finirla!” gridò Sonia: “Voi siete degli stolti! Pensate che lottando capirete chi di voi ha le capacità di un leader?”
    In quel momento Kabukimon si affacciò alla finestra.
    Sonia riprese: “Un vero sovrano è qualcuno che sa tenere i suoi sudditi calmi e che sa fermare le rivolte! Non qualcuno che rade al suolo la sua stessa città per il potere!”
    Davanti a quelle parole tutti i Digimon si scatenarono e andarono addosso a Togemon.
    “Raffica di Spine!” il Digimon gridò.
    Una tempesta di spine avvolse l’area. Tutti i Digimon caddero a terra e ci volle un po’ perché si riprendessero.
    Sonia sorrideva al suo Digimon appena digievoluto.
    “Sei stata fantastica Palmon!”
    “Togemon!” Disse lei facendo l’occhiolino alla partner.
    “Oh sì, certo! Togemon!!”
    La rivolta si placò di colpo.
    “Ascoltatemi!” Riprese Sonia. “Kabukimon è stato investito del suo potere direttamente dal Digimon che fondò questo settore! Lasciate che sia lui a scegliere il suo successore!”
    Kabukimon ebbe un sussulto. Per qualche secondo sembrò onorato di poter parlare alla folla, come non lo avesse mai fatto.
    “Per quanto mi sembri strano, la ragazza ha ragione. Un bravo capo riconosce quando abbandonare il proprio trono. Un bravo leader sa a chi consegnarlo. Fino ad ora non mi è mai venuto in mente un Digimon che potesse prendere il mio posto! Ma oggi la questione è diversa!”

    Intanto, Phelesmon osservava la scena dal suo calderone. Non riusciva a capire. Non poteva nascondere le sue perplessità nel comprendere come un mucchio così largo di Digimon potesse farsi sottomettere da un colosso come Togemon.
    “Vai e scatena l’inferno!”
    “Sì padrone.” Rispose Boogeymon che nel frattempo era apparso dal nulla.

    “Un bravo Digimon il cui compito è quello di amministrare la giustizia sa perfettamente che con la guerra non si risolvono le questioni importanti. Un bravo capo è capace di evitare la guerra. Io oggi voglio scegliere un mio successore. Voglio che l’unico Digimon che ha avuto la capacità di vedere la paura scatenata da questo scempio diventi il mio erede.
    Voglio che l’unico Digimon tra voi che ha saputo non combattere e rimanere nascosto, dicendo “no” a tutto questo sia il nuovo re: Floramon!”
    Tutti i Digimon si guardarono a vicenda:
    “Floramon?” “Com’è possibile?” “Un Digimon intermedio?”
    “Anni fa, io ero il Digimon che provò a contrastare la nostra amata prima regina. Quando lei mi sconfisse, mi accudì come un figlio. Così sono cresciuto in questa corte con lei e ho imparato tutto quello che so. Solo quando mi ha detto che sarebbe andata a combattere contro le forze del male ho capito che questo settore non sarebbe stato mai più lo stesso. Le ultime parole che mi disse furono: “In questa guerra non sarò sola. Avrò dei compagni! E soprattutto avrò lui al mio fianco. Non so davvero se ci rivedremo ancora, Kabukimon, ma so per certa che sarai un ottimo sovrano e che saprai scegliere un degno sostituto.” Ora, io non so se quello che mi ha detto è vero. Non so se davvero sono abbastanza saggio per scegliere il sostituto ideale, ma Floramon mi ha dato davvero l’impressione di essere un Digimon con i fiocchi, oserei dire!”
    La folla cominciò ad esultare il nome di Floramon.
    “Sono contenta che sia finita così.” Affermò Sonia sorridendo mentre si scambiava occhiate felici con Sabry e i due Digimon.
    “Nomino Floramon mio ere…” Kabukimon si fermò.
    “E’ lui! È il Digimon che ha parlato prima!” Esultò sabry.
    Boogeymon era apparso in cielo proprio davanti a Kabukimon.
    “Si dia inizio all’inferno!” Bisbigliò.
    “E tu chi sei?” chiese Kabukimon.
    “Non ti importa, idiota! Tanto farete una brutta fine, tu e quel microbo di fianco a te!”
    “Non credo proprio!” Kabukimon lanciò il suo attacco contro Boogeymon, ma non lo sfiorò neanche. Anzi, per tutta risposta, il nemico lanciò il suo tridente contro il principe, perforandolo da parte a parte.
    “No!!” urlò Sonia.
    “Kabukimon!!” proseguì Sabry.
    “Togemon, fa qualcosa!”
    “Raffica di Spine!!”
    Boogeymon schivò in volo il colpo. Poi lanciò un secondo tridente contro Floramon, che scomparve divisa in tanti piccoli dati.
    “Il mio lavoro qua è finito.” E scomparve dalla vista.
    Il popolo urlò e l’inferno si scatenò. Togemon portò in salvo tutti, ma ormai solo un Digimon rimasto in vita in quella piazza. Quando vide che Togemon, Sonia e le altre erano vive, si scagliò contro di loro: “Shuriken in Estensione!”
    “Raffica di Pugni!”. Il Digimon scomparve in tanti piccoli frammenti.
    “Maledizione! Chi era quel Digimon?” continuò a ripetere Sonia riferendosi evidentemente a Boogeymon.

    Il tempo passò lento e le ragazze si erano già rimesse in cammino da un bel po’ per ritornare al bivio.
    “Non posso fare altro che pensare a quella storia…” disse Sonia.
    “Parli della storia del povero Kabukimon?”
    “Sì… l’ultima parte dico… lei era innamorata. Ha lasciato tutto quello che aveva per andare in guerra col suo amato, pur sapendo che non sarebbe più tornata indietro… può l’amore spingersi così avanti?”
    “L’amore è pericoloso. Può farci compiere gesti orribili. Ma alla fine quello che conta è il bene per gli altri. Se lei era innamorata di qualcuno, stai pur sicura che io so di chi.”
    “Ma a chi ti riferisci?” chiese incuriosita Sonia.
    “Non ci arrivi?”
    “No, dai non essere così cattiva!!!”
    Sabry si mise a ridere e tutte e quattro ripresero il cammino.

    FINE EPISODIO 5
     
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  8. DigiFakk94
     
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    Il paladino è Rosemon, è chiaro. Ma di chi era innamorata? Uhm... <.<
     
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  9. avenging angel
     
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    come aL solito commento in chat.
     
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  10. TakeruTakaishi
     
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    eheh!
    digifakk, quoto: “Non ci arrivi?” ;)

    Edited by TakeruTakaishi - 17/8/2011, 13:06
     
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  11. avenging angel
     
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    CITAZIONE (DigiFakk94 @ 16/8/2011, 22:44) 
    Il paladino è Rosemon, è chiaro. Ma di chi era innamorata? Uhm... <.<

    Kabukimon. o sbaglio?
     
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  12. TakeruTakaishi
     
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    Non ve lo dico... non è così evidente come sembra però ;)
    A te vendicatore te lo dico poi in chat al massimo xD

    comunque, l'episodio di stasera sarà eccezionale! Mi è venuto benissimo! spero che vi piacerà!

    Ragazzi, mi diaspiace, ma non ho più internet per una settimana... posterò i nuovi episodi da mercoledì in poi... due alla volta :(

    Edited by TakeruTakaishi - 18/8/2011, 09:13
     
    .
  13. DigiFakk94
     
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    nuoooooo, che peccato! :(
     
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  14.  
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    anche se ne posti uno alla volta è uguale non strafare XD
     
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  15. TakeruTakaishi
     
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    Sono riuscito un secondo ad usare la chiavetta di mio zio: godetevi l’episodio 6!

    Episodio 6: La ricongiunzione

    Giuly e Fanbeemon erano, ormai da un po’ di ore, vaganti nel cimitero. L’aria si faceva sempre più tetra e la nebbia cominciò a diradarsi. La luna splendeva alta nel cielo e il suo alone copriva le stelle a lui più vicine.
    “Che atmosfera spettrale!” disse Giuly tremando.
    La nebbia stava rendendo vano l’effetto illuminante del satellite, che venne mano a mano ricoperto e nascosto dalle nuvole. Dopo un po’ di tempo che la ragazza camminava. Essa notò una bara aperta. Perfino lei si chiese da dove le fosse venuta l’idea di guardarci dentro… quando mise la testa su di essa, un Digimon ne saltò fuori volando con così tanta rapidità che lei fece appena in tempo a scansarsi.
    “Ponchomon, Digimon Fantasma, livello Armor, la sua arma è il Pugno Ubriacante… Mi hai fatto prendere un colpo!!”
    “Scusi signorina… non era mia intenzione, è che a quest’ora gli spiriti escono a giocare…” disse lui con voce morta, al che Sabry si spaventò ancor di più. Per tranquillizzarla, Fanbeemon le ricordò che con il potere della digievoluzione al suo fianco non aveva nulla da temere.
    “Mi scusi, buon anima…” disse quindi la ragazza al Digimon: “… non è che conosce la strada per uscire dal cimitero?”
    “Se conosco la strada?” disse questo in tutta risposta: “No… nessun Digimon che abita questo posto si sognerebbe mai di uscirne. È troppo pericoloso!”
    “Siamo rassegnati!”
    “Però… c’è un Digimon che la conosce!” esultò Ponchomon, “Si chiama…”

    Intanto che Giuly si faceva dire la strada per ritornare dai suoi compagni, Dave e Alex si erano trovati in uno strano paese illuminato completamente.
    “Ma dove diamine siamo finiti?” si chiese il primo mentre si girò a 360 gradi per avere meglio uno sguardo sulla situazione.
    “Sembra che ci sia una festa!” concluse l’altro.
    “Una festa di carnevale!” intervenne un Digimon da dietro.
    “E tu chi sei?” chiese Lopmon, spostando poi lo sguardo su Dave che aveva già tirato fuori il Digivice.
    “E’ Yasyamon!” esclamò Dave “Un Digimago di livello Armor. La sua tecnica è: Bokken Incrociati…”
    “Esattamente” concluse il Digimon, “sono uno dei preparatori dei carri nella zona. Questo è il settore Neon. Qui si preparano sempre feste e banchetti per tutta la comunità!”
    “Wow! Che spasso!!” Concluse Alex.
    “No, non più… non più da quando lui ci ha minacciati di farci saltare in aria!”
    “Lui chi?”
    “E’ una vecchia storia… questo settore ha un sindaco, si chiama BigMamemon! Quando BigMamemon fu eletto a tale carica, il suo avversario che non poté sopportare di avere perso così giurò che avrebbe fatto saltare in aria il paese. All’inizio nessuno diede retta a quelle assurdità, ma ultimamente un dinamitardo sta appiccando fuochi qua e là. Tutti i Digimon sono spaventati e le feste vengono sempre più ignorate e meno frequentate. In altre parole, il Settore Neon sta diventando uno stupido dormitorio…” il racconto era straziante da ascoltare a voce.
    “Ma chi è che ha promesso tutto ciò?”
    “Lui, Kogamon!” disse indicando un cartellone sul quale era scritta in grande la parola “Ricercato”.
    “Quindi Kogamon si vuole vendicare? Dobbiamo trovarlo in fretta!”
    “E’ compito nostro salvare Digiworld dal male o no?” Incitò Dave.
    “Anche se non credo che Azulongmon si riferisse a questo tipo di male…” disse Ryudamon sconsolato.

    “Si chiama Soulmon!”
    “Soulmon?” Chiese la ragazza disorientata. “E dove possiamo trovarlo?”
    “Beh, tutti sanno che vive nella parte più alta del cimitero. È il capo dei Bakemon!”
    “Ah perfetto… ha una banda anche lui!”
    “So che sembra brutta come cosa, ma i Bakemon e Soulmon non fanno mai del male a nessuno se non vengono provocati… potete provare a parlarci…”
    Giuly sorrise al Digimon e gli strinse le mani. “Sarà fatto! Però devi accompagnarci da lui!”
    “Va bene, seguitemi!”
    Dopo qualche minuto di passeggiata attraverso le buie lapidi del cimitero, Giuly e Fanbeemon scorsero una sorta di mausoleo.
    “Ecco, lì in cima vivono i Bakemon e tra di loro troverete senz’altro Soulmon, ma state in guardia, i Bakemon, appena pensano di essere in pericolo, colpiscono senza sosta il nemico!!” avvisò Ponchomon, che quindi si dileguò.
    “E così… i Bakemon vivono in cima al mausoleo, eh!”

    “Abbiamo finito! Grazie di avermi aiutato a terminare il carro!” disse Yasyamon mentre riprese in mano le sue spade di legno.
    “Potete dormire nell’hotel sette stelle in centro alla città, se volete!”
    “Grazie, ma… non abbiamo soldi!”
    “Oh, ma la città offre il soggiorno ai visitatori che vengono qui per assistere alle feste… prima degli avvenimenti sinistri di cui vi ho appena parlato, i visitatori pagavano, e tutto ciò era fonte di grande guadagno per la città, ma poi… tutto è divenuto gratis per colpa di Kogamon. Non dovete preoccuparvi di ciò.”
    Così, Dave e Alex, seguiti dai loro Digimon arrivarono all’hotel sette stelle.
    “Strano, l’hotel è pieno di gente nonostante la presenza di Kogamon…”
    “Non l’avete saputo?” intervenne un Digimon nello spazio bar: “Hanno appena appiccato fuoco alla casa dove abita Yasyamon!”
    “Cosa??”
    “Dobbiamo subito andare là!”
    Correndo a più non posso e seguendo le tracce del fumo, i ragazzi trovarono la casa in fiamme dell’amico Digimon.
    “Dov’è il proprietario?” chiese Alex al primo Veedramon di passaggio.
    “Non ne ho idea, credo che sia scappato non appena ha visto il fuoco… mi sembra di aver visto un’ombra correre…”
    “E dove è andata?” intervenne Dave.
    “Boh, ma andava davvero veloce. Adesso che mi ci fate pensare, ha scavalcato il muretto di quella villetta laggiù ed è corso via a gambe levate…”
    “E’ sicuro che non fosse il famigerato Kogamon quello che ha visto?”
    “Boh, può darsi… ma francamente credo che se fosse lui, il nostro amico Yasyamon non ha possibilità né di sopravvivere né di uscire da un incendio come questo…”
    “Oh no…”
    “La mia casa…” mormorò qualcuno da dietro.
    “Yasyamon, sei ancora vivo!”
    “Maledetto Kogamon! Ti prenderò! Costi quel che costi!”
    E così Yasyamon si diede all’inseguimento del ricercato. Scavalcò il muretto della villa vicina e si dileguò.
    Qualche ora dopo la festa ebbe inizio. I carri sfilavano per le strade e le luci si erano ormai accese. Si era fatto buio.
    I carri illuminati fecero più volte il giro della città mentre i nostri due prescelti e i loro Digimon si erano arrampicati sul tetto dell’hotel per osservare tutto dall’alto.
    “Che bella parata!” suggerì Lopmon.
    La musica si riusciva a sentire anche da lì. Era talmente forte, che quasi coprì il rumore di un’esplosione.
    “L’avete sentito anche voi?”

    Intanto Giuly aprì la porta scricchiolante del mausoleo, convinta della presenza dei Bakemon, ma poi si rese conto che essi erano solo ai piani più alti. Decise quindi di chiedere permesso prima di entrare e di essere gentile con loro. Fanbeemon la seguiva zampettando per tenere il passo della ragazza che saliva le scale del monumento torreggiante che si innalzava nel bel mezzo di quel lugubre postaccio.
    “C’è nessuno?” Domandò più volte lei. Ma di sottofondo si udivano solo dei leggeri bisbigli, come se qualcuno la stesse osservando da dietro o dall’interno delle pareti di marmo bianco. “C’è qualche fantasma qui?” chiese tremolante lei mentre Fanbeemon le stava accanto.
    “Vattene via!!” Disse una voce che aveva l’aria di essere impaurita. Giuly, che era ormai arrivata al secondo piano, si avvicinò ad una tomba centrale.
    “E tu chi sei?”
    “Sono Bakemon, e tu?” Disse questo nascondendosi dietro la bara.
    “Io sono Giuly. Mi sono persa qui e vorrei trovare la via d’uscita. Un Digimon del cimitero mi ha detto che Soulmon, il vostro capo, avrebbe saputo portarmici…
    “Sì! Confermo!” Ma lui è ai piani alti!” Disse sollevato il Digimon.
    Giuly sorrise e chiese al Digimon se avesse potuto accompagnarle. Bakemon, la cui paura ormai era svanita, accettò.
    “Devo avvertirvi di stare in silenzio. Non tutti i Bakemon sono timidi o gentili come me… qualcuno potrebbe anche avere cattive intenzioni…” suggerì il Digimon che, uscito dal retro della bara, cominciò a fluttuare sulle scale.

    “Presto. Dobbiamo scendere da qui!” strillò Alex mentre l’intero paese si girò ad osservare l’hotel in fiamme. Molti Digimon che lo abitavano persero la vita in quell’incendio.
    “Guardate là!”
    “Qualcuno, sta scappando!”
    “Inseguiamolo!” Propose euforico Lopmon, come se il fumo gli fosse andato alla testa.
    I ragazzi inseguirono l’ombra scendere le scale e alla fine arrivarono al piano terra. Ma l’ombra si fermò.
    “Chi sei?”
    “Sono un abitante dell’albergo!”
    “Fatti vedere.”
    Un Digimon bassoccio e vola uscì allo scoperto.
    Il Digivice di Alex si illuminò. “Kogamon!!!”
    “Sì, perché? Anche voi pensate che sia stato io ad appiccare il fuoco?”
    “Digimon Mutante, livello campione. La sua tecnica: Sdoppiamento Oscuro!” confermò il ragazzo, che ripose il Digivice.
    Kogamon iniziò a tossire e cadde a terra.
    Quando riaprì gli occhi, era stato portato in salvo dai ragazzi.
    “Perché mi avete salvato? Non credete che io appicchi gli incendi?”
    “Sì, ma prima hai detto una frase che ci ha fatto venire un dubbio…”
    “Sì, dovete credermi! Io non farei del male ad una mosca! Quando ho detto che la città sarebbe finita tra le fiamme sono stato frainteso!!!”
    “Cosa? Dici davvero?”
    “Sì, dovete credermi! Il padrone di questo posto potrà confermarlo! Quando è stato appiccato il secondo incendio, io ero qui! E lui mi ha visto! Ecco perché ha deciso di nascondermi!”
    “Se fosse vero… allora significa che non sei tu il colpevole…”

    Intanto…
    “Grande Phelesmon!”
    Witchmon entrò lentamente nella sala del trono. Il suo padrone non ci fece molto caso all’inizio. Continuò a mescolare la sua pozione ancora a lungo, in attesa di immagini.
    “Grande Phelesmon!” Ripeté la strega.
    Ancora una volta Phelesmon la ignorò. Aveva altro per la testa. La voce roca e profonda che ogni tanto si faceva sentire, ormai da un po’ di tempo stava tacendo.
    “Che vuoi, Witchmon?” si decise finalmente a parlare.
    “Non immaginerete mai che cosa sono riuscita a fare!”

    Giuly era salita al terzo e poi al quarto piano. Il numero di Bakemon continuava ad aumentare. All’ultimo piano, i lamenti degli innumerevoli Digispettri erano assordanti.
    “Scusate, vorrei parlare…” Bakemon la zittì.
    “Lascia fare a me!”
    “Grande Soulmon! Grande Soulmon! C’è una ragazza qui che vuole chiederle una cosa!”
    “Portamela qui!”
    Bakemon fece cenno a Giuly di raggiungerlo. Seduto su uno scaffale c’era un Digimon del tutto simile a Bakemon, che indossava un busso cappello da strega.
    “Io sono Soulmon. Un Digimon fantasma che regna sui Bakemon. Cosa vuoi chiedermi?”
    “Vorrei sapere dove devo andare per uscire da questo cimitero… lei lo sa mi hanno detto.”
    “Oh sì, cara, lo so.”
    Giuly rimase qualche secondo in attesa di una risposta.

    “Poco tempo fa ho ricevuto una lettera di qualcuno che mi scrisse che avrebbe fatto saltare in aria la città dando la colpa a me. All’inizio non volevo crederci, ma poi scoppiò la prima casa. Poiché tutti pensarono a me come colpevole, decisi di nascondermi sugli alberi, dove nessuno guarda mai. Ero triste perché non potevo vivere felice la mia vita. Fortunatamente, quando è stato appiccato il secondo incendio, il padrone di questo posto mi stava rincorrendo e ha capito che non ero stato io a generarlo. Allora mi ha nascosto qui. Ma le lettere non finirono. Ne ricevetti altre e l’ultima diceva che stanotte ci sarebbero stati i “botti” e dopo di quella non ne ricevetti più. Naturalmente non avevo capito a cosa si riferisse, almeno fino ad adesso..:”
    “I botti…” ripeté Dave. “Che si riferissero alla festa?” ipotizzò.
    “Questa città è molto corrotta. Dovete sapere che BigMamemon è un politico molto corrotto che sfrutta le debolezze degli altri per attuare i suoi piani. Se c’è qualcuno dietro a tutto questo penso proprio che ci sia lui. Nessun altro gode di così tanta fiducia. Quando scoprii che cosa aveva in mente mi candidai alle elezioni, ma la sua popolarità era alta e mi sconfisse.” concluse Kogamon.
    “Il dinamitardo farà saltare in aria la città ‘sta sera. Mi sembra ovvio… ma come?”
    “In che senso?”
    “La lettera ricevuta da Kogamon era l’ultima. Ciò significa che il colpevole sapeva che stanotte ci sarebbe stata la sua ultima mossa. Quindi farà saltare in aria la città! Ma come? Non credo che possa piazzare tante bombe indisturbato…”
    Poi Dave ebbe un’illuminazione. “Ma certo! I carri! Ha messo le bombe nei carri!”
    “E’ vero!” Confermò Kogamon. “I carri vagano separati in giro per il paese! Avrà messo le bombe sui carri per farle esplodere quando essi saranno ben distribuiti in tutto il settore!”
    “L’hotel era solo un diversivo!” affermò Lopmon con aria da detective.
    “Dobbiamo avvisare tutti!!” Affermò Ryudamon.
    “Ma perché tutto questo?” Si chiese Dave.
    Poco più tardi…
    “Kogamon, tu vai avanti, spiega quello che abbiamo scoperto alla folla! Alex, Ryudamon, Lopmon, voi venite con me!”
    “Dove andiamo?” Chiese il partner.
    “All’hotel!”
    “Cosa? Ma era in fiamme fino a poco fa!” controbatté Ryudamon con una faccia sconvolta.
    “Lo so!” ripose Dave sorridendo.
    Poco più tardi, Dave e gli altri raggiunsero l’hotel e salirono lentamente le scale fino ad arrivare al tetto.
    “Sapevo che ti avrei trovato qui.”
    Lopmon e gli altri sbarrarono gli occhi.
    “Non c’è posto migliore per osservare la postazione dei carri, dall’alto intendo… oh certo, c’era il rischio di essere visto, ma appiccando il fuoco qui ti sei assicurato che nessuno entrasse nell’edificio.”
    “Quindi il colpevole è…”
    “L’unico che avrebbe potuto mettere le bombe nei carri. Yasyamon!”
    Il Digimon si voltò con fare minaccioso.
    “Come hai scoperto che ero io?”
    “All’inizio non mi è parso strano che Kogamon provasse a difendersi, ma poi ho notato che fuggiva dai piani alti dell’hotel, un dinamitardo come si deve metterebbe le bombe ai piani bassi e mai le farebbe esplodere con sé stesso dentro. Sarebbe stata una follia! Per di più, aveva un alibi per il secondo incendio e la sua scarsa insistenza nel confermarlo mi ha spinto a pensare che lui non c’entrasse davvero niente. Anzi… lui era un caprio espiatorio perfetto. Ma tu non avevi capito che quando Kogamon ha affermato che la città sarebbe finita, si riferiva invece al fatto che il sindaco era corrotto e avrebbe anche dato fuoco ad essa piuttosto che essere pagato…”
    “Sì, ci sono arrivato tardi, troppo tardi per fermarmi. Fortunatamente però qui in città nessuno sa che BigMamemon è un corrotto, a parte me che ho lavorato per lui a lungo!”
    “Inoltre come preparatore dei carri avevi tutto il tempo per metterci dentro le bombe e preparare una piantina con la strada da far seguire loro. Scommetto che tra un po’ si troveranno esattamente sparpagliati per il settore!”
    “Immagino che qualcos’altro ti ha fatto capire che ero io il colpevole!”
    “Ho capito che di certo non poteva essere stato Kogamon ad appiccare l’incendio a casa tua, dal momento che si trovava qui nascosto nell’hotel. E quando quel Digimon ci ha detto di aver visto un’ombra scappare dalla casa in fiamme, scommetto che voleva dire che l’ombra è uscita dalla casa poco prima che scoppiasse l’incendio. Se no, avrebbe subito capito che l’ombra in questione eri tu che fuggivi dal fuoco. Inoltre ci ha detto che “l’ombra” ha scavalcato il muro della villa vicina. Tu sei partito all’inseguimento del presunto colpevole e hai scavalcato lo stesso muretto della stessa villa, pur non avendo avuto occasione di sentire la storia del Digimon. Quindi non potevi sapere, logicamente, che il colpevole era fuggito proprio in quella direzione. Ti sei messo nelle grane, caro mio!”
    “Non credo proprio!” con uno scatto Yasyamon colpì Ryudamon, che cadde a terra stordito.
    “Perché fai tutto ciò?”
    “Perché sono stato pagato, è ovvio!”
    “Da chi?”
    “Tanto state per morire, vi dirò tutto. Poco tempo fa una strega è venuta da me e mi ha detto che tra qualche momento dei forestieri sarebbero venuti qui. Mi ha dato molti soldi perché facessi esplodere casa mia e altre ville in giro per la città. Il suo piano era stato ben congegnato.”
    Lopmon scese dalla testa del partner!
    “Tra poco l’intera città esploderà in un furibondo caos! Sarà uno spettacolo!”
    “Non possiamo permettertelo!”
    “Ah sì, e cosa credete di fare? So benissimo che solo il Digimon del tuo amico è in grado di digievolvere! Se no perché credi che non abbia atterrito anche il tuo?”
    “Maledizione! Lui è troppo forte davvero per Lopmon! Devo pensare a qualcosa!”
    Lopmon mosse i primi passi e si avvicinò a Yasyamon.
    “Lop Tornado!” gridò, ma l’attacco fece solo smuovere leggermente il corpo di Yasyamon, che riuscì nel mantenere l’equilibrio.
    “Cosa credi di fare, microbo?”
    Lopmon ancora roteò su di sé e lanciò un altro tornado su Yasyamon:
    “Protezioni Kendo!” gridò il Digimon al che, le protezioni sulle sue braccia si ingrandirono e respinsero il tornado su Lopmon, che venne scaraventato via.
    “Lopmon rimani qui!” Gridò Dave al suo partner, che invece continuò ad attaccare, mentre veniva ripetutamente respinto.
    “Se distruggo il dispositivo di innesco che ha nascosto negli scudi le bombe non salteranno!” esclamò.
    “Potresti prenderlo nel punto sbagliato, dammi retta!”
    “Beh, a questo punto anticiperò i fuochi d’artificio!!” esclamò brutalmente Yasyamon.
    Lopmon e Dave in quel momento si alzarono. Dave prese il suo Digivice.
    “Non posso continuare a permettere una cosa simile. La vita dei Digimon non è un gioco!”
    Lopmon si illuminò. Yasyamon fu come paralizzato. Avrebbe voluto tanto premere quel bottone, ma la situazione glielo impedì. Lopmon si ingigantì e gli spuntò una divisa da Kung fu. “Turuiemon!!” Esclamò.
    Dave sorrise. Adesso hai finito di giocare.
    “Bokken incorciati!” Esclamò mentre un raggio a forma di X partì dalle spade di legno che tirò fuori.
    Turuiemon subì il colpo, ma lo assorbì. “Turuie Pugno!!” Bastò un attacco di lui per far cadere il nemico dal tetto dell’hotel.
    Purtroppo nell’urto con il pavimento il pulsante venne premuto. Ma non accadde niente.
    “Imbecille di uno Yasyamon! Davvero pensavi non avessi raccontato la storia a Kogamon e che lui abbia disattivato le bombe prima del previsto…?”
    “Perché non me l’hai detto?” Chiese Turuiemon.
    “Perché l’ultima volta che ho detto qualcosa, il primo giorno in cui siamo arrivati a Digiworld, e quella cosa l’ho detta solo a te, cinque minuti dopo la sapevano tutti!”
    “Uffa!” Esclamò desolato il Digimon.

    Dopo quell’avventura Kogamon venne eletto sindaco all’unanimità a causa delle rivelazioni sulla corruzione di BigMamemon, che venne incarcerato per un po’. I ragazzi, aiutati da Kogamon raggiunsero il bivio e lo salutarono. Kogamon tornò indietro poco prima che anche Theo, Aaron, Sabry e Sonia arrivarono.
    “Uff! Che avventura!” disse Sonia mentre corse ad abbracciare Aaron.
    “Non dirlo a noi!” Rispose Aaron.
    Dave e Alex stettero zitti!
    “Si è digievoluta Palmon!”
    “E anche Dracomon!” ribatté Theo mentre si girò soddisfatto verso il suo Digimon, che gli sorrise.
    “Anche Turuiemon è digievoluto! Ci ha salvato la vita!” affermò Alex.
    “A quanto pare io e te siamo gli unici che devono ancora provare la digievoluzione!” Disse Salamon rivolta a Patamon.
    “Eggià!” Rispose lui.
    In mezzo all’euforia generale sorse una domanda: “Dov’è Giuly?”

    FINE CAPITOLO 6

    Edited by TakeruTakaishi - 23/6/2012, 21:23
     
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